Archeologia industriale. Recuperata in Calabria la centrale idroelettrica di Bivongi, la prima del Sud Italia

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Calabria – Il complesso termale dei Bagni di Guida del 1897, a Bivongi (Reggio Calabria). Qui nel 1914 sorse anche una centrale idroelettrica, la prima del Meridione

di Redazione FdS

Finanziata dalla Regione Calabria nel 1990, l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri inaugurerà domani, sabato 15 marzo 2014, alle ore 11.30 in località Guida di Bivongi (Reggio Calabria) la ristrutturata centrale idroelettrica “Avvenire”*, emblema di archeologia industriale che si inserisce nell’ambito della filiera siderurgica delle Serre, che trova il suo punto più alto a Mongiana, dove, dopo 38 anni di lavori, nel settembre scorso e’ stato inaugurato il Museo delle Reali Ferriere Borboniche.

Proprio nel 2014 ricorrono cento anni dell’entrata in funzione della centrale azionata dalle acque dello Stilaro, ponendo Bivongi tra i pochi centri urbani calabresi allora provvisti di energia elettrica.
 

Macchinari nella Centrale Idroelettica di Guida (Ph. Marcuscalabresus | CCBY-SA3.0

Macchinari nella Centrale Idroelettica di Guida (Ph. Marcuscalabresus | CCBY-SA3.0

L’inaugurazione sara’ preceduta alle ore 9.30 da una manifestazione presso la scuola media “Tommaso Martini” di Bivongi dove interverranno l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri, il Sindaco di Bivongi Felice Valenti, il dirigente scolastico dell’Istituto “Stilo-Bivongi” Giuseppe Gelardi e il presidente del Consiglio d’Istituto Antonio Marrapodi. La relazione sarà tenuta dallo studioso di Archeologia Industriale Danilo Franco, che evidenzierà gli aspetti storici e il funzionamento di una delle prime centrali idroelettriche della Calabria.

A chiusura della manifestazione sarà inaugurata la mostra documentaria e fotografica, rivolta ai visitatori della centrale, che diventa Museo dell’Energia Idraulica.

“L’inaugurazione della centrale idroelettrica di Bivongi conferma diversi elementi, tutti positivi”, dice l’Assessore Caligiuri. “Prima di tutto, bisogna concludere e valorizzare quello su cui in quarant’anni di vita regionale si e’ investito. Poi, occorre fare in modo che gli investimenti siano produttivi, producendo immagine e reddito per i territori. Inoltre, viene recuperata l’identità, non solo storica ma produttiva, dei luoghi, confermando, proprio nel caso della filiera siderurgica delle Serre, che in Calabria si creavano lavoro e prodotti, tanto e’ vero che ancora alla fine dell’Ottocento la nostra veniva ancora considerata una regione “industriale”. Altro dato è la riscoperta e la valorizzazione dell’archeologia industriale e degli ecomusei, settori di grande interesse in una terra che oggi esporta energia e che ha un patrimonio naturalistico molto esteso, composto da parchi, riserve ambientali e oasi marine, chilometri di coste e di boschi”.

Caligiuri ha inoltre ricordato come la Regione Calabria proprio nell’area ha recentemente investito da un lato sulla rete dei musei (Reali Ferriere Borboniche di Mongiana, Museo dei Marmi di Soriano Calabro, Museo della Certosa a Serra San Bruno, Museo minerario di Pazzano) e dall’altro proprio sulla filiera produttiva che da Mongiana, passa per Stilo, Pazzano e Bivongi. Caligiuri ha concluso dicendo che “in questi anni abbiamo cercato di avere una visione organica per valorizzare i nostri tanti beni culturali, che devono integrarsi con l’offerta turistica, le eccellenze enogastronomiche, la produzione artigianale e le innovazioni tecnologiche”.

LA CENTRALE*

La centrale idroelettrica di Guida di Bivongi nacque nel 1914 sullo Stilaro in Calabria per volere della società Avvenire Società Idroelettrica di Bivongi, costituita dai cittadini del piccolo centro. Fu la prima centrale idroelettrica del Sud Italia e forniva energia, all’inizio al solo comune di Bivongi, poi a Stilo e Pazzano. Rimase in attività fino al 1953. L’impianto si trova sulla sponda sinistra dello Stilaro. L’edificio misura 11,5 per 6,5 m. Ospitava due turbine Francis della società Ing. Moncalvi & C.” di Pavia che sfruttavano un salto di soli 22,5 m con una portata di concessione di 0,35 m3/s, derivata con uno sbarramento sul fiume Stilaro e convogliata alla centrale attraverso un canale una volta a cielo aperto, poi in galleria quindi in condotta, per una potenza di circa 80 kW. Erano in funzione anche due alternatori da 90 kW della Ercole Marelli da circa 600 giri/min. L’acqua veniva presa da un’ansa del fiume Stilaro e portata attraverso un canale lungo 150 m sulla sponda destra della fiumara. Sul tratto finale fu edificato un ponte alto 8 metri e lungo 20 metri, dopo una decina di metri si immetteva in una galleria lunga 25 metri, larga 100 cm e alta massimo 140cm ed infine due condotte forzate lunghe 28 metri portavano l’acqua alla centrale.

Oggi Guida, insieme alla centrale Marmarico, è uno dei luoghi da visitare della Vallata dello Stilaro correlati all’archeologia industriale calabrese. Il luogo è legato anche ai Bagni di Guida un antico centro termale nei pressi dello Stilaro. Le sue acque, conosciute fin dall’epoca romana e poi anche durante quella bizantina,venivano chiamate Acque Sante per le loro virtù terapeutiche-medicamentose. Il centro moderno nacque nella seconda metà dell’Ottocento e rimase attivo fino al 1950. Lo stabilimento termale è stato riaperto recentemente. La località, molto frequentata nel periodo estivo soprattutto da chi utilizzza le acque termali, è attrezzata per pic-nic e trekking (è disponibile un percorso segnalato).

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5 commenti

  1. Buon iniziativa, ma non ho capito una cosa: cosa diventerà? Un museo o cosa?

  2. Bellissima iniziativa, ricordo però che non fu la prima centrale elettrica nel sud. Nessuno ancora sa dire con certezza quale sia stata la prima in assoluto e più si va a fondo più ne escono. Ricordo che in Calabria e a Mormanno (CS) già dal 1895 (cioè 19 anni prima dell’entrata in funzione della centrale di Bivongi) c’era una centrale idroelettrica di 60kw sulle sponde del fiume Battendiero. La centrale che forniva energia elettrica al centro abitato di Mormanno già dalla primavera del 1896, fu opera della lungimirante intuizione di tre fratelli che decisero di restaurare un vecchio mulino e fondarono la SEM, società elettrica mormannese.

    • In molte fonti è citata come la “prima”, ma la ringraziamo per aver puntualizzato un diverso dato storico. E’ probabile che sia stata la prima per importanza ed entità della produzione di energia.

      • Per portata e salto sono comparabili, circa 150kw non sono comunque una grande quantità. Diciamo che nel 1895 il rendimento delle turbine e dei macchinari era inferiore. Per la cronaca circa 20 dopo la sua costruzione la centrale di Mormanno fu ammodernata e “raddoppiata”. Credo comunque che sia davvero una ottima iniziativa, molto spesso si ignora e si danno per scontate certe storie. Grazie a voi e buon lavoro.

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