di Kasia Burney Gargiulo
“Mangiare antico, mangiare sano. E’ questa la filosofia di vita adottata dall’associazione culturale “The Phoenicians” col progetto “Archeo Cuisine” che utilizzando materiali integrali del territorio, intende far rivivere il patrimonio culturale e gastronomico degli antichi, prendendo spunto da ricette tramandate da fonti letterarie o rinvenimenti archeologici”. E’ quanto ci raccontano Alessandra Conti e Daniele Leone founders di ArcheoCuisine, il progetto di riscoperta della cucina degli antichi, del suo legame con i luoghi e con la loro storia plurimillenaria. Alla sua base una innovativa idea di proposta turistica e culturale che punta ad utilizzare la gastronomia storica come veicolo di scoperta e di suggestione. I curatori studiano la gastronomia antica realizzando, in relazione al contesto storico-archeologico della zona, degli “archeo menù” con ricette il cui recupero assume grande importanza anche per la salute oggi.
Il progetto partirà il prossimo 16 aprile alle 20.30 da Agrigento – Akragas con l’inaugurazione del primo “archeo menù” , denominato “Il Banchetto di Akragas”, con piatti ispirati alla tradizione siceliota e akragantina, preceduto alle 18.00 dalla conferenza “L’alimentazione nell’antichità e la sua valenza oggi”: sede dell’appuntamento l’Hotel Kore di Agrigento. Paolo Antonio Cancedda è l’archeochef incaricato di eseguire le ricette, mentre la conferenza introduttiva sarà moderata dal dott. Filippo Sciacca. Dopo la presentazione del progetto a cura di Alessandra Conti e Daniele Leone, l’archeologa Silvana Francesca Chiara presenterà la relazione “A tavola con i Greci: il cibo e il vino, dati archeologici e analisi di laboratorio”; l’esperta in archeologia subacquea Stefania D’Angelo parlerà di “Garum e stabilimenti in Sicilia”; il farmacista Riccardo Lojacono spiegherà come recuperare la salute con il cibo antico; il dott. Marco Riggi parlerà infine dei “Grani antichi siciliani”.
Il pubblico sarà guidato alla scoperta di una storia millenaria iniziata con le prime genti rodio-cretesi che arrivarono nel sud-ovest della Sicilia nel VI sec. a. C. per costruire la fiorente città-stato di Akragas e coltivare molte terre. Ai costumi greci della madrepatria si affiancarono quelli locali, e la gastronomia divenne un crogiolo di sapori unici, che in molta parte persistono ancora nella cucina siciliana più tradizionale. Tutto il percorso, sulle tracce di evidenze archeologiche e testimonianze gastronomiche di scrittori greci, inizia e finisce con il pane: “Per il pane – sottolineano i curatori – si morì, si sovvertirono regimi, si cacciarono re e ancora oggi, nelle famiglie più legate alla tradizione si lancia un’occhiata all’orologio, per controllare l’orario in cui si sforna il pane, per averlo fresco per la cena e si percorrono chilometri per gustare il pane cotto ancora nel forno a legna, pane vero, profumato e fragrante, caldo come un abbraccio”.
A curare il progetto ArcheoCuisine è l’associazione culturale “The Phoenicians” fondata dagli stessi Conti e Leone, grandi appassionati di archeologia conosciutisi nel 2015 grazie ad Akragas (pagina Facebook dedicata all’antica colonia greca di cui ci resta la splendida Valle dei Templi, patrimonio UNESCO): Alessandra, siciliana, è guida turistica, settore nel quale opera anche Daniele, fiorentino ma anche un po’ valdostano e americano, che vive e lavora in Florida. Il riferimento ai Fenici, nel nome dell’associazione, è l’omaggio al popolo levantino noto per la sua grande indipendenza, oggetto di un esame universitario in Archeologia Fenicio-Punica sostenuto da Alessandra con il prof. Gioacchino Falsone ma al tempo stesso centro di una passione culturale che accomuna i due amici-soci. Come i loro idoli, anche Alessandra e Daniele hanno cominciato a viaggiare lungo le antiche rotte mediterranee, sedotti dai numerosi siti archeologici che costellano le rive del Mare Nostrum. Dal viaggio all’approfondimento di usi e costumi il passo è stato breve ed eccoli immersi nello studio dell’alimentazione, pronti a interrogarsi come mangiassero e cucinassero, migliaia di anni fa, gli abitanti del Mediterraneo, da oriente a occidente. Ha preso così vita il progetto culturale ArcheoCuisine, concepito il 20 novembre 2015 e registrato il 29 gennaio del 2016.
L’associazione spazia in quella che è la vita pratica degli antichi abitanti del Mediterraneo, in tutti i suoi aspetti, attraverso conferenze, eventi, rievocazioni storiche-teatrali e progetti che riguardano la gastronomia antica e la cucina archeologica sperimentale, nelle sedi dell’Associazione o anche presso altre strutture certificate come aderenti al progetto “Archeo Cuisine”. Il progetto non poteva non partire dalla Sicilia e precisamente dalla polis greca di Akragas, oggi Agrigento, città sede dell’associazione. La parte esecutiva degli aspetti gastronomici è stata affidata allo chef sardo Paolo Antonio Cancedda da tempo trasferitosi a Rivarolo Canavese e reduce da precedenti esperienze torinesi nel campo della cucina antica, soprattutto quella egizia e romana, il che gli è valso l’appellativo di “archeo chef”. Il tutto trae spunto da riferimenti e ricette riportate da fonti letterarie o ricavate da ritrovamenti archeologici, senza perdere di vista le specificità del territorio e le tradizioni locali ancora vive. Cancedda fa uso preferibilmente di materie prime integrali, in grado di evocare sapori di altri tempi, ricreati alla lettera quando la ricetta originale è disponibile oppure lasciandosi ispirare da semplici indicazioni negli altri casi, oppure ancora adattando la ricetta al gusto dei nostri tempi. Talora può capitare che di una ricetta si conoscano anche le varianti subentrate nel corso dei secoli, puntualmente confrontate con l’originale, oppure la ricetta viene ricostruita basandosi su piatti di altri paesi da cui essa era originaria. A volte, infine, si conoscono gli ingredienti ma mancano i dosaggi, e allora occorre procedere in via sperimentale finchè non si individua il giusto equilibrio fra recupero filologico e gusto.
Il progetto ha incontrato il favore di due albergatori agrigentini, cosa che ha permesso di mettere in cantiere il primo di una serie di appuntamenti che coinvolgeranno archeologi e nutrizionisti, articolandosi in una conferenza seguita da degustazione. In programma anche la pubblicazione di un libro con le ricette scelte dall’associazione e ispirate al banchetto dell’antica Akragas. L’iniziativa punta infatti a diventare un format stabile rivolto ai visitatori, anche stranieri, del celebre sito UNESCO della Valle dei Templi. Un modo per rendere ancora più affascinante il soggiorno e la fruizione di un lascito culturale così prezioso, al di fuori dei consueti standard gastronomici per turisti che Alessandra e Daniele puntano a sostituire con la loro speciale formula “dallo scavo alla tavola”. L’aspirazione ulteriore dei due giovani è quella di riuscire a riproporre l’esperienza anche in altri siti archeologici con la creazione di altri “archeo menù” contestualizzati.
A dare ulteriori stimoli all’iniziativa vi è anche l’intento di instaurare un confronto costruttivo fra l’alimentazione dell’uomo contemporaneo e il modo antico di godere dei piaceri della tavola, un modo spesso finito in disuso ma pronto ad essere recuperato per diventare oggetto di rinnovato interesse. “Vogliamo – affermano Daniele ed Alessandra – far conoscere a tutti la cucina antica nella sua dimensione di cucina pre-industriale, ossia che quella che precede il concetto consumistico dell'”usa e getta”. Attraverso gli antichi fenici, greci e romani, fondatori della nostra cultura, ci piacerebbe riportare il pubblico ad una tavola imbandita con prodotti autentici, espressione di una tradizione millenaria, che precede la scoperta dell’America e la creazione dei prodotti di largo consumo, qualitativamente inferiori. Empedocle così come Archimede, ma lo stesso dicasi di Dante o Boccaccio, hanno vissuto e contribuito enormemente al progresso dell’umanità facendo tranquillamente a meno di pomodori o patate, notoriamente pervenutici dal Nuovo Mondo”. “Mangiare antico è mangiare sano”: è questo il principio che secondo i “Phoenicians” noi, in quanto discendenti delle antiche genti, dovremmo imparare a recuperare, tenendo bene a mente la prescrizione del medico greco Ippocrate di Kos: “Che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, un precetto particolarmente utile in un momento in cui l’industria alimentare ha finito col porre il profitto al di sopra della qualità e della salute del consumatore. L’invito dei Phoenicians è quello di un ritorno al cibo delle origini, a un ritrovato benessere che possa diventare uno stile di vita giornaliero. Una filosofia che un giovane e illuminato imprenditore siciliano ha deciso di sposare riponendo fiducia in Archeo Cuisine e diventandone lo sponsor.
Alessandra ama sperimentare personalmente gli antichi piatti prima ancora di coinvolgere l’archeochef, e in questo ha il supporto di un gruppo di amici che, unitisi al nucleo iniziale dei soci fondatori, hanno deciso di iniziare a mangiare e bere alla maniera antica, condividendo piacevoli occasioni conviviali basate sul superamento di quegli standard gastronomici globali che sono la negazione di ogni vera identità. Sapori semplici e insoliti per i palati di oggi vengono rivissuti con consapevolezza e curiosità culturale senza trascurarne i risvolti salutari; una scelta che ora puntano a rendere fruibile ad un numero sempre più elevato di commensali. “Studiare la cucina greca in Sicilia ed in particolare l’archeo menù della nostra adorata Akragas, è stata per noi un’esperienza vibrante – affermano Daniele ed Alessandra – i cui risultati non vediamo l’ora di avere modo di fare assaggiare a tutti”.
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Per maggiori informazioni: www.archeocuisine.it – tel. 333.733.3854 – E-mail: phoenician@archeocuisine.it – Facebook