E’ la seconda bella notizia in pochi giorni sulla millenaria città di Paestum. Dopo il rifiorire delle mitiche rose di poetica memoria, è ora il turno dell’antica Fonte di Porta Marina, tornata alla luce pochi giorni fa. Inglobata in una struttura in travertino che riporta al VII sec. a.C. fu una delle fonti più antiche di approvvigionamento della città magno-greca di Posidonia, ossia la romana Paestum, oggi in provincia di Salerno. Mentre divinità, miti ed imperi sono crollati, risucchiati nelle nebbie dei secoli, lei è ancora lì, eppure fino a ieri era come se non ci fosse. Dimenticata…fra i rovi e le sterpaglie dell’incuria umana in uno dei più splendidi siti archeologici del nostro Paese. Finalmente è stata ritrovata, appena l’altro ieri, durante i lavori di manutenzione delle antiche mura. Un provvidenziale intervento che si inserisce nel protocollo d’intesa sottoscritto da Comune di Capaccio, Soprintendenza per i Beni Archeologici, Consorzio Sinistra Sele, oltre che da privati e associazioni ai quali sta a cuore la conservazione e la valorizzazione delle antiche vestigia pestane.
Questa antica fonte è una delle tante derivazioni del fiume Capodifiume che dopo un percorso sotterraneo e l’attraversamento di tutta l’area archeologica, sgorga nei pressi dell’ingresso Ovest di Paestum. Durante la Seconda Guerra Mondiale svolse un ruolo importante perchè permise ai soldati americani di un vicino campo militare di dissetarsi consentendo al tempo stesso a contadini ed allevatori di irrigare i campi e abbeverare gli animali.
Oggi si punta finalmente a farne un’attrazione per i visitatori ai quali non mancherà di evocare storia e leggende della meravigliosa città che essa contribuì a dissetare millenni or sono. Fra i progetti in programma la creazione di una ‘via dell’acqua’, con un percorso pedonale e ciclabile che seguirà lo stesso tragitto dell’acqua della fonte.