La Calabria, regione in gran parte ancora inesplorata, è terra di suggestioni, di esperienze che toccano il cuore e lasciano il segno nella memoria di chi decide di visitarla o di coloro che la abitano ma non la conoscono fino in fondo, che è come non conoscere fino in fondo sé stessi. Infatti non tutti i calabresi conoscono il piccolo borgo di Cicala, poco più di 900 abitanti in provincia di Catanzaro, e non sono molti gli stranieri che vi fanno visita, anche se ultimamente il paesino è diventato luogo d’incontro di persone che hanno fatto breccia nel cuore dei cicalesi, facendo emergere quel misto di accoglienza, umanità e sensibilità che fa grande un popolo.
Dunque, in modo misterioso e velato, i tesori di Calabria brillano e continuano a farlo immersi nel silenzio di scenari naturalistici da favola, circondati da aria pura, coccolati da un tempo che scorre lento; un po’ come questo borgo la cui identità storica è quella di un casale fondato nel XVI secolo ai piedi della Sila Piccola col nome di Castriota (in omaggio all’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg), e un secolo più tardi ribattezzato col nome in Cigala (poi Cicala) per via del legame con il Patrizio genovese e nobile di Messina Conte Carlo Cigala, che acquistò il latifondo.
Immerso nel verde, con prevalenza di castagneti e querceti, scenario di una vita quotidiana semplice e scandita da usi e costumi secolari, il borgo di Cicala è balzato improvvisamente agli onori della cronaca per un’iniziativa unica: la creazione del primo borgo calabrese “amico delle persone con demenze”. A dare vita a questo percorso fatto di sorrisi e di mani protese verso chi oramai non può più “viaggiare alla stessa velocità di un tempo”, è l’associazione catanzarese Ra.Gi. Onlus, presieduta da Elena Sodano, con il supporto dell’Amministrazione comunale di Cicala, guidata da Alessandro Falvo, e della Federazione Alzheimer Italia, promotrice a livello nazionale del progetto Dementia Friendly Community Italia, lanciato in Europa dall’Alzheimer’s Society del Regno Unito.
La creazione del borgo “amico delle persone con demenze” risale all’11 maggio del 2018. Da quel giorno la proverbiale ospitalità dei calabresi, e degli abitanti di Cicala in particolare, si è arricchita di umanità, oltre i confini di una malattia che impedisce a chi ne è affetto di relazionarsi con gli altri e con il mondo in modo convenzionale. Quando questo accade, quando la malattia si manifesta e la persona non è più quella di un tempo, non tutto è perduto. Elena Sodano, alla guida della sua associazione, ha deciso di non arrendersi di fronte alla diagnosi di una patologia dalla quale non si guarisce e dopo dieci anni di tentativi, di studi e ricerche sul campo crea un metodo unico in Italia, la Teci (Terapia Espressiva Corporea Integrata), per la cura ed il contenimento naturale delle demenze, che attraverso la stimolazione della memoria corporea, il movimento simbolico e il canale delle emozioni, riesce a creare “nuovi ponti di comunicazione” per raggiungere le persone affette da demenza. Il metodo è accuratamente descritto nel volume “Il Corpo nella Demenza” (Maggioli, 2017), scritto dalla stessa Sodano.
Il sogno di una comunità inclusiva che accolga i malati di demenze, regalando loro la possibilità di vivere una vita normale nonostante la malattia, si è dunque realizzato a Cicala, diventato una Dementia Friendly Community anche grazie ad un vero e proprio corso di formazione rivolto ai titolari dei 17 esercizi commerciali del borgo, che hanno imparato come relazionarsi ai malati di demenze, come accoglierli quando decidono di acquistare dei fiori, di andare dal barbiere, di leggere il giornale. Tutti gesti che divengono parte di una nuova dimensione di vita, fatta di normalità, di senso esistenziale, di inclusione, oltre i pregiudizi legati alla malattia.
Cicala è così diventata parte importante di una rivoluzione che in Calabria va attuandosi fin dal 2008, quando la giornalista professionista Sodano abbraccia la sua missione di lanciare una sfida alle demenze, per donare dignità e senso alle vite delle persone affette da queste malattie e alle loro famiglie. Lo fa ritornando sui libri e conseguendo, dopo la laurea in Lettere e in Scienze della Comunicazione, anche quella in psicologia. La sua formazione di danza-terapeuta la porta a guardare al corpo come possibilità terapeutica per un nuovo approccio di cura delle demenze. Nasce così l’intuizione che il corpo è un prezioso contenitore di esperienze, emozioni, storie di vita, la cui memoria non viene cancellata dalla malattia. Dunque si può andare oltre la cura del cervello, oltre la somministrazione di farmaci e puntare sulla strada di una cura che da assistenziale, diviene esistenziale e mira soprattutto alla qualità della vita di persone che possono ancora stare nel mondo da protagonisti, senza dimenticare il supporto alle famiglie, perché la demenza colpisce in modo trasversale e rivoluziona la vita di chi sta accanto al malato.
Nel 2008 nasce a Catanzaro anche il Centro Diurno Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze), autorizzato dalla Regione Calabria, unico in Italia per l’applicazione del metodo Teci e nato senza finanziamenti né pubblici né privati, che accoglie ogni giorno 15 ospiti, ognuno con la sua storia, ognuno con la sua tipologia di demenza con cui fare i conti per rimettere insieme i pezzi di una vita che certamente non è più la stessa, ma che va accettata, amata, vissuta.
L’associazione Ra.Gi. Onlus promuove fattivamente il concetto di normalizzazione della cura delle demenze, partendo dal presupposto che chi soffre di questa malattia può svolgere tranquillamente una vita fatta di relazioni, può fruire di mostre, spettacoli teatrali, può recarsi in chiesa, tutte attività che gli ospiti dello Spazio Al.Pa.De. svolgono insieme agli operatori specializzati Ra.Gi. e si può fare anche di più: lanciare un messaggio ai giovani. Infatti anche gli incontri intergenerazionali svolti negli istituti scolastici cittadini fanno parte di questo percorso, che ha generato anche fattive collaborazioni come quella attivata con i ragazzi dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro, guidato dal dirigente Vito Sanzo, che hanno realizzato un dispositivo anti smarrimento per contrastare gli effetti del wandering nelle persone con demenze, coordinati dal loro docente, Raffaele Teducci.
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