di Redazione FdS
Il 17 dicembre 2016, presso il Museo Archeologico dell’Antica Capua, si inaugura a S. Maria Capua Vetere (Caserta) la mostra fotografica, documentaria, multimediale “L’Appia ritrovata – In cammino da Roma a Brindisi”. L’esposizione, aperta fino al 25 marzo 2017, è a cura di Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani, Irene Zambon, Antonio Politano, ed è organizzata da Regione Campania, MIBACT Polo Museale della Campania, Scabec S.p.A., Società Geografica Italiana e Festival della Letteratura di Viaggio.
La mostra, dopo il debutto l’estate scorsa a Roma presso l’AuditoriumExpo-Parco della Musica, fa tappa in Campania per tornare a raccontare il tragitto della prima grande via europea, da Roma a Brindisi, percorsa a piedi nell’estate 2015 dal giornalista e scrittore Paolo Rumiz in compagnia di Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Di quel viaggio sono testimonianza le immagini esposte, molte delle quali sono di Riccardo Carnovalini, integrate da un reportage di Antonio Politano realizzato per il National Geographic Italia (uscito sul numero di giugno 2016) e da istantanee tratte dal documentario girato da Alessandro Scillitani. Esposte anche alcune immagini dei viaggi di Luigi Ottani e dei sopralluoghi di Sante Cutecchia sulla Regina Viarum.
Il percorso espositivo, a cura di Irene Zambon è arricchito da testi e didascalie di Paolo Rumiz e dalle musiche e installazioni audio di Alfredo Lacosegliaz. Ne completano l’impianto un apparato cartografico curato da Riccardo Carnovalini e Cesare Tarabocchia e il materiale documentario custodito negli Archivi della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma-Capo di Bove e della Società Geografica Italiana, oltre a fotografie, cartoline d’epoca, mappe antiche e moderne. Nel corso della mostra sarà presentato anche il libro “Appia” di Paolo Rumiz edito da Feltrinelli Editore e il DVD del documentario di Alessandro Scillitani “Il Cammino dell’Appia Antica” prodotto da Artemide Film.
Il viaggio, e la mostra che lo documenta, hanno restituito il percorso integrale della prima grande via europea, da Roma a Brindisi, a 2327 anni dall’inizio della sua costruzione. L’itinerario di Rumiz e compagni si è concluso il 13 giugno 2015 dopo 611 chilometri, 29 giorni di cammino e circa un milione di passi ed ha permesso di riaccendere i riflettori sulla madre di tutte le vie, da troppo tempo dimenticata fra incuria e ignoranza.“Ripercorrere l’Appia – affermano Ruiz e compagni – è stata un’esperienza magnifica e terribile al tempo stesso, perchè vissuta fra meraviglie e devastazioni”. Grazie ad essa si è voluto “restituire alla gente un bene comune scandalosamente abbandonato, eppure ancora capace – dopo oltre 2300 anni – di riconnettere il Sud al resto del Paese e di indicare all’Italia il suo ruolo mediterraneo. Appia – concludono – è anche un marchio, un “brand” di straordinario richiamo internazionale, uno scrigno di meraviglie nascoste di gran lunga più vario ed antico del Cammino di Santiago de Compostela”.
Su questa strada hanno infatti viaggiato eserciti, merci e idee, si sono incrociati destini di uomini d’ogni condizione sociale, dagli schiavi ai gladiatori diretti a Capua, compresi quelli che capeggiati dal trace Spartaco s’unirono nella celebre rivolta conclusasi con la loro crocifissione lungo il tratto dell’Appia fra Roma e Capua, agli apostoli di Cristo che con la loro predicazione avrebbero determinato il crollo delle religioni pagane, al celebre poeta lucano Orazio che, insieme a Mecenate e ai letterati Virgilio, Plozio Tucca e Vario Rufo l’avrebbe percorsa per intero lasciandone una splendida testimonianza nella Satira V del L. I dei suoi Sermones.
La mostra accompagnerà il pubblico sui Colli Albani, sotto i Monti Lepini con le fortezze preromane sugli strapiombi, lungo i boscosi Ausoni che hanno dato all’Italia il nome antico e ai piedi dei cavernosi Aurunci dalle spettacolari fioriture a picco sul mare. Lo guiderà nella Campania Felix, sui monti del Lupo e del Picchio e gli altri del territorio sannitico, nell’Italia dimenticata degli Osci, degli Enotri e degli Japigi fino alla torrida Apulia.
Paolo Rumiz e compagni, lungo questo esaltante viaggio non sono rimasti soli, essendo stati raggiunti strada facendo da altri compagni d’avventura: Marco Ciriello, Sandra Lo Pilato, Michaela Molinari, Mari Moratti, Barsanofio Chiedi, Settimo Cecconi, Giulio e Giuseppe Cederna, Giovanni Iudicone, Franco Perrozzi, Cataldo Popolla, Andrea Goltara e Giuseppe Dodaro, con la partecipazione straordinaria di Vinicio Capossela.
La scelta di Santa Maria Capua Vetere per questa nuova esposizione non è casuale perchè rievoca l’antica città di Capua, prima tappa lungo il tragitto in direzione di Brindisi. Da qui la scelta del locale Museo Archeologico di dare anche un proprio contributo alla mostra esponendo una scelta di iscrizioni, rilievi e sculture provenienti dalla illustre città campana. Fra gli altri reperti, la rarissima statua di Trittolemo, l’eroe eleusino che avrebbe dispensato agli uomini il dono dell’agricoltura e quindi simbolo della proverbiale fertilità dell’Ager Campanus.
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Museo Archeologico dell’Antica Capua, S. Maria Capua Vetere
Via Roberto d’Angiò 48
Orario visite: da martedì a domenica, dalle ore 9.00 alle 19.30
Informazioni e biglietteria: 0823.798864