Belmonte Calabro ripensa il suo futuro e firma un accordo con la London Met University

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Veduta di Belmonte Calabro (Cosenza) – Ph. Ingrid F. Stern

di Alessandro Novoli

Quella che andiamo a raccontarvi è una Calabria alle prese con nuove strategie di emancipazione economica, culturale e sociale, sempre più consapevole che la costruzione del futuro non passa attraverso la proposta di modelli vetero-industriali ma attraverso l’innovazione e il recupero delle proprie risorse più autentiche fatte di luoghi, saperi, sapori, tradizioni ed espressioni culturali. Un recupero nel quale giocano un ruolo cruciale i centri storici e tutti quei contesti territoriali correlati con tali risorse. L’esperienza su cui vogliamo soffermarci è quella di Belmonte Calabro, borgo di circa duemila abitanti dell’entroterra tirrenico in provincia di Cosenza, ubicato su una collina stretta fra gli orizzonti mozzafiato di Monte Cocuzzo e la riserva marina Scogli di Isca (oasi WWF), con sullo sfondo il profilo delle siciliane Isole Eolie.

Qui l’iniziativa di Rita Elvira Adamo – già laureanda in Architettura alla London Metropolitan University, designer e curatrice d’arte – e della sua associazione La rivoluzione delle seppie, ha innescato una serie di scambi con l’ateneo britannico confluiti nei giorni scorsi nella firma di un protocollo di collaborazione triennale fra questo e l’amministrazione di Belmonte Calabro, volto alla elaborazione di progetti che permettano di valorizzare e promuovere il borgo attraverso un vero e proprio percorso di rigenerazione urbana.

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Un momento del Belmonte-London MET Workshop del 2016 | fonte: La Rivoluzione delle Seppie

L’accordo è stata siglato lo scorso 17 novembre nel corso della articolata manifestazione “Centri storici, abbandono o nuove narrazioni identitarie. Esperienze a confronto”, coordinata da Rita Elvira Adamo, alla quale hanno partecipato, per il Comune di Belmonte, il Sindaco Francesco Bruno e il Vicesindaco Luigi Provenzano, e per l’università londinese le docenti Sandra Denicke-Polcher e JaneMcAllister. L’iniziativa prevede anche la stretta collaborazione dell’Università della Calabria di Rende, rappresentata per l’occasione dal prof. Tullio Romita, e dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, rappresentata dal prof. Ottavio Amaro. Coinvolti anche i sindaci di altri comuni della regione interessati alla proposta di nuovi modelli di sviluppo. Esigenze del territorio e relative proposte operative vanno dunque a costituire il nocciolo di Re-imaging Belmonte, progetto di rivatalizzazione del borgo a rischio di spopolamento al quale lavorerà un nutrito gruppo internazionale (dal nord Europa all’Egitto) di studenti prossimi alla laurea. Il progetto ha come linea guida principale quella di puntare a coniugare tradizioni locali, innovazione e multiculturalismo. Prossimo confronto pubblico estate 2018 a Belmonte Calabro.

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Studenti e tutor della London Metropolitan University scoprono gli angoli più suggestivi di Belmonte | fonte: La Rivoluzione delle Seppie

Ma vediamo l’antefatto di questa esperienza del tutto inedita per la Calabria. In principio fu un workshop estivo organizzato nel luglio 2016 dall’Associazione La Rivoluzione delle Seppie presso la residenza artistica Ex Convento a Belmonte Calabro, in collaborazione con la London Metropolitan University. Da quel laboratorio scaturì una classe di ricerca sulla Calabria con focus sui temi dell’abbandono dei borghi italiani e sulla crescente necessità di integrare i rifugiati che quotidianamente approdano lungo le coste del Sud Italia. Agli studenti è stato affidato il compito di elaborare dei progetti culturali che ruotassero proprio intorno alla cittadina tirrenica. E’ stata una iniziativa pionieristica che nel trascorso anno accademico ha prodotto sei  tesi di laurea in architettura, conseguite alla London Met, che hanno avuto come oggetto sei progetti su Belmonte Calabro. Muovendo dal fenomeno dello spopolamento, che ha come contraltare un fenomeno di forte immigrazione verso i nostri territori, essi hanno puntato ad interpretare gli effetti di questi due fenomeni non come una criticità ma come una opportunità di sviluppo.

A quella prima esperienza ne sono seguite altre e a luglio 2017 è stata la volta di Crossings: studenti e tutor sono tornati da Londra a Belmonte a presentare i loro progetti e a ringraziare la comunità che li ha calorosamente ospitati. Le presentazioni sono state accompagnate da una mostra e da una serie di concerti, seminari, laboratori ed eventi finalizzati a sperimentare le varie attività proposte all’interno dei progetti stessi. Dieci giorni fra arte, architettura, antropologia, musica, sport, teatro,cinema e momenti di convivialità, tutto all’insegna delle contaminazioni culturali, grazie anche al coinvolgimento degli ospiti del centro rifugiati di Amantea.

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Studenti e tutor della London Metropolitan University in giro per le vie di Belmonte Calabro durante la scorsa estate (Cosenza) | fonte: La Rivoluzione delle Seppie

Belmonte Calabro, dove in questi giorni è in corso il quarto campus di studenti e docenti della London Metropolitan University, si candida dunque al ruolo di località-pilota nella elaborazione di nuove visioni per la ricostruzione e il ripensamento del tessuto urbano, sociale ed economico dei piccoli centri. Un processo di cambiamento che vede Belmonte già attiva da anni, cioè da quando alla fine degli anni ’80 la locale amministrazione ha iniziato a risanare virtuosamente il proprio bilancio, passando per iniziative “dal basso” come quella del recupero dell’Ex Convento – stupenda struttura del ‘600 animata da Paola Scialis e Francesco Cuzzocrea, impegnati nel produrre o ospitare eventi, spettacoli teatrali, festival e progetti didattici, nonché gli stessi workshop della London Met – oppure l’albergo diffuso che Pino Suriano, investendo 1 milione di euro, ha creato grazie al recupero di 14 abitazioni del centro storico, meta ormai di un turismo internazionale fatto soprattutto di visitatori alla ricerca delle proprie origini italiane.

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