Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

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L'attrice Paola Gassman - Ph. © Ferruccio Cornicello

L’attrice Paola Gassman – Ph. © Ferruccio Cornicello | Photo gallery nel testo

di Enzo Garofalo

Com’è noto, fra gli eventi centrali del Bari International Film Festival (Bif&st) vi è quest’anno la doppia retrospettiva dedicata all’attore Vittorio Gassman e al regista Dino Risi che lo ha diretto in numerosi film. Un’occasione che ha permesso, nel corso dell’ultima settimana, di ripercorrere a vario titolo due carriere cinematografiche di prim’ordine. Nella stessa ottica di approfondimento, ma passando attraverso la rievocazione di memorie familiari e lo studio critico di una carriera multiforme e affascinante, è stato impostato l’appuntamento di ieri mattina al Circolo Barion con Paola Gassan, primogenita del grande attore italiano e lei stessa nota attrice di teatro e televisione. A moderare l’incontro nel quale è intervenuto anche lo storico dello spettacolo Fabrizio Deriu, curatore del volume Vittorio Gassman. L’ultimo mattatore, c’era Jean Gili, critico cinematografico francese tra i più noti e uno dei primi ad occuparsi con particolare attenzione di cinema italiano.

Paola Gassman a Bari ha ricordato il padre e alcuni degli altri protagonisti del suo libro “Una grande famiglia dietro le spalle” (edito da Marsilio nel 2007) che, come recita il sottotitolo, è la straordinaria storia di tre generazioni di attori. Sì, perchè andando a ritroso, oltre Paola e suo fratello Alessandro, troviamo papà Vittorio e la madre di Paola, l’attrice Nora Ricci, a sua volta figlia del grande attore Renzo Ricci nonché nipote di Ermete Zacconi, vero monumento storico della recitazione in Italia. Un libro che – racconta Paola – non è una semplice biografia di famiglia ma l’adempimento di una promessa a un padre come Vittorio Gassman che, soprattutto negli anni della maturità, aveva coltivato il mito della famiglia d’arte, sentendosi a sua volta capostipite di una nuova dinastia d’artisti, proiezione verso il futuro di una tradizione risalente all’Ottocento: “Quando mi complimentai con mio padre per la pubblicazione di un testo scritto da lui, che conteneva lo studio di vari personaggi interpretati oltre a diversi momenti autobiografici, mi disse che un giorno avrei dovuto completare io le parti mancanti e così, quando è morto, ho sentito una sorta di richiamo e l’ho fatto”.
 

Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

Paola Gassman, lo storico Fabrizio Deriu (a sin.) e il critico cinematografico Jean Gili, Circolo Barion, Bari - © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

L'attrice Paola Gassman, Circolo Barion, Bari - Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

L'attrice Paola Gassman, Circolo Barion, Bari - Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

L'attrice Paola Gassman, Circolo Barion, Bari - Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

L'attrice Paola Gassman, Circolo Barion, Bari - Ph. © Ferruccio Cornicello

Al Bif&st Paola Gassman ricorda suo padre Vittorio, uomo complesso e artista unico

L'attrice Paola Gassman nel corso di un'intervista televisiva, Circolo Barion, Bari - Ph. © Ferruccio Cornicello

 
Fu questo l’input per la ricostruzione di una storia che – spiega l’attrice – muove i suoi passi dalla Germania, patria del nonno Enrico giunto a piedi nel 1920 in Italia, terra dove avrebbe incontrato la donna da sposare. E poi ci sono, oltre al nonno materno Renzo Ricci e al prozio Ermete Zacconi, tante altre rilevanti figure del cinema e del teatro italiano, che per Gassman padre, così come per i suoi figli, avrebbero spesso avuto un’influenza determinante. E poi le donne sposate, tutte attrici: da Nora Ricci, madre di Paola, all’americana Shelley Winters, madre di Vittoria, unica figlia tenutasi lontana dalle scene diventando medico, alla francese Juliette Maynel, madre di Alessandro, anch’egli attore, a Diletta D’Andrea, madre di Jacopo, regista e documentarista. Un turbinio di familiari, amici, amori, divorzi, figli e successi professionali, che diventa narrazione di un affascinante pezzo di storia dello spettacolo in Italia.

