di Kasia Burney Gargiulo
A novembre scorso vi abbiamo parlato di quello straordinario “pozzo di S. Patrizio” che è il cantiere della Stazione Municipio della Metropolitana di Napoli corrispondente all’area del porto antico della città greco-romana. Quel giacimento di oltre tremila reperti archeologici di vario genere rivelava la presenza di una quinta nave di epoca imperiale romana, ritrovata nel corso dello scavo del corridoio di collegamento tra il pozzo di stazione della Linea 6 e quello di manovra di via Acton ed andata ad aggiungersi alle altre quattro barche, di varie dimensioni, già rinvenute nello scavo di Piazza Municipio. Le sorprese però non sono finite perchè nei giorni scorsi sono stati comunicati gli ultimi aggiornamenti.
A fornirli nell’ambito degli Incontri di Archeologia al Museo Archeologico Nazionale, giunti alla ventesima edizione, sono state le dottoresse Daniela Giampaola, funzionario responsabile della Soprintendenza Archeologica per il territorio di Napoli e Giulia Boetto del Centre Camille Jullian dell’Università di Aix Marseille, le quali hanno comunicato il ritrovamento di altre due navi.
Le due nuove navi, denominate Napoli F e Napoli G, si aggiungono alle cinque già rinvenute e sono riconducibili entrambe ai secoli II e III dopo Cristo. I resti delle imbarcazioni giacevano ai limiti dell’area di scavo, tagliati dalla paratie del cantiere. Il relitto Napoli F, essendo molto frammentario, è quello che presenta condizioni di indagine più complesse mentre il relitto Napoli G è stato già portato alla luce per una lunghezza di circa dieci metri. Insieme ai due relitti sono emersi altri legni navali, remi, pezzi di albero conficcati sul fondo dopo il III secolo dopo Cristo per la realizzazione di palizzate. Ai margini di quello che fu l’antico porto sono state ritrovate già in precedenza tracce anche di un impianto termale oltre a numerosi altri reperti in parte oggi esposti nella Stazione Neapolis, l’area museale annessa all’uscita della Stazione Museo.
L’area di scavo intorno alla quale prossimamente aprirà la stazione della metropolitana della Linea 1, corrisponde a quella dell’antico porto della colonia greca Neapolis compresa nella zona delle attuali strade Anticaglia, Tribunali, San Biagio e Benedetto Croce. I primi relitti già recuperati sono oggi stoccati in un deposito in attesa della presentazione al pubblico; sono stati rinvenuti in buono stato di conservazione grazie al sedimento fangoso che li aveva completamente seppelliti.
Nel progetto Siza-Souto de Mura della Stazione Municipio, sono contemplati ampi spazi espositivi, che a breve consentiranno ad utenti e visitatori di percorrere una sorta di viaggio nel tempo sul margine della grande cinta bastionata di Castel Nuovo, finita interrata dopo l’Unità d’Italia, in un’area in cui, inoltrandosi nel sottosuolo, sono emerse tracce di costruzioni aragonesi, i resti del Palazzo dei Del Balzo con gli stemmi di XIV secolo, un ambiente del XIII secolo con una grande vasca che captava l’acqua di falda, e poi, scendendo più giù a circa 18 metri dall’attuale piano stradale, il porto, le navi e gli altri resti finiti in fondo al mare.
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