di Redazione FdS
A 94 anni compiuti, dei quali circa la metà trascorsi in Puglia, Lisetta Carmi – una delle più grandi fotografe del XX secolo – è protagonista della mostra “Il Maaac per Lisetta Carmi” allestita dal 15 al 29 maggio 2018 presso il Museo Area Archeologica-Arte Contemporanea di Cesternino, la cittadina in provincia di Brindisi dove l’artista ha scelto di vivere. Il MAAAC ha deciso di dedicare una sala ad una selezione di opere fotografiche di una artista internazionale che ha trovato in Cisternino il suo luogo d’elezione. Sono circa 30 gli scatti che attraversano il suo percorso creativo e documentativo negli anni ’60 e ’70 del ’900: dai travestiti ai portuali di Genova (la sua città), al Venezuela, ecc. L’esposizione vuole essere un primo passo verso la individuazione di una sede stabile che a Cisternino possa accogliere l’ampio e importante lavoro di Lisetta Carmi.
«Ho fotografato per capire»: è questa la frase chiave per comprendere la poetica di un’artista che ha votato la sua carriera fotografica alla comprensione della realtà con occhio discreto, cogliendo “l’attimo pieno di significato”, per citare Henri Cartier-Bresson a cui fu da qualcuno paragonata in occasione dei primi scatti realizzati – ancora giovanissima, con una Agfa Silette e senza alcuna formazione tecnica alle spalle – a San Nicandro Garganico, in Puglia, dove era approdata insieme al suo amico etnomusicologo Leo Levi, qui venuto a studiare i canti della locale comunità ebraica. Affascinata dalla luce e dalla bellezza dei luoghi, Lisetta passò quindi a visitare anche Rodi Garganico, Venosa, le catacombe ebraiche. Fu il suo incontro folgorante con la fotografia e comprese quale potere potesse contenere un’immagine. Fu per lei, e anche per gli altri, la rivelazione di un grande talento che andò a sommarsi a quello per la musica, la sua prima grande passione.
Di origine ebraiche, ha vissuto un’adolescenza segnata dall’orrore delle persecuzioni razziali; fu costretta ad abbandonare la scuola, mentre i suoi fratelli andarono a studiare in Svizzera. Allora viveva a Genova, in una casa di Lungoparco Gropallo, in compagnia del suo pianoforte, nel cui studio era guidata dagli insegnamenti del maestro They. Un rapporto, quello con lo strumento, destinato a interrompersi quando di fronte alle rivendicazioni della classe operaia e in un momento in cui la politica italiana sembrò imboccare una svolta a destra, Lisetta decise – con sommo sconforto del suo maestro – di partecipare alle manifestazioni di piazza, noncurante del fatto che le sue mani di pianista potessero subire qualche incidente.
Abbandonò così la sua già avviata carriera musicale, senza peraltro abbandonare lo studio della musica che durò almeno 35 anni. Per tre anni, dal 1961 al 1964, è stata fotografa di scena al Teatro Duse di Genova, ma il suo sguardo si allargò agli studi degli artisti, alle vie di città desolate, ai volti dei profughi, ai bambini, alle chiatte del porto genovese, alle case e ai letti dei travestiti la rivelazione della cui esistenza fece scandalo nella società perbenista degli anni ’70: “amo i poveri, gli emarginati e i bambini che sono la vera ricchezza del mondo”, dichiarò Lisetta in un’intervista.
Lisetta Carmi fu la prima in Italia a documentare un parto naturale, e lo fece con immagini ancor oggi potenti e impressionanti, ma la sua arte fu anche strumento di denuncia delle condizioni di lavoro degli operai del porto di Genova, con i loro volti segnati dalla fatica e la salute messa a rischio dallo scarico dei fosfati (fece scalpore l’immagine dell’operaio ricoperto di polvere bianca). Da un lato i protagonisti del mondo culturale cittadino, dall’altro il volto nascosto e a volte inconfessabile della sua Genova.
Straordinari anche i ritratti di Ezra Pound. Li realizzò durante un incontro fugace con il poeta nella sua casa di Rapallo, dove si era rifugiato una volta uscito dal manicomio criminale statunitense in cui era stato internato per motivi politici. Non fu l’unico esponente di spicco del mondo della cultura a finire davanti al suo obiettivo, avendo realizzato ritratti di artisti come Lucio Fontana, Luigi Dallapiccola, Leonardo Sciascia, Claudio Abbado, Joris Ivens, Carmele Bene e Lele Luzzati.
Molto significativi anche gli scatti realizzati durante i numerosi viaggi compiuti in giro per l’Italia e per il mondo: dalle foto scattate in Sicilia e in Sardegna a quelle realizzate in paesi stranieri come l’America Latina, l’Irlanda, Israele, la Palestina, l’Afghanistan e l’India.
E proprio il rapporto con l’India sarebbe stato cruciale per la sua vita futura: là conobbe infatti il maestro Babaji, uno yogi considerato immortale che, a quanto pare, le indicò Cisternino come meta definitiva della sua esistenza; luogo dove, nel 1979, Lisetta avrebbe fondato l’ashram Bhole Baba, dedicandosi alla diffusione dell’insegnamento del suo maestro, e dove è ancora felice di vivere.
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Maaac (Museo Area Archeologica-Arte Contemporanea), CisterninoPiazza Garibaldi
Orario: dalle 18.00 alle 21.00
Ingresso libero
IL LUOGO