A Trani grande mostra su Ferruccio Frisone, il pittore italiano prigioniero dei Nazisti

Frisone e le Notti di Fullen (Trani 24 ottobre 2024 – 31 gennaio 2025)

Per l’inaugurazione della mostra il figlio dell’artista raggiungerĂ  la Puglia dagli Stati Uniti. Un breve video prodotto per l’occasione illustrerĂ  la figura di Frisone. Nel giorno di inaugurazione Poste Italiane emetterĂ  una cartolina con annullo filatelico 

di Redazione FdS

Giovedì 24 ottobre 2024 alle ore 18.30, presso il Polo Museale di Trani (Palazzo Lodispoto, P.zza Duomo 8/9) sarĂ  inaugurata la Mostra d’Arte “Frisone e le notti di Fullen. L’opera figurativa di Ferruccio Francesco Frisone durante l’internamento nei Lager del Terzo Reich” organizzata e allestita dalla Fondazione S.E.C.A. di Trani e dalla Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria ETS di Barletta. La Mostra, a cura di Graziano Urbano, Mariangela Di Candido e Francesco Lotoro, è visitabile sino al 31 gennaio 2025 e rimarrĂ  aperta dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 (ingresso libero; info: 0883582470; info@fondazioneilmc.it info@fondazioneseca.it). La mostra ha il patrocinio gratuito di Regione Puglia e Provincia di Barletta-Andria-Trani. Catalogo della mostra a cura di ILMC Edizioni.

La Mostra è un omaggio a una delle più affascinanti personalità artistiche del Novecento: il disegnatore, pittore e scultore Ferruccio Francesco Frisone, la cui vicenda biografica e artistica si è intrecciata con il dramma della Seconda Guerra Mondiale e dell’internamento vissuto nel Reich da 600.000 militari italiani all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943. Saranno esposti ben 113 disegni realizzati da Frisone su vari supporti (dal foglio di quaderno a quello di cartone) utilizzando diverse tecniche di disegno lungo l’intero periodo trascorso in cattività, dalla prigionia in Albania ai quattro Lager nei quali fu internato quali Semlin, Versen e Fullen. Trattasi della collezione completa di disegni che Giovanni Frisone, figlio dell’Artista, ha donato insieme al prezioso diario redatto dal padre in prigionia all’Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria ETS con sede a Barletta, Fondazione che si occupa della riscoperta, salvaguardia e divulgazione della musica scritta nei Campi di concentramento e prigionia civile e militare dal 1933 (apertura del KL Dachau) al 1953 (morte di Iosif Stalin); la Collezione Ferruccio Francesco Frisone è un patrimonio artistico di valore inestimabile e ora è entrato ufficialmente a far parte delle collezioni d’arte della Fondazione ILMC e del patrimonio culturale della Regione Puglia.
 

Ferruccio F. Frisone, Uno scorcio del lager di Meppen, sottocampo di Fullen (Germania), 1944

L’evento offre uno spaccato di una delle pagine più buie della 2a Guerra Mondiale che ha visto come protagonisti e vittime i militari italiani che si opposero al nazifascismo e, al tempo stesso, punta a evidenziare come l’Arte abbia costituito uno strumento di resistenza contro l’annientamento fisico e morale esercitato dai totalitarismi attraverso l’internamento e la deportazione.
 

Ferruccio F. Frisone, Recinzioni di filo spinato nel lager di Fullen (Germania), anni ’40

La Mostra sarĂ  illustrata e presentata in conferenza stampa lunedì 21 ottobre alle ore 10.30 a Bari presso l’Arena del Dipartimento di Turismo, Economia della Cultura, Valorizzazione Territoriale della Regione Puglia (Padiglione 107 della Fiera del Levante), con la partecipazione del Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, dell’Assessore alla Cultura, Tutela e Sviluppo delle Imprese Culturali Viviana Matrangola e del Direttore del Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia Aldo Patruno; alla conferenza stampa parteciperanno altresì Giovanni Frisone e sua moglie Deborah Smith, residenti negli USA, che raggiungeranno la Puglia appositamente per la Mostra. Durante la conferenza stampa sarĂ  proiettato in anteprima un breve filmato realizzato dalla produttrice cinematografica Donatella Altieri sulla figura e l’arte di Ferruccio Francesco Frisone.
 

Ferruccio F. Frisone, Un compagno di prigionia nel lager di Fullen, anni ’40

Nell’arco del suo svolgimento, la Mostra sarà implementata con seminari sulla fenomenologia dell’internamento militare italiano (primo appuntamento previsto il 15 novembre pv a Trani con lo scrittore Mario Avagliano), eventi musicali e approfondimenti sulla tematica dell’internamento a seguito dell’8 settembre 1943.

A coronamento dell’evento, nel giorno di inaugurazione Poste Italiane provvederà con una propria postazione mobile presso il Polo Museale di Trani all’emissione di cartolina e annullo filatelico dedicato alla figura di Ferruccio Francesco Frisone.
 

Ferruccio F. Frisone, Un compagno di prigionia nel lager di Fullen, anni ’40

“Il progetto di questa Mostra – dichiara Francesco Lotoro, presidente della Fondazione ILMC – rappresenta per la Fondazione ILMC l’espressione concreta del progressivo ampliamento dei propri orizzonti di ricerca dalla musica alle altre forme di creatività artistica che hanno trovato espressione in quei luoghi tragici che sono stati i campi di concentramento. Non ci è dato sapere quanto vasta sarà l’opera di recupero di queste testimonianze, ma dobbiamo perseguirla per noi stessi e per le future generazioni, per una più bella storia dell’Umanità; perché, come scrisse il filosofo francese Gabriel Marcel, la speranza è la memoria del futuro”.
 

Ferruccio F. Frisone, Ritratti di compagni di prigionia nel lager, anni ’40

“Abbiamo accolto con grande piacere – dichiara il Cav. Natale Pagano, Segretario Generale della Fondazione S.E.C.A. – la proposta della Fondazione ILMC di condividere l’organizzazione, a Palazzo Lodispoto, di una mostra dedicata all’artista Ferruccio Francesco Frisone, evento che rappresenterĂ  per tutti un’occasione unica per poter ammirare le opere del pittore e illustratore che racconteranno una delle pagine piĂą drammatiche dell’ultimo periodo bellico attraverso un’antologia di disegni che riportano ad uno dei momenti piĂą dolorosi della storia e che, nella loro analisi, destano grande emotivitĂ . Oggi piĂą che mai, attraverso queste opere, dobbiamo interrogarci scavando nelle nostre coscienze sui quei momenti che, così come hanno catturato gli occhi e scolpito il cuore di Ferruccio Francesco Frisone, devono arrivare al nostro cuore e fermarsi nelle nostre menti. Per questo evento di grande importanza storica, la scelta della location non poteva che ricadere su Palazzo Lodispoto, sede della Fondazione S.E.C.A. e contenitore per eccellenza di arte e cultura del nostro territorio.”
 

Ferruccio F. Frisone, Un’ochestrina festeggia la fine della guerra e la liberazione, 1945

Nota biografica su Ferruccio Francesco Frisone

Nato a Malnate (Varese) il 19 febbraio 1909, si forma negli anni tra le due guerre come disegnatore e pittore frequentando a Milano l’Accademia di Brera e i circoli futuristi. Dall’inizio degli anni Trenta lavora per la casa editrice Vitagliano come impaginatore, disegnatore e illustratore. Richiamato alle armi nel 1942 e assegnato a un’unità presidiaria di stanza in Albania, è costretto a numerosi ricoveri ospedalieri a causa di problemi di salute alla schiena. Catturato dalle truppe tedesche all’ospedale militare 426 di Tirana dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu internato a Semlin, Versen e Fullen.
 

Il pittore e illustratore Ferruccio F. Frisone (1909 – 1973) davanti all’Arengario di Milano

Dopo la prigionia e la liberazione riprende il lavoro presso la Vitagliano. Dopo la chiusura di questa, nel 1964, può dedicarsi in modo più continuativo all’attività pittorica. Il 24 aprile 1972, nello spazio prestigioso del Palazzo dell’Arengario in piazza del Duomo a Milano, si tenne la sua prima personale con i disegni della prigionia, sponsorizzata dalla Ripartizione iniziative culturali e turismo del Comune di Milano e intitolata Dall’Albania al Lager VI/C. A dicembre del medesimo anno ricevette l’Ambrogino d’Oro (la più alta onorificenza riservata dal comune di Milano ai propri cittadini) per la sua attività di pittore e disegnatore.

Muore a Milano il 26 dicembre 1973. Dopo la sua morte, il suo diario fu ritrovato dal figlio Giovanni. Questo scritto, assieme ai disegni, furono esposti per la prima volta in Germania presso il Dokumentations und Informationszentrum (DIZ) Emslandlager di Papenburg. Dal 1° Novembre 2012 alcuni disegni dal Lager, brani del diario, una breve biografia e una sua foto vengono esposti in teche del Memoriale di Esterwegen a testimoniare l’esperienza degli Internati Militari Italiani durante la 2a Guerra Mondiale. Nel 2015 fu pubblicata la versione integrale del suo diario intitolata Binario Morto, con notazioni storiche a cura dell’Istituto Piemontese della Storia della Resistenza e della Società Contemporanea.

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