di Rocco Mazzolari
Guardarci riflessi negli occhi degli altri è a volte un modo per conoscerci meglio, per riuscire a scorgere sotto il velo dell’abitudine e dei luoghi comuni, ai quali inesorabilmente soccombiamo, gli aspetti più autentici di noi stessi. Ovviamente ciò accade se chi ci guarda lo fa con la giusta sensibilità, con gli occhi scevri da pregiudizi e soprattutto con la reale intenzione di conoscerci a fondo: è questo l’obiettivo che nel suo libro “Calabria, The Other Italy” ha voluto perseguire la viaggiatrice, musicista, autrice e traduttrice americana Karen Haid, originaria del New Jersey e residente a Las Vegas ma irrimediabilmente attratta dalla lingua e dalla cultura italiane, per anni coltivate a Roma, Firenze, Lucca, Sorrento, Taormina e Reggio Calabria al punto da arrivare ad insegnare lingua e cultura italiana presso l’Università per Stranieri di Reggio Calabria.
In questo suo libro, uscito in inglese nel 2015 per l’editore Mill City Press, Inc. di Minneapolis, Karen Haid tenta di raccontare ai suoi connazionali e al resto del mondo una delle regioni più complesse e meno conosciute della Penisola, spesso poco nota agli stessi italiani. “In tanti – dice Karen – mi hanno chiesto come mai io abbia deciso di concentrarmi su questa parte d’Italia, sorpresi che una persona non di sangue calabrese abbia deciso di soffermarsi ad osservare un territorio solitamente meta solo di brevi vacanze o di un rapido passaggio lungo la strada che porta in Sicilia”.
La ragione è che da quando l’Autrice ha avuto occasione di mettere piede sul suolo calabrese è rimasta – come lei stessa racconta – intrigata da certi aspetti del carattere degli abitanti, dalla ricchezza del patrimonio storico e artistico locale, dalla bellezza e dalla varietà del paesaggio, dall’antichità della sua cultura e dalla straordinaria tradizione gastronomica. “Considerato inoltre – aggiuge Karen – che sulla Calabria, se escludiamo qualche libro scritto da italo-americani nostalgici del loro paese di origine, nel contesto editoriale statunitense non c’era altro, ho pensato di scrivere qualcosa di più completo che desse un’idea della regione partendo dal passato storico per arrivare alla sua contemporanità di luogo che lotta per avere un giusto posto in Italia e nel mondo.” Calabria- The Other Italy è infatti nato osservando la realtà dei luoghi, interagendo con essi e con la gente ed assorbendo tutto ciò che questi sono stati in grado di trasmettere e che l’Autrice è stata capace di cogliere.
Il libro è non a caso il risultato di una full immersion in Calabria durata 4 anni, quando tra il 2008 e il 2012 Karen ha vissuto a Reggio Calabria e Locri, prima di tornare negli Stati Uniti dove poi ne è avvenuta la stesura. Ad esso nel 2015 è stato tributato in Italia l’importante Premio Internazionale “Calabria” mentre in America – dove è stato definito “una inebriante miscela di umorismo, gioia e ammirazione per quest’area del profondo sud italiano” (Publisher’s Weekly) – il libro è stato inserito nella Sons of Italy National Club Selection.
Dal volume traspare la passione di Karen per l’Italia e le sue tradizioni, un sentimento che l’Autrice ammette di aver ereditato dai suoi genitori americani, a cui fra l’altro il libro è dedicato: “mi hanno fatto crescere – racconta – con una dieta ricca di pasta, al punto da aver imparato velocemente il significato di ‘al dente’, prima ancora che in America diventasse così di moda”. In questo libro, come in altri sui lavori sull’Italia e su altri argomenti, Karen adotta una scrittura di viaggio in cui si rivela la sua ormai ricca esperienza di tour leader in escursioni didattiche condotte in tutta Europa, occasioni nelle quali ha sviluppato la spiccata capacità di acquisire e trasmettere le informazioni essenziali per far comprendere un determinato contesto culturale, per entrare in sintonia con gli abitanti del posto o più semplicemente per consentire una più efficace conoscenza di un luogo a chi legge standosene seduto comodamente sulla sua poltrona di casa.
Ma qual’è l’immagine della Calabria che viene fuori da questo libro? Pur nei toni leggeri spesso adottati dall’Autrice, è quella di un luogo che dopo essere stata un fulcro al centro del Mediterraneo, ora giace per lo più ignorata, sospesa fra lotta per la sopravvivenza e ricerca di un proprio posto nell’Italia e nell’Europa di oggi. Una regione quasi ignota all’estero e poco nota agli stessi italiani ma che – afferma Karen – “riesce a sedurre con la sua semplicità e a ricompensare il viaggiatore con la sua complessa ricchezza di fondo, che gli si riveli mentre assapora un meraviglioso formaggio artigianale o mentre ammira un magnifico capolavoro greco antico oppure ancora mentre cerca di comprendere il senso di una frase particolarmente espressiva pronunciata nel dialetto locale”. Per cercare di cogliere questi e altri aspetti, Karen Hide ha vissuto, lavorato e viaggiato in tutta la regione, compiendo un’ampia ricerca che le permettesse di trattegiare un convincente quadro della Calabria contemporanea. Memorie storiche, osservazioni su luoghi e costumi, aneddoti, storie di vita quotidiana e di incontri con la gente, si intrecciano in questo libro oscillante fra diaristica di viaggio e narrativa realistica. Vi appaiono in rapida successione capolavori d’arte come i mitici Bronzi di Riace, castelli, torri, spiagge incontaminate, montagne, la rara coltivazione del bergamotto e una tradizione gastronomica d’eccezione, oltre a tanti altri elementi che non mancheranno di invogliare chiunque alla visita di questa altra Italia ancora tutta da scoprire.
Era da tempo che non compariva un “viaggio in Calabria” al femminile, per giunta scritto da una straniera: se si esclude “Donne indifese in Sicilia, Calabria e sulla cima dell’Etna”, libro pubblicato nel 1859 a Londra dalla lady vittoriana Emily Lowe, resoconto di un viaggio intrapreso in compagnia della madre senza scorta e con bagaglio leggero, credo che gli unici libri dedicati alla regione da una donna siano stati “In Calabria” della giovane laureata francese Hélène Tuzet, scritto a seguito di un viaggio in Calabria e Sicilia compiuto nel 1928 per verificare lo stato delle scuole primarie, “L’anima della Calabria” della poetessa polacca Kazimiera Alberti, bellissimo racconto di un viaggio del 1949, e “Calabria” della scrittrice lombarda naturalizzata francese Maria Brendon-Albini, memoria di un viaggio effettuato nel 1954. E’ toccato quindi a Karen Haid rinverdire questo filone con un libro che al momento è facilmente reperibile in Rete, anche in versione ebook, sulle principali piattaforme come Amazon o Barnes&Noble. Sarebbe interessante che se ne pubblicasse anche una edizione in lingua italiana, se non altro per incrementare la possibilità di accesso ad un’opera utile a renderci noto il punto di vista di chi ha voluto conoscere dall’interno un pezzo d’Italia, pur appartenendo a una cultura per molti versi differente dalla nostra e pur vivendo abitualmente a diverse migliaia di chilometri.