di Redazione FdS
Roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti e stracci: discariche abusive che bruciano senza fine e avvelenando seriamente l’ambiente e minacciando la salute di popolazioni intere. Questa è la Terra dei fuochi, un’area di oltre 220 ettari a cavallo delle province di Napoli e Caserta. Uno fra i primi a denunciare con forza l’esistenza di questo scempio fu Roberto Saviano nel suo celebre libro “Gomorra”, eppure a suo tempo molti gli dettero del visionario; oggi la durissima realtà si è imposta da sè rivelandosi in tutta la sua sconcertante drammaticità.
Più di 6000 roghi sono stati contati dal gennaio 2012 all’agosto del 2013, oltre 2000 i siti inquinati censiti dall’Arpac. Un vero e proprio ecocidio con inevitabili conseguenze sanitarie: i continui smaltimenti illegali di rifiuti, con la dispersione di sostanze inquinanti nel suolo e nell’aria, e l’inquinamento delle falde acquifere sono strettamente correlati con l’incremento di varie forme di tumore. Un crimine in piena regola. Ecco perché sabato 16 novembre, a partire dalle ore 14.30 in piazza Mancini a a Napoli, Legambiente ha promosso una mobilitazione popolare per fermare l’ecocidio nella Terra dei Fuochi. Legambiente e i cittadini chiedono, affinché sia archiviata finalmente la triste stagione della Terra dei fuochi, che: 1) sia rafforzata l’attività di controllo, prevenzione e contrasto delle attività illegali di smaltimento dei rifiuti; 2) venga predisposta una specifica attività di mappatura dei siti inquinati e di campionamento dei prodotti alimentari provenienti da queste aree; 3) venga istituito il sito di interesse nazionale (SIN) “Terra dei fuochi” e definite le risorse e le modalità di intervento per la bonifica.
La denuncia di cui si fa portavoce la manifestazione di Napoli del 16 novembre riguarda anche la Puglia, ha dichiarato Legambiente in un comunicato stampa: «L’estrema pericolosità dell’ecomafia mette a rischio anche la Puglia. Bisogna mantenere alta la guardia per contrastare un fenomeno che tenta di estendere i suoi tentacoli ovunque». Ecco perché il prossimo 20 novembre Legambiente presenta a Bari un percorso didattico sull’Ecomafia rivolto alle scuole pugliesi.
«Invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione promossa da Legambiente per costruire un fronte unico contro le ecomafie, a partire dalla Terra dei Fuochi. Anche la Puglia purtroppo non è esente dal fenomeno dei traffici illeciti di rifiuti e lo confermano i dati del Rapporto Ecomafia 2013 che vede la nostra regione in terza posizione nel ciclo illegale dei rifiuti, con un incremento degli illeciti pari al 24%. A ciò si aggiunge pure il sospetto che la Puglia sia stata, per un certo numero di anni, culla dei rifiuti campani, stando a quanto emerge dalle dichiarazioni del pentito Schiavone». È questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, alla vigilia della manifestazione che si terrà a Napoli. Una mobilitazione popolare che mira a sensibilizzare le istituzioni sull’ecomafia e, in particolare, sul traffico illecito di rifiuti. L’associazione ambientalista già nel 2003 denunciava il fenomeno dedicando un ampio paragrafo alla Terra dei Fuochi nel Rapporto Ecomafia e oggi torna a sostenere una regione vessata da un problema che tocca anche la Puglia.
Proprio la Puglia infatti, insieme alla Campania, sembra essere una regione particolarmente a rischio, stando alla relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. La relazione, infatti, evidenzia come la Puglia – per collocazione geografica e per la presenza di importanti realtà industriali e la sussistenza di stretti legami tra la criminalità pugliese e la criminalità organizzata delle regioni vicine – sia particolarmente esposta al rischio di diventare destinazione privilegiata per lo smaltimento dei rifiuti nell’ambito di traffici illeciti, spesso riconducibili a organizzazioni malavitose radicate in altre regioni.
L’attività della Commissione ha consentito di verificare una sostanziale corrispondenza tra una sorta di naturale ‘vocazione’ del territorio pugliese (per collocazione geografica e caratteristiche geomorfologiche) per un uso in vista dei traffici transazionali dei rifiuti e un effettivo sfruttamento illecito del territorio che si presta a tali tipologie di rifiuti.
«Bisogna mantenere alta la guardia – conclude Tarantini – ma soprattutto è necessario che vi sia una risposta concreta da parte dei politici e non solo frasi di circostanza, a partire da provvedimenti importanti – come l’inserimento nel codice penale dei delitti contro l’ambiente – che servano davvero a cambiare l’attuale stato di cose e a rappresentare un punto di svolta in tutti quei territori costretti a ospitare i rifiuti dei criminali. Legambiente Puglia, con l’avvio delle attività presso il laboratorio didattico EnergyLab (che sarà inaugurato il prossimo 20 novembre presso l’Arpa Puglia), porterà nelle scuole un opuscolo dedicato all’Ecomafia proprio per sensibilizzare le giovani generazioni sul problema della criminalità ambientale».
Oltre a invitarvi ad intervenire ad entrambi gli appuntamenti, di Napoli e Bari, vi segnaliamo un’altra importante iniziativa di Legambiente che è la promozione della campagna End Ecocide a sostegno di una direttiva per l’introduzione del delitto di ecocidio in Europa. La raccolta firme è iniziata su www.endecocide.eu | Aderite numerosi!
IL LUOGO DEL RADUNO A NAPOLI
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