di Kasia Burney Gargiulo
Quegli occhi che ti scrutano fra i basoli di marciapiedi e piccoli slarghi sono come un monito, qualcosa che riesce a frenare il gesto turpe che porta al degrado, quello di spazi comuni trattati come se fossero terra di nessuno. O forse è più semplicemente la Bellezza che – come scriveva il critico d’arte Mario Praz – per secoli è riuscita a comunicare un’“idea di corrispondenza, di simmetria, di ordine”, tale da suscitare “un senso di piacere, di benessere” a fronte di quel “grande ordine tecnologico, con un grande disordine di gusti e di mentalità” a cui ci ha invece abituati la contemporaneità; in altri termini un caos, laddove “il bello era l’ordine nel caos”. Oggi suona infatti quasi trasgressivo e anacronistico parlare di bellezza in una realtà come quella italiana sempre più incline a forme di degrado urbano ed extraurbano, soprattutto da quando differenziare i rifiuti sembra diventato per molti un insuperabile scoglio, al quale si preferisce lo sconsiderato abbandono delle proprie scorie lungo vie, piazze, strade, autostrade e sentieri di campagna. Una forma grave di inciviltà alla quale qualcuno ha deciso di reagire con un’originale iniziativa.
In via Duomo, una delle arterie centrali del centro storico di Napoli, l’artista Vittorio Valiante ha realizzato dei dipinti sul manto stradale, appena pochi giorni prima pieno di spazzatura. Si tratta di grandi volti umani dagli sguardi intensi di cui si sono intravisti alcuni esemplari anche sulla notissima via Toledo. Il tutto con il plauso delle istituzioni che hanno voluto lanciare quella che al momento ha il carattere di una provocazione. L’inciviltà purtroppo non si cancella con un colpo di spugna. Ma tentar non nuoce. “L’arte e la bellezza contro gli incivili che non hanno alcun rispetto per la città potrebbe essere la strada giusta per evitare che a Napoli si creino tante piccole e grandi discariche in giro per la città”, hanno dichiarato il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e il presidente della Commissione ambiente del Comune di Napoli, Marco Gaudini, entrambi dei Verdi, plaudendo all’iniziativa promossa in via Duomo.
Della stessa opinione anche Stefano Maria Capocelli, assessore al Turismo della IV Municipalità, il quale si è detto “lieto del successo dell’iniziativa visto che l’opera, per il momento ricoperta da un velo perché non ancora completata, non è stata ricoperta di rifiuti”. È la risposta – ha aggiunto – “a quella piccola parte di cittadini che tengono in ostaggio interi quartieri, non differenziando, scaricando di tutto per strada, indifferenti al rispetto civico e alle regole”.
“Con la collaborazione dell’Asia [Azienda servizi di igiene ambientale – NdR], vogliamo estendere l’iniziativa a tutta la città perché crediamo fermamente nella forza della bellezza e dell’arte contro l’inciviltà” hanno a loro volta aggiunto Borrelli e Gaudini, per i quali “si potrebbero ricoprire i marciapiedi delle zone maggiormente a rischio con le immagini di Santi o di idoli dei napoletani, a cominciare da San Gennaro e Maradona”. Per ora l’esperimento contro il “sacchetto selvaggio” sembra funzionare, e se gli effetti perdureranno nel tempo Napoli avrà avuto il suo primo, vero, grande “miracolo” moderno.
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