di Redazione FdS
Un progetto da 7 milioni di euro finanziato con i i fondi dedicati dalla Unione Europea alle Regioni della “Convergenza” (si tratta di fondi destinati a Puglia, Calabria, Sicilia e Campania, per il sostegno delle attività di ricerca e innovazione nelle 4 Regioni con l’obiettivo di farne motori di sviluppo sociale e economico) per il potenziamento delle strutture e delle dotazioni scientifiche e tecnologiche: è quello che – a meno di un anno dall’inizio dei lavori – ha portato alla nascita, presso il Politecnico di Bari, del nuovo supercomputer per la ricerca e la pubblica amministrazione. Si tratta di un elaboratore elettronico capace di una potenza di calcolo pari a 15mila computer, con una capacità di memoria di oltre 6mila terabyte e l’idoneità a scambiare dati con l’esterno ad una velocità di 10 Gbit al secondo. Il centro di calcolo ReCaS è stato realizzato nel campus universitario pugliese dal Dipartimento inter ateneo di Fisica «M. Merlin» e dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare. A detta del prof. Roberto Bellotti, responsabile scientifico del progetto, del prof. Giorgio Maggi (dipartimento di Fisica) e del dott. Giacinto Donvito (tecnologo dell’Infn), il supercomputer può essere considerato “uno dei più versatili e potenti fra quelli pubblici italiani, essendo stato progettato e realizzato per andare incontro alle più diverse esigenze e richieste di servizi informatici da parte di una platea di utenti ampia e differenziata”.
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Il nuovo supercomputer è il punto di arrivo di un percorso in atto fin dal 2009 e già nelle sue versioni meno potenti ha rappresentato lo strumento fondamentale di calcolo per le ricerche svolte in particolare dai fisici subnucleari baresi che se ne sono serviti in relazione ai complessi calcoli su cui si fonda la scoperta del Bosone di Higgs nel 2012. Con questro strumento, utile per calcoli scentifici ad alto tasso di complessità e in generale per le esigenze di calcolo di comunità scientifiche di medio-piccole dimensioni, la Puglia si pone in linea con altre regioni europee più all’avanguardia.
L’obiettivo ulteriore che il progetto si pone ora è quello di fare in modo che il Data center risulti utile non solo alla comunità scientifica italiana e straniera nel campo della fisica, della bioinformatica e delle neuroscienze, ma anche alle imprese e alla pubblica Amministrazione, che potranno disporre di tecnologie per calcolo e memorizzazione dati oltre che di personale specializzato formatosi grazie a tre master universitari sul Cloud computing, organizzati dall’Università di Bari e dall’Infn e già svoltisi parallelamente alla realizzazione del supercomputer.
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