di Kasia Burney Gargiulo
Gli archeologi lo avevano previsto e sta accadendo davvero: un po’ alla volta va ricomponendosi il puzzle della colossale statua di Atena di cui nei giorni scorsi a Castro, suggestivo e antichissimo borgo marittimo in provincia di Lecce, è stato ritrovato l’enorme busto femminile in marmo con chitone drappeggiato sul seno e tracce di un raro rosso porpora testimone di antiche e perdute plicromie. Un ritrovamento la cui notizia ha fatto il giro del mondo perchè testimonierebbe l’effettiva localizzazione dell’Athenaion di cui parla Virgilio nell’Eneide in riferimento al primo approdo italiano di Enea in fuga da Troia distrutta. Un collegamento che fra storia e leggenda sta facendo sognare gli amanti dell’archeologia e della storia antica.
Gli studiosi si erano detti certi che a breve altri frammenti della statua sarebbero emersi dal terreno nell’area sottoposta da anni a scavo archeologico da parte dell’equipe guidata da Amedeo Galati, con la direzione scientifica del prof. Francesco D’Andria, ed infatti nelle ultime ore è emerso il palmo di una mano colossale con un leggero accenno di falangi (la falange di un dito e un braccio sono già stati ritrovati insieme al busto), probabile anticipo di ulteriori ritrovamenti che potrebbero presto riguardare la testa della dea, la parte inferiore del corpo, l’altro braccio ed eventuali attributi annessi.
Ricordiamo che la scultura, a dimensione intera e compreso il piedistallo, secondo gli archeologi dovrebbe raggiungere i quattro metri di altezza, e come, considerate le condizioni particolari in cui è stata ritrovata, deposta su un fianco, si possa ipotizzare che l’interramento non sia avvenuto in modo casuale, ma con la volontà precisa di conservare traccia della divinità dopo una probabile demolizione del vecchio tempio in cui era venerata. Per poter sviluppare però qualsiasi ipotesi che abbia un maggior grado di certezza non rimane che attendere la prosecuzione degli scavi.
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L’APPRODO DI ENEA…
(Per il busto di Atena ritrovato)
Ora che il vento della storia torna a soffiare
su queste terre eroiche per antichi approdi
e i miti dei padri ridesta alle genti,
s’apra la pietra alla gloria e risorga la dea
che in armi si partorì dalla mente di Zeus padre
e da Efeso squarciata dopo il pasto fatale.
Chi se non Atena dea guerriera e dell’intelletto
poteva alle nostre genti insegnar le arti,
le pratiche dei campi e l’andar per mare, nonché
contro le gratuite offese, la fierezza ancestrale?
Dea che la pianta sacra dell’Ulivo donasti
ad Atena e grande e nobile d’arte e di cultura
la rendesti al cuore dei popoli Ellenici;
Tu che indomita e saggia hai sfidato
l’ira dei Titani, protetto gli eroi e i valorosi,
e quando, violata nella vetusta bellezza, Tiresia
rendesti cieco al mondo… ma non al fato;
figlia di Zeus e di Metide, riergi ancora
il tuo scudo a protezione di queste terre
e sia l’ambito dono marmoreo a chi scevro
di malvagità saluta i tuoi nuovi giorni.
Torni pure alla luce l’effige di Medusa
sul grande l’Egida con la fulgida Excalibur
a protezione delle nostre terre, i nostri ulivi
come quando sostenesti i campi de’ greci a Troia.
Il popolo salentino non rinnegherà “diritto d’asilo”
e l’altare tuo Atena tornerà a splendere a Capanne
Indomito nelle acque castriote e, nell’ombra,
sorriderà Cassandra nel conforto del sicuro rifugio.
Il ritrovamento del busto della statua di Minerva (Athena), un braccio e altri reperti in località«Capanne» Castro (Lecce) conferma la presenza del tempio dove si ritiene abbia avuto sede in epoca antica l’Athenaion cantato da Virgilio nell’Eneide allorché descrisse l’approdo in Italia dell’eroe troiano Enea in fuga dalla sua città distrutta e così descriveva il punto del suo sbarco dopo la fuga:
“…e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca…
… Il porto è incurvato ad arco dalla corrente…
…i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva…”
foto di Storie e leggende del Salento magico e misterioso.
La scoperta di portata mondiale, che gratifica la professionalità e la tenacia dell’Archeologo Amedeo Galati e del prof. Francesco D’Andria del busto della statua di Atena (o Minerva, come la identifica la mitologia romana), un braccio e altri reperti in località «Capanne» Castro (Lecce), conferma la presenza del tempio dove si ritiene abbia avuto sede, in epoca antica, l’Athenaion cantato da Virgilio nell’Eneide allorché descrisse l’approdo troiano Enea in fuga dalla sua città distrutta:
“…e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca…
… Il porto è incurvato ad arco dalla corrente…
…i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva…”.
ha ispirato il poeta salentino a comporre una lirica commemorativa dell’inestimabile ritrovamento, a conferma del tempio cantato da Virgilio nell’epico poema. Attraverso il taglio inconfondibile dei suoi versi Antonio Nahi, da sempre impegnato in una poesia di ricerca storico-folcloristica del Salento che non c’è più (ricordiamo la raccolta “Quanto resta del Sud”, Zane Editrice, IV ed. A. 1999), esorta e si auspica che sia portato alla luce ogni reperto rimasto nell’oblio, fino a confermare in maniera inequivocabile, nel busto rinvenuto, l’identità di Minerva, dea nata dalla testa di Zeus che pur di non far partorire la moglie in stato interessante, preferì ingoiarla, chiamare Efeso per farsi spaccare in due il cranio e far nascere la dea, evitando il compiersi dell’antica profezia che qualora Metide (madre di Atena) avesse partorito un figlio, questi sarebbe stato certamente superiore al padre Zues.
Il poeta non ha dubbi: solo la dea che donò la pianta dell’Ulivo ad Atene e la rese grande e gloriosa; solo lei che è espressione di saggezza e forza guerriera, protettrice delle arti e della letteratura, poteva insegnare ai salentini a coltivare la terra, indurli al commercio, alla navigazione e la pesca. Egli dunque si rivolge ad Atena affinché faciliti le ricerche; a lei che coraggiosamente e spietatamente ha combattuto i titani ma protetto gli uomini valorosi come Ulisse e Perseo; tolto la vista a Tiresia per averla contemplata nuda, rendendolo successivamente, l’oracolo più importante della storia. La esorta a far ritrovare anche il suo scudo leggendario che permise a Perseo di sconfiggere Medusa dea incattivita e maliarda. Per tale motivo, nelle sculture mitologiche il suo scudo è rappresentato con la testa della Gorgone scolpita nel centro, il cui sguardo tramutava gli uomini in pietra. Infine, che sia ritrovata anche la spada di Atena, la mitica escalibur, simbolo di forza e di giustizia e sia posta a difesa di queste terre e questi luoghi, come sostenne il campo d’arme greco durante la guerra di Troia.
Certamente il popolo salentino sara riconoscente e, al contrario dei Greci che trascurarono di rispettare il diritto d’asilo presso un suo altare dove la profetessa troiana Cassandra aveva cercato rifugio, i salentini sul promontorio di Capanne, riedificheranno l’antico Athenanion di cui parla Virgilio nell’Eneide, primo approdo in terra italiana di Enea in fuga da Troia.
Storie e leggende del Salento magico e misterioso DOPO APPENA DUE GIORNI LA POESIA CHE HONCOMPOSTO,PER CELEBRARE IL,RITROVAMENTONDELLA STATUA DI MINERVA A CASTRO E, QUINDI, UN ULTERIORE TASSELLO CHE POSSA AFFERMARE LO SBARCO DI ENEA, HA RAGGIUNTO BEN 4.260 VISUALIZZAZIONI. GRAZIE A TUTTI.