di Redazione FdS
E’ una delle giovani protagoniste del cinema italiano nel quale compare spesso in ruoli di donna enigmatica, sebbene nell’ultimo film di Francesco Bruni, Noi 4, rivesta un ruolo di donna solare ed entusiasta della vita, segno di un talento versatile che ha fatto breccia fra i registi nostrani. E’ Ksenia Rappoport, attrice russa molto presente nella cinematografia italiana dopo l’apparizione nel film La sconosciuta di Giuseppe Tornatore. A lei è stato dedicato ieri il nuovo appuntamento con Focus su, la sezione del Bif&st – Bari International Film Festival dedicata all’approfondimento sugli attori e coordinata dal critico Franco Montini.
“In Russia abbiamo sempre avuto il mito del cinema italiano: penso ai film di Fellini, Antonioni, Zeffirelli. Ricordo che quando qualche anno fa misi piede per la prima volta a Cinecittà mi sono sentita come in un sogno”. Così Ksenia racconta il suo rapporto con il cinema italiano prima che l’incontro con Tornatore gliene aprisse le porte permettendole anche di conquistare un David di Donatello quale miglior attrice protagonista per il ruolo di Irena, appunto nel film La sconosciuta del 2006 e una Coppa Volpi a Venezia, nella stessa categoria, per film La doppia ora di Giuseppe Capotondi. “Tornatore mi individuò, non so di preciso attraverso quali canali. Fatto sta che allora vivevo a San Pietroburgo e lavoravo in teatro…” : inizia così il racconto dell’incontro con il noto regista siciliano, avvenuto all’insegna di furbizie, a tratti esilaranti, dell’attrice russa: “Prima di andare all’appuntamento con lui chiesi ad una mia amica di consigliarmi delle parole da dire in italiano per dare l’impressione di conoscere la vostra lingua, requisito richiesto dal regolamento del casting. In realtà io non spiccicavo mezza parola d’italiano. La mia amica mi insegnò espressioni come “sì…certo…piacere…” e poche altre che usai soprattutto per rispondere alle domande del regista, al quale dissi un sacco di bugie, tipo che sapevo guidare e cantare e che avevo già esperienze di nudo in scena. Solo alla fine del film scoprii che Tornatore si era accorto di tutto ma che a sua volta finse di credere a ciò che gli dicevo. Fui quindi fortunata perchè evidentemente decise di volermi nel film a prescindere dal mio comportamento…”
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Il periodo di formazione in Russia: “Ho iniziato con il teatro frequentando la prestigiosa e rigorosa scuola di S. Pietroburgo, ho lavorato tanto in teatro nel mio paese, cosa che faccio ancora, ed ho anche girato dei film in Russia…”
Il lavoro in Italia: “Qui in Italia mi sono gradatamente ambientata…all’inizio ho avuto un po’ di difficoltà ad armonizzarmi con le regole sindacali che regolano i ritmi del lavoro degli attori…ma oggi devo dire che preferisco questo sistema, permette di lavorare in condizioni migliori…Per quanto riguarda la carriera, non immaginavo che la collaborazione con Tornatore mi avrebbe dato così tante chances in Italia. Ho lavorato ad esempio con Maria Sole Tognazzi, poi con Giovanni Veronesi in Italians anche se il regista ha poi sforbiciato un bel po’ della mia parte; tuttavia in questo film è stato molto bello lavorare accanto a Carlo Verdone, rivelatosi per me un ottimo maestro sul campo dal quale ho imparato molto. A tal proposito devo dire che la commedia in una lingua che non è la tua è qualcosa di molto difficile, perchè la commedia è una questione di tempi, difficili da garantire in una lingua che non ti appartiene.
Ksenia partecipa in seguito al film La doppia ora di Giuseppe Capotondi, film presentato in concorso al Festival di Venezia 2009, al termine del quale le è stata assegnata la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: “Certo sono stata molto felice di questo premio, ma credo non sia stato del tutto meritato visto che vi erano come candidate attrici a mio avviso molto più brave di me…Quando, però, in seguito ho fatto anch’io da giurata alla Mostra di Venezia ho capito che quel premio caratterizza più la giuria che gli attori che lo ricevono…”
Al Bif&st l’attrice è presente con ben tre film: “Noi 4” di Francesco Bruni, “La foresta di ghiaccio” di Claudio Noce e “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores.
L’oggi fra Russia e Italia: “In questo periodo mi divido fra Russia e Italia, facendo la pendolare a seconda dei miei impegni di lavoro. Amo molto il mio paese, che sta attrvaersando un momento difficile…spero che questa follia un giorno possa passare. Mi sarei volentieri trasferita stabilmente in Italia, anche perchè sia io sia i miei figli ci stiamo bene, ma mi manca ancora il pieno possesso della lingua, per cui se mi trasferissi qui riuscirei, almeno per ora, a fare solo la metà di quello che posso fare…per cui penso di rimandare la decisione a fra una decina d’anni.”
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