di Redazione FdS
Nell’ambito delle attività dedicate ai giovani la Fondazione Petruzzelli presenta la nuova produzione Aladino e la sua lampada, commissionata al maestro Nicola Scardicchio che ne ha composto musiche e versi e per la regia di Marinella Anaclerio che ne ha curato dialoghi e drammaturgia. Dirigerà l’Orchestra del Teatro Petruzzelli il maestro Alvise Casellati, maestro del Coro del Teatro Petruzzelli Fabrizio Cassi. Le scene sono di Francesco Arrivo, mentre il disegno luci è di Peppino Ruggiero.
Interpreti: Andrea Inglese (Aladino), Alberto Comes (Mago/Sultano), Patrizia Labianca (Madre di Aladino), Tony Marzolla (Gran Visir/Genio della Lampada), Antonella Carone (Principessa Budur), Carlo Callea (Mohammed), Maria Giaquinto (Fruttivendola/Sultana), Loris Leoci (Banditore), Marco Altini (Genio dell’Anello/Guardia), Dino Parrotta (Messo/Guardia).
DALLA NOTA DEL COMPOSITORE NICOLA SCARDICCHIO
Quando il saggio indica la luna
Lo stolto guarda il dito
… ma quanti sono i saggi che in fondo amano farsi guardare il dito? Raccontare la storia di Aladino è raccontare un percorso di iniziazione e crescita, analizzare nel profondo il rapporto tra Maestro e discepolo, insomma è raccontare una favola ricca di significati esoterici.
Aladino è un ragazzino sconosciuto, di famiglia poverissima, svogliato e fantasioso che, affrontando con coraggio e determinazione una serie di prove in cui rischia anche la vita, riuscirà a diventare un principe amato da tutti. La celebre favola orientale sceglie una metafora molto forte per raccontare le qualità innate ed inesauribili di cui tutti siamo dotati: nel fondo di una grotta meravigliosa, piena di ogni genere di ricchezze, l’oggetto più prezioso è una vecchia lampada ad olio, il Vero Io che spesso giace silenzioso e sommerso da tante illusioni. Il Mago avido, che si presenta come zio amorevole e Maestro, conduce Aladino alla Grotta a cui solo il ragazzo ha accesso, per rubargli la “sua Lampada”, dunque la sua personalità. Quanti Maestri nei secoli e tutt’oggi non voglio altro che passivi proseliti? Dal momento che Aladino intuisce che quella Lampada ha un valore vitale per lui, si rifiuta di darla al finto Zio, che per vendetta lo chiude nella grotta.
Comincia lì il suo percorso di crescita. La Madre, che poco si fida di lui, lo segue con diffidenza, e per timore lo frena costantemente. Anche questo aspetto può essere considerato un archetipo: le persone più difficili da convincere del nostro cambiamento sono proprio le persone più vicine. All’inizio il ragazzo, intimidito dalla donna, si accontenterà di utilizzare la Lampada solo per assicurarsi la sopravvivenza, ma quando s’innamora della Principessa sfiderà se stesso ed il suo ambiente per essere fino in fondo all’altezza dell’oggetto del suo amore. L’Amore è dunque l’altra metafora della favola, l’importanza dello stimolo che deriva dall’amore sincero per un’altra creatura, stimolo che porterà Aladino sempre più in alto.
Abbiamo scelto di sviluppare la fiaba fino alla conclusione di quello che può essere considerato il nucleo fondamentale: il matrimonio di Aladino con la principessa Badr-al- Budur. Tutta la seconda parte, il ritorno del Mago con la sua sconfitta definitiva, è in fondo un ripetersi di temi con prove ulteriori che, pur nella piacevolezza dell’intreccio, in sostanza aggiungono poco al già detto. Una fiaba per bambini dunque … ma non solo! (…)
C.so Cavour
L’opera è in programma per le scuole in doppia rappresentazione alle 10.00 ed alle 11.30: martedì 21, mercoledì 22, giovedì 23, venerdì 24, lunedì 27, martedì 28, mercoledì 29 giovedì 30 e venerdì 31 marzo, lunedì 3, martedì 4 mercoledì 5, giovedì 6 e venerdì 7 aprile.
Informazioni www.fondazionepetruzzelli.it, sezione Ufficio Scuola
La rappresentazione aperta al pubblico di tutte le età, con biglietti al costo di 5 euro, andrà in scena sabato primo aprile alle 17.00
Biglietti in vendita al botteghino del Teatro Petruzzelli e on line su www.bookingshow.it. Informazioni 080.975.28.10
IL LUOGO