di Redazione FdS
Poliedrico e versatile: sono forse i due aggettivi che meglio si attagliano alla figura artistica del fotografo napoletano Augusto De Luca (Napoli 1955), capace com’è di passare da immagini di netto realismo ad altre nelle quali forme e segni si correlano fra loro in accostamenti ispirati alla lezione della metafisica; ma la “molteplicità” intesa come connotato della sua proteiforme personalità di Autore va rapportata non solo al tipo di “linguaggio” espressivo utilizzato ma anche alla varietà di tecniche e materiali impiegati per realizzare le sue opere, tutte peraltro caratterizzate da una cifra estremamente personale che lo rende artista riconoscibilissimo pur in una produzione così variegata.
Trait d’union di tutti i suoi lavori rimane una grande attenzione volta ad evidenziare attraverso lo scatto le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato, sia esso reale o frutto di una libertà compositiva che spinge lo sguardo dell’artista oltre i confini del naturalisticamente possibile; per quanto De Luca – va detto – non perda mai del tutto il legame con la realtà, anche nelle sue creazioni più ardite. Una sensibilità e una formazione di carattere fortemente umanistico sembrano inoltre imporgli una costante ricerca dell’armonia che – diceva lo storico della filosofia Diogene Laerzio – è espressione di giusta misura, di equilibrio complessivo; è quanto ad esempio traspare dalla seguente breve serie di immagini, alcune delle quali inedite pubblicate in esclusiva da FAME DI SUD (v. sotto), tratte da un servizio dedicato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, uno dei più importanti d’Europa, scrigno di collezioni di inestimabile valore storico ed estetico come quelle provenienti dalle città vesuviane colpite dall’eruzione del 79 d.C. o la prestigiosa Collezione Farnese. Al di là delle autonome valenze espressive, che derivano dalla particolare qualità della loro fattura, le sculture ritratte in questi scatti sembrano stabilire un vivo confronto con la sensibilità più profonda dell’artista, un incontro vissuto in quello ‘spazio’ della mente e del cuore dove il mero dato culturale si trasmuta in emozione, sentimento che l’autore ‘rilancia’ con forza al fruitore finale del medium fotografico, almeno a quello più sensibile ai valori umani dell’arte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA