Ospite della rassegna “I Dialoghi di Trani”, ha parlato di responsabilità e bellezza nella cura del paesaggio, ripercorso momenti della sua straordinaria carriera e dichiarato il suo amore profondo per la Puglia
di Redazione FdS
Nell’ora blu del primo giorno d’autunno la bianca cattedrale di Trani è un diamante splendente contro un cielo che sa ancora di estate, tra effluvi di salsedine, carezzevoli refoli di vento e sfumate note d’organo riecheggianti dall’interno dell’edificio sacro. Alla base dell’altissimo campanile duecentesco un palco e una platea attendono l’ospite d’onore con cui la rassegna “I Dialoghi di Trani” ha voluto celebrare il suo diciottesimo compleanno, importante punto di arrivo di un percorso fatto di idee, di libri, di autori, che nel tempo hanno reso questo appuntamento una delle manifestazioni culturali di punta del panorama nazionale. Attesa da un pubblico che fin dal pomeriggio ha occupato i numerosi posti a sedere, è l’attrice britannica Helen Mirren, un nome che gli amanti del Cinema collocano nell’olimpo della Settima Arte, accanto a icone assolute come Meryl Streep, Judi Dench e Maggie Smith. E a renderla degna di ammirazione non è solo l’Oscar, meritatissimo, per la magistrale interpretazione in The Queen di Stephen Frears, o i vari e prestigiosi Golden Globe, Bafta, Emmy Awards, Tony Award, fino all’italiana Coppa Volpi, ma una straordinaria carriera divisa, fin dagli anni ’60, fra teatro classico/contemporaneo, televisione e cinema nel quale, in un progressivo crescendo, è stata diretta da registi come Luis Buñuel, Ken Russell, Peter Greenaway, Peter Sellers, Luc Besson, suo marito Taylor Hackford, l’italiano Paolo Virzì e numerosi altri, per lo più ascrivibili al Gotha del cinema mondiale.
Anticonformista, ironica, un passato da convinta antimonarchica a dispetto delle sue ascendenze nobiliari (di origine russa da parte di padre, annovera fra i suoi avi un nobile colonnello dell’esercito zarista e un eroe delle guerre napoleoniche) e dei tanti ruoli regali incarnati sullo schermo (l’ultimo, quello di Caterina II di Russia in cui la vedremo nella miniserie televisiva anglo-americana Catherine The Great in onda ad ottobre), Mirren è profondamente innamorata del suo lavoro, ma ama mettere la propria notorietà al servizio di cause sociali che meritano di essere supportate, se necessario anche schierandosi politicamente. Proprio la sua disponibilità all’impegno civile l’ha portata a partecipare a “I Dialoghi di Trani”, il cui tema dominante era quest’anno la “Responsabilità”. E su “Responsabilità e bellezza attraverso la cura del paesaggio” l’attrice, assistita dall’interprete Lucia Sollecito, ha conversato con Antonella Gaeta, giornalista de La Repubblica Bari. Un argomento che non poteva non prendere le mosse dal legame che da oltre un decennio intercorre fra l’attrice e la Puglia, terra di meravigliosi paesaggi ormai noti e amati in tutto il mondo.
Un amore a prima vista, nato nell’estate del 2007, quando – ha raccontato l’attrice, allora reduce dell’Oscar per The Queen – ha partecipato al Salento International Film Festival, rassegna di cinema indipendente organizzata a Tricase (Lecce) dal suo amico Gigi Campanile. “Mi trovavo a Tricase, quando ho visto la luna piena alta sul mare e ho percepito il profumo e la poesia di questa terra. E’ stata questa la prima scintilla che mi ha legato alla Puglia”. Così Mirren evoca un momento che per lei ha la forza di una folgorazione.
Il seguito è storia nota: l’acquisto a Tiggiano (Lecce), insieme al marito Taylor Hackford, della splendida masseria cinquecentesca Torre Matine dove trascorre ogni momento libero tra un set e l’altro, a volte rinunciando a proposte di lavoro per fermarsi più a lungo, felice del suo rapporto con la gente del posto. E poi la passione per il giardinaggio – “cosa c’è di più rilassante che andarsene in giro, fra piante e fiori, con un paio di cesoie in mano?” – o l’entusiasmo, da vera “contadina salentina” come ama definirsi, per i suoi 400 alberi di melograno messi a dimora nei terreni di casa: “un frutto antico e una pianta bellissima che – spiega – cresce facilmente senza richiedere grandi sforzi”. Un rapporto d’amore, quello con la natura, la terra e il paesaggio che le fa avvertire con lacerazione il dramma degli uliveti salentini colpiti dalla xylella ricordati con voce rotta dalla commozione: “E’ un disastro con cui vivo a stretto contatto, aggravato dai ritardi e dalle bugie della politica. Prima che la situazione peggiori ulteriormente sarebbe necessario che il governo italiano e l’Unione Europea adottassero misure per cercare di contenerla e sopratutto per sostenere i piccoli olivicoltori che stanno attraversando un momento difficilissimo.”
E fa quasi un mea culpa nel ricordare come al primo manifestarsi del fenomeno lei, così come altre persone, abbiano sottovalutato il problema: “A me come a tanti è sfuggita inizialmente la portata di questo disastro. Sembrava che il problema fosse lì, a pochi passi, ma che non fosse una temibile minaccia. A volte rimprovero me stessa per questa leggerezza anche se non so cosa avrei potuto fare di concreto in quel momento per rendermi utile”. Un cruccio che qualche anno fa l’ha portata a lanciare un appello ai colleghi di Hollywood e alla comunità internazionale affinché si faccia di tutto per salvare gli ulivi monumentali della Puglia salentina, patrimonio non solo italiano ma del Mediterraneo e del mondo intero; un appello che non perde occasione di rinnovare.
Ma “la poesia e la bellezza” della Puglia, per Mirren risiedono non solo nelle immense distese di ulivi, ma “in tutte le sue splendide contrade di campagna popolate di ogni bene che il lavoro dell’uomo sia in grado di produrre, nel suo mare, nei borghi e nelle meravigliose cattedrali, come questa alle nostre spalle” – e indica S. Maria Assunta di Trani, i rintocchi del cui campanile la colgono allegramente di sorpresa: “Ecco, questo è Dio che viene a sostenerci… – dice sorridendo, e aggiunge: “…è proprio un miracolo ciò di cui avremmo bisogno in questo momento…”. Un miracolo che salvi l’uomo da se stesso e, con lui, la Bellezza che lo circonda, troppo fragile per farcela da sola. Bellezza che per Mirren non è solo ”fisica”, ma coinvolge vari piani dell’esistenza: “Sto cercando da tempo – dice – un termine unico che possa racchiudere in sè più categorie di bellezza, che vada cioè oltre la bellezza fisica delle persone o delle cose, dell’arte o della musica, e coinvolga anche aspetti che abbiano a che fare col carattere, la personalità, la carica di energia positiva che ciascuno è in grado di esprimere”.
Ma in questa visione olistica della Bellezza, la Natura, madre di ogni bellezza, occupa per Mirren un posto speciale, degno della massima attenzione: “E’ necessario – prosegue – riconquistare il rispetto per l’ambiente e la sua tutela, a maggior ragione da parte di chi, come i pugliesi, ha la fortuna di vivere in un paradiso. Cominciamo dai piccoli gesti, evitando ad esempio di lasciare rifiuti agli angoli delle strade…qualcosa di terribilmente brutto da vedere oltre che di dannoso per l’ambiente in cui viviamo. Impariamo ad andare oltre quello che è nelle nostre immediate vicinanze, pensando che là fuori c’è un mondo che appartiene a tutti”. Un mondo che i cambiamenti climatici e la pressione dei rifiuti stanno mettendo a dura prova e che giovanissimi come Greta Thumberg vogliono tentare di salvare: “Trovo che oggi ci sia una generazione di giovani meravigliosi, persone – afferma – che guardano al mondo avendo ben chiara la visione del futuro a cui aspirano. Penso che questo movimento, ormai presente in tutte le principali città del pianeta, non solo sia legittimo ma meriti il dovuto sostegno. Ed ho trovato particolarmente significativa la manifestazione di ieri a New York, perché organizzata in un Paese il cui attuale Presidente è una figura potenzialmente distruttiva per l’ambiente”.
Ma non c’è tutela senza responsabilità, quella che ciascuno di noi dovrebbe assumersi, soprattutto in rapporto al ruolo svolto nella propria vita. Quali sono la forma e il grado di responsabilità di un’artista di successo nota il tutto il mondo? “Credo che la mia responsabilità derivi dal fatto che io, come accade in questo momento, ho la possibilità di parlare ad un microfono, a differenza di tante altre persone a cui tale possibilità non è data. Pertanto ho, e sento, l’obbligo di attirare l’attenzione su quelle realtà nelle quali, il mio cuore mi suggerisce si stia consumando un’ingiustizia o un abuso contro valori meritevoli di essere protetti. E non perché io ritenga di dover imporre alle altre persone la mia visione, ma solo allo scopo di sensibilizzarle su un tema degno di attenzione nell’interesse generale”.
La conversazione si avvia verso la fine quando torna a riemergere nel discorso la figura di Mirren attrice, sublime interprete di caratteri e di emozioni. L’intervistatrice le chiede se sia d’accordo con Sophia Loren nel ritenere che lavorare nel cinema come attori sia una sorta di “guerra” in cui ci si ritrova spesso a dover scansare pericoli. “Condivido in parte questa visione – osserva Mirren, rivolgendo alla collega italiana pensieri di grande stima professionale – ma penso che parlare di ‘guerra’ sia un po’ troppo. E comunque ritengo che questo riguardi sopratutto i giovani attori, in quanto col tempo e con l’esperienza si può imparare a gestire bene certi aspetti negativi del mestiere. Io ringrazio il mio lavoro per le grandi opportunità che mi ha regalato, consentendomi in particolare di conoscere luoghi e personaggi che altrimenti non avrei conosciuto, così come di calarmi nei panni di figure straordinarie facendole spesso ‘rivivere’ negli spazi reali della loro esistenza….Dopo tutto devo dire grazie al mio lavoro se ora mi trovo qui a Trani…”. Ecco quindi che a chiudere il cerchio tocca ancora una volta alla Puglia, “terra meravigliosa – conclude la Mirren, scatenando il caloroso applauso del pubblico – dove continuerò a vivere per sempre”.
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