Un universo familiare ed artistico che nelle parole di Paola, è riemerso dalle pagine del libro per farsi racconto quasi confidenziale davanti a un pubblico attento a cogliere soprattutto il lato umano di un artista amatissimo come Vittorio Gassman. Un uomo dalla personalità complessa, oscillante fra riservata timidezza e istrionica prorompenza, “dualismo che – afferma sua figlia – “penso abbia giocato un ruolo fondamentale nella profonda depressione che lo afflisse negli ultimi anni della vita; un’esperienza talora così dolorosa da spingerlo a sperimentare persino la terapia dell’elettroshock, a dispetto del parere contrario dei familiari”. Fu dunque un uomo ricco di contrastanti sfaccettature, forte e severo ma al tempo stesso insicuro e fragile, “un padre – aggiunge Paola – che non ha mai voluto essere tale, eppure ha sempre cercato di condividere la sua passione, la recitazione, con i propri figli, come dimostra il successo di Alessandro nel cinema e la mia ormai lunga carriera nel teatro”. “Del resto – conclude – avendomi avuta come figlia alla giovanissima età di 23 anni, più che un classico rapporto genitoriale, improponibile per un giovane di quell’età, il nostro è stato un rapporto fra amici, via via consolidatosi nel tempo. Tutto sommato è stato un grande padre perchè nella sua negatività ha trovato il modo di essere splendido”.

Paola Gassman con lo storico Fabrizio Deriu e il critico cinematografico Jean Gili - Ph. © Ferruccio Cornicello

Paola Gassman con lo storico Fabrizio Deriu (a sin.) e il critico cinematografico Jean Gili – Ph. © Ferruccio Cornicello

Profondamente compenetrato nel suo lavoro, Gassman – ha spiegato lo storico Fabrizio Deriu – è stato un attore che “ha attraversato tutti i generi e i ruoli: drammatico e comico, come attore, regista e autore, in teatro, cinema e televisione, rappresentando autori classici e moderni, sia in Italia che all’estero, e riportando sempre un grande successo”. Pur muovendo dal teatro classico – ha aggiunto lo studioso – “Gassman ha lavorato molto per avvicinarsi al grande pubblico, alternando poesia e numeri da circo, linguaggio colto e battuta popolare,  e creando grandi personaggi tragici ma anche calandosi in figure cialtronesche e popolari, accolti sempre con enorme favore da parte del pubblico”.

In questo multiforme utilizzo di mezzi espressivi, Paola ha quindi ricordato quanto sia stato determinante il contributo dei due grandi registi Mario Monicelli e Dino Risi nel passaggio, cruciale per suo padre, da una carriera prettamente teatrale a quella cinematografica. Passaggio tanto più difficile per un uomo come lui che nel teatro ebbe sempre “ambizioni autoriali” e nel cinema “come ogni grande artista non amava riguardarsi, pensando di essere pessimo”. “Per un attore nato in un contesto teatrale – spiega – non è stato facile passare davanti alla cinepresa, e in questo l’apporto di Monicelli e Risi è stato fondamentale perchè lo hanno mascherato in personaggi che riuscivano a ingabbiare la sua vera natura di timido”. Un amore, quello per le tavole del palcoscenico, che trova espressione nell’emblematica frase “il teatro è un mestiere pericoloso dove l’unica possibilità è aggravarsi” ricordata da Paola per evidenziare la passione di un uomo pronto, per la recitazione, “a modificare totalmente la sua natura: da timido a cavallo pazzo, da fragile nella vita a cattivo nei panni di tanti suoi personaggi”. Insomma Gassman fu un artista così poliedrico che risulta una sfida impossibile tentare di inquadrarlo in banali categorie. In realtà la figura del mattatore fu solo uno dei tanti aspetti di una persona che la figlia ha voluto, con tenerezza, ricordare soprattutto per le sue qualità più intime: quelle di uomo timido ed empatico.

Inevitabile, a fine incontro, la domanda sui giovani e il mestiere dello spettacolo e sulla disponibilità di Paola Gassman a fondare una scuola in cui insegnare il difficile mestiere dell’attore: domanda alla quale l’attrice ha risposto con molta franchezza, sottolineando la già eccessiva presenza di scuole e l’inopportunità di incoraggiare, e talora illudere, i ragazzi rispetto a un’arte con cui ha senso cimentarsi soltanto se mossi da un’autentica vocazione, quella cioè che dà la forza di affrontarne le mille difficoltà.

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Paola Gassman mentre rilascia autografi al pubblico del Circolo Barion, Bari, Bif&st 2017 - Ph. © Ferruccio Cornicello

Paola Gassman mentre rilascia autografi al pubblico del Circolo Barion, Bari, Bif&st 2017 – Ph. © Ferruccio Cornicello

 
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