di Rossella Mazzotta
L’inverno in Puglia regala splendide giornate dal cielo terso e dalle temperature primaverili per cui non mancano le occasioni propizie per concedersi una bella passeggiata rigenerante nel territorio di Barsento, area posta tra i comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Noci e Putignano. Si tratta di una zona protetta riconosciuta sin dal 1986 come area di massimo interesse ambientale e che la Regione Puglia, nel 1997, per motivazioni antropiche e naturalistiche di salvaguardia ha reso Riserva Naturale Orientata Regionale. Da alcuni anni la zona di Barsento è inoltre oggetto di valorizzazione e promozione da parte del Gruppo di Azione Locale (GAL) “Terra dei Trulli e di Barsento”.
Visitare queste terre è stato come fare un passo indietro nel tempo. Il paesaggio offre sterminate campagne delimitate da muretti a secco, costruiti con le pietre trovate dai contadini nei terreni e che rappresentano il segno di un’intensa attività agricola di questa zona e di millenni di lavoro e fatica della sua gente. Camminando lungo le strade sterrate si incontrano, oltre alle masserie, numerosi trulli che ancora oggi rappresentano rifugio per i contadini e per i pochi pastori in attività. Alcuni di questi trulli hanno cisterne capaci di raccogliere decine di metri cubi di preziosa acqua piovana.
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Il particolare interesse naturalistico di Barsento è dovuto alla presenza del fragno, quercia quasi esclusiva della zona che un tempo la ricopriva tutta, e di moltissime varietà di orchidee. Ma il tasso di biodiversità va molto al di là di queste due tipologie di piante comprendendone numerose altre specie, oltre a diversi animali tipici delle Murge come volpi, ricci, faine, lucertole e ramarri, gazze, passeri, tordi. Dal punto di vista geologico sono numerose in zona anche le grotte e le doline, elementi caratteristici del territorio carsico: fra le altre sono da citare la Grotta del sapone e quella della Madonna, legate alla storia locale, al culto e ad alcune leggende popolari.
L’area di Barsento è anche territorio di scavi archeologici: vi si conservano infatti i resti di un insediamento di grande importanza risalente, probabilmente, all’epoca messapica (pre-ellenica). L’antico villaggio sorgeva su un’altura che consentiva la difesa e il controllo del territorio circostante. Inoltre si trovava al crocevia di un complesso sistema di vie di comunicazione che portavano a Bari, nel Molise, a Taranto e sull’Adriatico (Egnazia). Benché alcune fonti dicano che il villaggio è stato distrutto nel 1040, ad opera dei Mottolesi, altri documenti attestano che esso era ancora abitato nel XII secolo. Dalla distruzione fu risparmiata solo la chiesa, dedicata al culto di S. Maria Assunta, a cui ancora oggi non si è riusciti ad assegnare una data certa di costruzione (le ipotesi oscillano fra il VI e il X sec. d.C.) e che, nel corso dei secoli, è stata oggetto di notevoli ampliamenti e modifiche. A questa chiesa, che ha ottenuto il riconoscimento di “Meraviglia Italiana”, Fame di Sud ha dedicato un intero articolo.
A questa chiesa e alle diverse masserie dei dintorni è dedicata l’attenzione dell’Associazione Pro Oasi del Barsento, istituita nel 1995, che mira a promuovere le ricerche sul sito e a tutelare gli aspetti storico-architettonici degli antichi edifici presenti nell’area. Per quanto riguarda le masserie, fra le più rilevanti per storia e caratteristiche si possono citare I Monti, Papa Perta, Parco della Casetta e Vaccari Contessa. In particolare nella masseria Angiulli si conserva ancora un trullo con un particolare tipo di pavimentazione detto a pietra ficcata, costituito cioè da piccoli e medi conci calcarei, di forma di tronco-conica, conficcati nel terreno grazie anche al continuo passaggio di mandrie e greggi.
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