Cinquant’anni di vita napoletana in un archivio di circa 500 mila immagini che ora rischia di scomparire. La salvezza è nel crowdfunding che l’Associazione Riccardo Carbone ha lanciato su Eppela. Obiettivo: digitalizzare ogni scatto e creare un grande archivio on line aperto a tutti
di Kasia Burney Gargiulo
Un patrimonio straordinario di immagini che racconta Napoli dagli anni ’20 agli anni ’70 attraverso circa 500.000 negativi, oltre ad alcune migliaia di stampe e lastre di vetro. Dalle immagini di scugnizzi e sciuscià nella viva quotidianità dei vicoli, al saluto agli emigranti che in transatlantico vanno a cercar fortuna in America, da una giovanissima Rita Hayworth in visita agli scavi di Pompei, a un John Kennedy ritratto sul Lungomare nel 1963, dal corteo per Adolf Hitler in visita nel 1938, al boss Lucky Luciano in questura nel ’54, passando per i protagonisti del teatro e della canzone napoletani, le gite in Vespa negli anni ’50, una ancora sconosciuta Sophia Loren e i vivacissimi bambini del Rione Sanità. Tutto ciò, e molto altro ancora, è l’archivio fotografico di Riccardo Carbone (1897-1973), il primo fotoreporter del quotidiano Il Mattino di Napoli, che ha saputo raccontare la vita, la storie e i personaggi di una delle città italiane più note e amate al mondo.
Per oltre cinquant’anni – spesso realizzando 4-5 servizi fotografici al giorno – Carbone ha ritratto la sua città con la sua vita quotidiana, le sue ricchezze artistiche, i grandi mutamenti urbanistici, lo sport, l’emigrazione, il mondo dei pescatori, le navi da crociera, le mareggiate sul Golfo, le feste, i personaggi illustri e molto altro. Questo patrimonio, racchiuso e ben ordinato dal suo autore in tante piccole scatole di cartone contenenti lastre di vetro, stampe, rullini e numerosissime buste porta-pellicole, oggi rischia di scomparire. I negativi sono infatti sottoposti a processi di degrado provocati da fattori ambientali e quindi esposti ad un progressivo deperimento. Una parte dei negativi è stata intaccata dalle muffe per cui rimarrà irrecuperabile, ma la gran parte dell’archivio può ancora essere salvata. Perchè ciò si avveri l’Associazione Archivio Riccardo Carbone ha lanciato una iniziativa di crowdfunding sulla nota piattaforma on line Eppela; un’operazione che si sta rivelando fruttosa perchè in poco più di 10 giorni ha raccolto oltre 16 mila euro grazie a una sottoscrizione dal basso che adesso prosegue per sostenere un progetto più ampio. Il primo margine di raccolta fissato è stato finalizzato agli interventi di emergenza, quelli resi non più rinviabili a causa della sordità delle istituzioni locali e nazionali a cui invano erano state rivolte ripetute richieste di intervento. Si procederà quindi all’acquisto di nuovi scanner, alla scansione delle immagini e all’acquisto di contenitori speciali, come primi passi del salvataggio di “un patrimonio di inestimabile valore, per tutti e di tutti”, come sottolineano i volontari impegnati nel progetto.
Da tempo l’archivio viene curato da Renato Carbone, uno dei figli di Riccardo da molti considerato l’inventore, a Napoli, della figura del fotoreporter. Fu infatti lui a convincere Eduardo Scarfoglio, fondatore e direttore de Il Mattino, a dare più spazio alle immagini come documentazione giornalistica sullo storico quotidiano partenopeo nato nel 1892. Riccardo ha lavorato senza soluzione di continuità fino al 1970 documentando la vita di un’intera città e i suoi protagonisti. La lastra più antica (antesignana dei negativi) è quella del 1926 che ritrae lo scultore Vincenzo Gemito intento a modellare il busto di Raffaele Viviani e poi ci sono tutte le altre che narrano il caleidoscopico universo di una città unica al mondo. Un tesoro che sta morendo ma la cui salvezza è ancora possibile grazie alla collaborazione di tutti: chiunque può contribuire con un’offerta aderendo alla iniziativa di crowdfunding sulla piattaforma Eppela la cui prosecuzione, dopo il raggiungimento del primo obiettivo, mira ora a rendere possibile un progetto più ampio: “Sogniamo – dicono i volontari dell’Associazione – di poter un giorno realizzare un catalogo online aperto a tutti“, aprendo così al mondo quei “tanti piccoli contenitori di una grande memoria. Aprire queste scatole – concludono – è come scoperchiare un mondo: un’intera epoca scorre sotto i nostri occhi e non ci si stanca mai di sfogliare e cercare in questa miriade di istantanee, a volte casuali, che hanno catturato per sempre un momento della nostra storia”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA