di Redazione FdS
Pensate che solo gli americani siano capaci di certe ”bizzarrie” gastronomiche? Ebbene, dovrete ricredervi. Dopo il gelato al foie gras della gelateria Humphry Slocombe di San Francisco, quello al formaggio inglese Cheddar di Ciao Bella Gelato Company di Manhattan, quello al Wasabi di Sundaes and Cones a New York e quello al bacon e olive di Cream Cycle, a Wahington (solo per citarne alcuni), ecco a voi quattro dei più “pazzi” gelati italiani, tutti prodotti al Sud, fra Campania e Calabria, oltre ad un outsider sardo, di cui vi parleremo a parte perchè – a differenza degli altri – utilizza anche la frutta.
Iniziamo dall’ultimo nato, il gelato al gusto di pizza napoletana, concepito da due leader del food partenopeo, Gino Sorbillo e Casa Infante e lanciato proprio oggi sul mercato cittadino. In realtà un più anonimo gelato al gusto pizza esisteva già, sempre negli States, da Max & Mina’s Home Made Ice Cream a New York, ma quello napoletano è tutta un’altra storia. A fare la differenza, come sempre per il cibo, sono le materie prime e la loro qualità: dal fiordilatte di Vico Equense alla confettura di Pomodoro San Marzano Dop (Presidio Slow Food), dalla sbriciolata di pizza con Farina di Agricoltura Biologica cotta a legna alla polvere di Basilico campano liofilizzato: sono questi i nobili ingredienti della cremosa pozione. Da questa estate dunque il piatto italiano più famoso del mondo fa la sua eccentrica comparsa anche in versione icy su coni e coppe andando ad affiancare i must della pasticceria napoletana come il babà e la sfogliatella, nella revisione modern di un ”classico” come la pizza napoletana fino ad oggi impensabile in altre forme.
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Scendendo un po’ più a sud arriviamo in Calabria, per la precisione a Tropea (Vibo Valentia), splendida località affacciata su un Mar Tirreno d’una bellezza mozzafiato, fra spiagge di sabbia bianca e mare verde-azzurro dai fondali di caraibica trasparenza. Percorrete la principale via del centro, Corso Vittorio Emanuele, ed arrivate alla Gelateria “Tonino”, dal 1971 “alchimista” del gelato che ne pensa una più del diavolo. Non pago di ‘sfornare’ creme classiche e gelati ai frutti più tipici di questa assolata contrada del Sud d’Italia, come i fichi domestici e i fichi d’India, Tonino ha creato già da un po’ di anni una specialità che più stravagante non si può: il gelato alla ‘nduja, al gusto cioè di quel piccantissimo e morbido salume insaccato calabrese diventato ormai celebre nel mondo. L’estroso gelataio dichiara di aver prodotto questa vera “provocazione” gastronomica dopo vari tentativi compiuti nell’arco di sei mesi di sperimentazione, ottenendo un ibrido fra un tipo di ‘nduja appositamente ideata, la cui ricetta rimane rigorosamente top secret, ed il gelato così come lo conosciamo. Senza trascurare il marketing, tutto puntato sulle presunte proprietà afrodisiache della ‘nduja e del peperoncino rosso di cui tale salume è notoriamente infarcito e i cui pezzettini rimangono in bocca a cono terminato.
Quella del gelato alla ‘nduja non è però la prima bizzarrìa di Tonino in materia di gelati: volendo infatti omaggiare il prodotto tipico più celebre della sua città, già qualche anno prima ha ideato il gelato alla cipolla di Tropea. Tutti conoscerete senz’altro la gustosissima cipolla rossa coltivata in un ampio tratto della costa tirrenica fra Nicotera (Vibo Valentia) e Campora S. Giovanni (Cosenza), ma principalmente concentrata fra la zona di Briatico e Capo Vaticano (Vibo Valentia), la cui peculiarità principale è la dolcezza favorita da uno speciale microclima e dalla composizione del locale terreno. E’ ottima da mangiare cruda ed è ricca di vitamine, sali minerali e zuccheri, unendo spiccate qualità organolettiche a proprietà benefiche per l’organismo. La si vede appesa un po’ dappertutto per le vie di Tropea, disposta in ricche trecce o corolle, e non ci sarebbe da meravigliarsi se prima o poi qualcuno decidesse di porgerla al collo dei turisti stranieri, qui sempre più numerosi, come si usa alle isole Hawaii con le ghirlande di fiori.
Rimaniamo ancora in Calabria, spostandoci a Diamante (Cosenza), borgo della costa tirrenica situato diversi chilometri più a nord di Tropea e noto oltre che per la bellezza del suo mare e per la coltivazione del cedro, soprattutto per i numerosissimi murales che rallegrano le mura delle case del centro storico rendendolo un vero e proprio museo all’aperto. Qui, presso lo storico Caffè Ninì, situato sul lungomare “vecchio”, è possibile trovare – oltre ai più classici gelati e tartufi artigianali (come il Tartufo E.T., lussuriosa combinazione tra gelato alle mandorle e al pistacchio, con un cuore di crema al pistacchio di Bronte) – il gelato al peperoncino, una leccornia per gourmet che non poteva mancare a Diamante, “patria” italiana del peperoncino (qui lo si trova in tutte le forme possibili, utilizzato persino in torte, granite e liquori) e sede di un Festival annuale dedicato alla bacca infuocata, organizzato dalla blasonata Accademia Italiana del Peperoncino.
Come accennato in apertura, terminiamo questo breve ed insolito excursus attraverso alcuni dei più bizzarri gelati italiani, citando un particolarissimo gusto creato in Sardegna, anch’esso basato su prodotti legati al territorio, inaspettatamente utilizzati in gelateria. Si tratta del gelato al pecorino fiore sardo dop con pere caramellate al miele di Sulla, creato due anni fa dal giovane Fabrizio Fenu della omonima gelateria di Marrubiu, piccolo borgo in provincia di Oristano, vincitore nel 2013 del Firenze Gelato Festival, al quale hanno concorso gelatai di tutte le regioni italiane. Quello inventato da Fenu è un gusto che richiama alcuni sapori tradizionali della Sardegna, a cominciare dal pecorino che viene addolcito dal miele di Sulla (pianta foraggera tipica dei paesi mediterranei) e rinfrescato dalle pere, in un equilibrato trittico di sapori concentrati in un unico gelato dalla consistenza cremosa. Nel proporre il suo gelato, Fabrizio si è meravigliato dell’altrui sorpresa, convinto com’è che il gelato possa farsi con quasi tutto, “anche con i ricci di mare”, e che il vero segreto è “trovare l’equilibrio fra i sapori”. Gli scettici hanno dunque dovuto ricredersi, sopratutto dopo che Fabrizio, reduce dalla vittoria fiorentina, ha tirato fuori altre novità, estive e fresche come i gelati ai gusti di zafferano e mandorle e gorgonzola e sedano.
Ovviamente, ai degustatori l’ardua sentenza.