di Redazione FdS
Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato l’affascinante mondo delle “Grotte di Dio”, il complesso di edifici rupestri d’uso religioso, spesso ricchi di splendidi cicli di affreschi, che si trovano nel territoriodi Mottola (Ta), suggestiva cittadina appollaiata su un colle con vista sul Golfo di Taranto. Esse fanno parte di un più vasto complesso di insediamenti rupestri sviluppatisi fra alto e pieno Medioevo, comprensivi di spazi anticamente impiegati anche a scopo abitativo e lavorativo. Il prossimo 20 marzo una delle chiese rupestri più suggestive, quella di San Nicola a Casalrotto definita la Cappella Sistina dell’architettura rupestre per via del suo prezioso ciclo di affreschi, sarà teatro di una emozionante esperienza per quanti nelle prime ore pomeridiane saranno lì ad assistere al percorso che un fascio di luce solare compie rapidamente soffermandosi al suo culmine sul petto del San Nicola effigiato nella parte inferiore di un sott’arco sul quale figurano due sue immagini dipinte in epoche diverse (XI-XIII sec.). Il fenomeno inizia a manifestarsi nel periodo equinoziale di primavera, precisamente nei giorni 12 e 13 marzo, quando San Nicola viene illuminato da un fascio di luce che entra da un foro circolare ben visibile all’esterno della chiesa, in una nicchia a destra dell’ingresso. Ritenuto una semplice apertura di areazione, può invece considerarsi un vero e proprio foro gnomonico, da cui la luce, proiettata durante gli equinozi primaverile e autunnale, centra al cuore l’immagine più antica di San Nicola, elemento che va a corroborare la tesi della dedicazione della chiesa al Santo già nell’XI secolo.
A tale ultimo proposito, va qui ricordato come in questa chiesa il culto per il vescovo di Myra risulti essere anteriore di qualche anno rispetto a quello instaurato a Bari, città nella quale le reliquie del santo arrivarono nel 1087, mentre le prime notizie storiche riguardanti la chiesa rupestre di Mottola risalirebbero al 1081, allorquando Riccardo Senescalco, signore normanno di Mottola, col consenso del locale vescovo Giovanni donò la ecclesia Sancti Nicolai de Lama dicta Ria, insieme ad una estensione di terra coltivabile ed al diritto di pescare nel fiume Lato, all’Abbazia benedettina della SS. Trinità di Venosa, fondazione monastica molto cara al casato normanno degli Altavilla.
Il fenomeno luminoso sopra descritto può essere considerato una ierofania, ossia una manifestazione del sacro, suggestivamente evocata dagli architetti medioevali che ben conoscevano le leggi della gnomonica, ovvero dell’arte di costruire orologi solari. Lo scopo era di aumentare l’atmosfera di sacralità nella chiesa e la devozione dei fedeli. Fu la guida turistica Maria Grottola, ad accorgersi del fenomeno nel 2008 in uno dei suoi tanti sopralluoghi. Nel 2014, nelle ore pomeridiane del 12 e 13 marzo, un gruppo di studiosi, condotti dal Professore Domenico Caragnano, monitorando il fenomeno constatò che il cerchio luminoso, proiettato dal foro gnomonico, si posava sul cuore di san Nicola alle 17.08 per poi proseguire nel suo cammino fino a scomparire. Lo spostamento al prossimo 20 marzo della visita guidata, inizialmente prevista per il 13 marzo, è stato determinato da motivi metereologici, tuttavia il fenomeno del fascio di luce si verifica ugualmente colpendo alle ore 17.08 l’immagine del Santo sul ventre.
Il luogo in cui tutto ciò avviene ha un fascino indescrivibile: si pensi che quando lo storico dell’arte Cesare Brandi, appassionato estimatore del paesaggio e del patrimonio artistico pugliese raccontati nel bellissimo libro “Pellegrino di Puglia”, visitò la chiesa rupestre di S. Nicola, ammise di essersi di colpo sentito come in Anatolia, letteralmente rapito da quegli ambienti rupestri e dalla preziosità dei numerosi affreschi che li adornano. Il santuario medievale si trova nella contrada Casalrotto di Mottola, è scavato nel tufo, ha tre navate e presenta una iconostasi che ricalca modelli bizantini. Oltre al palinsesto che nel sott’arco mostra le due immagini sovrapposte del Santo titolare della chiesa, vi si conservano altri interessanti affreschi: la Déesis (compendio del Giudizio Universale), Santa Parasceve, il Transito di san Giovanni Evangelista, San Pietro, San Giorgio e San Michele Arcangelo.
Seconda tappa dell’escursione sarà la chiesa di Sant’Angelo, sempre presso Casalrotto, a tre navate e a tre absidi, impostata su due piani, con quello inferiore a chiara destinazione funeraria per la presenza di sei tombe. Terzo visita in programma è quella alla chiesa rupestre di San Gregorio, a pochi passi da Mottola, tra gli esempi più raffinati di architettura sacra scavata nella roccia. La chiesa, a croce greca inscritta, è trinavata con pilastri che presentano capitelli finemente decorati. Nell’abside centrale campeggia l’affresco di un maestoso Cristo Pantrocratore, databile alla fine del XII secolo, dallo sguardo ieratico e che è stato paragonato, nei suoi tratti stilistici, al Pantocratore del Duomo di Monreale.
La visita guidata è a cura di Maria GrottolaAccoglienza alle ore 14.30 davanti alla sede dell’Ufficio Turistico di Mottola, in Viale Ionio, angolo via Lucania, in corrispondenza della prima rotatoria che chi giunge da Taranto-Bari e da Noci-Martina
La puntualità è gradita nel rispetto di tutti.
Partenza alle ore 15.00
Abbigliamento: si consigliano scarpe basse.
Costo a persona 8 euro. I bambini fino a 10 anni non pagano
Prenotazione obbligatoria al n. 3205753268 entro le ore 18.00, e non oltre, di sabato 19 marzo.
Responsabile organizzativo: Maria Teresa Acquaviva