Un’ordinanza del sindaco impone limiti di sosta e consente solo visite guidate e controllate con ticket d’ingresso per tutelare uno dei luoghi più belli della regione
di Redazione FdS
Chi lo ha conosciuto un trentennio fa, quando sapere della sua esistenza era una sorta di segreto per pochi, ne conserva un’immagine di paradiso terrestre, di luogo nel quale l’armonia assoluta di una natura selvaggia e incontaminata regalava una sorta di esperienza mistica, da alba del mondo. La scalinata incisa nella roccia – che, inerpicandosi sul promontorio proteso su un mare cristallino dalle più incredibili sfumature di azzurro e di verde, portava alla magica insenatura dell’Arcomagno con la sua magnifica grotta preistorica e una inaspettata polla d’acqua dolce e gelida sgorgante a pochi metri dalla battigia – era una sorta di pellegrinaggio al trono della Bellezza. La vista che dopo centinaia di scalini si allargava spettacolare fino agli estremi lembi settentrionali della costa calabrese incrociando lo splendente smeraldo dell’Isola di Dino, valeva tutta la fatica di una salita che finalmente lasciava il posto a un pianeggiante e distensivo sentiero immerso in un meraviglioso giardino naturale popolato delle più suggestive essenze della macchia mediterranea: alloro, ligustro, corbezzolo, lentisco, cistus, garofano selvatico, palma nana, euforbia, cappero, erica arborea, olivastro, ginestra, oleandro, smilace, e numerose altre specie, molte delle quali rilasciavano i loro inebrianti aromi sotti i raggi del sole. Altri pochi gradini in discesa e si arrivava al mare, indecisi se fermarsi all’Arcomagno o se proseguire verso la vicina e non meno bella spiaggetta della Grotta di Enea, riecheggiante dello stridulo canto dei rondoni con i loro acrobatici voli a filo di roccia.
Un eden. Questo era, e per fortuna è ancora oggi l’Arcomagno, passato nel giro di pochi anni dalla condizione di luogo semi-sconosciuto a uno degli angoli più iconici della Calabria. Un lento passaparola e alla fine la sua immagine ha fatto il giro del mondo finché, nel 2019, anche Hollywood è venuto a cercarlo per le riprese dell’ultimo James Bond, poi purtroppo saltate a causa della pioggia. Con la fama è scattato anche l’assalto di folle vocianti, invadenti, a tratti volgari, fatte di individui abituati a vivere in chiave consumistica il rapporto con la Bellezza; sotto i loro passi – lo vediamo ovunque in Italia – la Natura si trasforma in una sorta di meretrice a basso costo da cui si pretendono orgasmi fulminei senza coinvolgimento emotivo e magari da prendere a botte dopo l’amplesso: schiamazzi, resti di bivacchi, cartacce e plastica ovunque. A ciò si aggiunga la conseguente usura del sentiero e il rischio di caduta massi, mai preventivato nè definitivamente scongiurato dalle varie amministrazioni succedutesi nel Comune di San Nicola Arcella (Cs), proprietario del luogo. Poco o nulla sono infatti serviti a tal fine le migliaia di euro spesi pochi anni fa per rimettere in sesto il percorso e ridurre i rischi per i visitatori: privo di un efficace presidio di tutela che non fossero degli ingenui cartelli di divieto di accesso, puntualmente ignorati da tutti, l’Arcomagno è rimasto a lungo in balìa di cani e porci. Finalmente la nuova amministrazione di San Nicola Arcella, grazie anche alle ripetute denunce della sede locale di Italia Nostra, ha deciso di dire basta. Dal 21 luglio 2022 si cambia registro.
L’ORDINANZA DEL SINDACO
Con apposita ordinanza il sindaco Eugenio Madeo ha infatti stabilito che “si potrà accedere alla spiaggetta dell’Arcomagno dalle ore 9,00 alle ore 19,00 solo ed esclusivamente in presenza del personale addetto al controllo e alla vigilanza dei percorsi che consentono il raggiungimento del sito. La presenza della vigilanza dovrà essere assicurata nei giorni festivi e prefestivi del mese di luglio e tutti i giorni del mese di agosto”. Una risposta rigorosa alle migliaia di turisti che – ha scritto il primo cittadino – “hanno superato barriere ed ostacoli pur di andare a visitare il sito ed organizzare bivacchi, assembramenti oltre ogni limite e manifestazioni che contrastano fortemente con le caratteristiche del sito”. Una presa di posizione che i veri estimatori di questo luogo aspettavano da anni ma che non ne risolve ancora tutte le problematiche: gli interventi svolti – si legge nella relazione tecnica dei lavori di riqualificazione e manutenzione del sentiero naturalistico – “mitigano il rischio ma non si potrà considerare completamente assente la condizione di rischio residuo. Per tale motivo si consiglia l’accesso al sentiero solo attraverso l’utilizzo di personale formato e con apposite visite guidate organizzate”.
I DIVIETI
Sulla scorta di tali raccomandazioni il Comune ha sottoscritto con la società “Professione Servizi” di Belvedere Marittimo un contratto con cui le vengono affidati i servizi di vigilanza, biglietteria, pulizia e visite guidate all’Arcomagno. Ma l’ordinanza del sindaco scende ulteriormente nei dettagli stabilendo che “è assolutamente vietato il passaggio in mare sotto l’arco per ragioni di sicurezza e tale divieto riguarda imbarcazioni, pattini e bagnanti. È assolutamente vietato portare con sé sdraio, ombrelloni, asciugamani ed altri oggetti ingombranti, alimenti di qualsiasi genere e la sosta sulla spiaggetta dell’Arcomagno non potrà superare i 20 minuti. È assolutamente vietato spingersi fin sotto la grotta dell’Arcomagno, per pericolo caduta massi”.
MODALITA’ DI ACCESSO
L’accesso alla spiaggetta dell’Arcomagno sarà consentito solo a seguito del pagamento di un ticket di ingresso fissato in € 3,00, con riduzione ad € 1,50 per minori fino al compimento del 12° anno di età obbligatoriamente accompagnati da persone adulte. Saranno disponibili due punti vendita: uno sul lato Sud, in prossimità dell’accesso alla scalinata della Marinella e l’altro sul lato Nord in prossimità dell’ingresso pedonale a poca distanza dall’Arco di Enea. L’ordinanza sindacale stabilisce inoltre che gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti saranno interamente utilizzati per far fronte ai costi dei servizi di vigilanza, biglietteria e pulizia e “potranno essere applicate agevolazioni sui costi dei biglietti in presenza di particolari intese fra la società incaricata del servizio e gli operatori che gestiscono barche adibite al trasporto di visitatori, gestori di lidi e di strutture turistiche ed alberghiere”. Ai trasgressori delle regole stabilite sarà applicabile una sanzione amministrativa pari a una somma da € 25,00 a € 500,00, senza peraltro escludere l’esercizio di azioni legali per il risarcimento di ulteriori danni dovuti a spese gravanti sul Comune e conseguente denuncia all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art.650 del Codice Penale.
Al di là delle norme e delle sanzioni giustamente previste, resta la fragilità di un luogo incantevole sul quale si spera che il Comune e la Regione vogliano intervenire, in un futuro non troppo lontano, con una più sostanziale messa in sicurezza che consenta di allentare taluni dei divieti attualmente in vigore.
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