di Redazione FdS
E’ un mollusco ad alto rischio di estinzione, rimanendone ormai pochi esemplari nei luoghi in cui era maggiormente presente. Si tratta della Patella ferruginea (Gmelin 1791), specie endemica del Mediterraneo intorno al cui rischio di sparizione si cerca da tempo di sensibilizzare popolazione e turisti, invitando tutti a non raccoglierla. Caratterizzata da un guscio spesso di forma tronco-conica tondeggiante, di colore chiaro o screziato e segnato da creste squamose, è la patella più grande del Mare nostrum (può raggiungere gli 8 cm di diametro). I suoi esemplari più grandi, tutti di genere femminile, sono da sempre ricercati come esca da pesca con ciò che ne consegue per la riproduzione della specie. Altri suoi pericolosi nemici sono l’inquinamento e la riduzione del suo habitat ideale, che sono le rocce del piano mesolitorale, soggette a periodiche variazioni della marea, dove il mollusco vive abbarbicato riuscendo a sopportare anche lunghi periodi di emersione. La drastica riduzione della sua presenza e la sua rilevanza nell’equilibrio dell’ecosistema hanno fatto sì che il prelievo della Patella ferruginea venisse dichiarato illegale e la specie protetta a livello internazionale attraverso la Direttiva Habitat e le Convenzioni di Berna e Barcellona. Si comprenderà quindi come in un quadro così sconfortante, la sua scoperta lungo un tratto di costa rocciosa del versante tirrenico della Calabria, costituisca una notizia degna di nota.
A scovarla i tecnici del Centro Regionale Strategia Marina dell’Arpacal (l’agenzia regionale di protezione ambientale) che hanno così permesso di aggiornare l’elenco della ricca biodiversità dei mari calabresi con un’altra specie rara e protetta. La sua scoperta va infatti ad aggiungersi al ritrovamento del Corallo nero a Scilla (RC) e del madreporario Dendrophyllia ramea a Nicotera (VV). Grazie all’individuazione di questa specie la Calabria, insieme a Liguria, Sardegna e Lazio, torna ad essere protagonista ancora una volta nello scenario della biodiversità mediterranea. Il ritrovamento è avvenuto su calcareniti (roccia sedimentaria formata da particelle calcaree) poco esposte al moto ondoso e ad un’altezza rispetto al livello di marea di circa 10 cm; per tutelare da malintenzionati la biodiversità dei luoghi del ritrovamento, i tecnici hanno per ora preferito non divulgare il luogo esatto del ritrovamento.
“Questa specie predilige substrati granitici e calcarei – spiegano la dott.ssa Rossella Stocco e la dott.ssa Laura Pirrera che hanno coordinato le attività di monitoraggio del Centro Regionale Strategia Marina dell’Arpacal -. La Patella ferruginea è un mollusco gasteropode endemico del Mediterraneo con un areale di distribuzione attualmente limitato a pochissime e ristrette zone del bacino occidentale. La causa della sua rarefazione è dovuta sia al prelievo illegale che all’impatto antropico sull’ecosistema costiero e per questo motivo è considerata, tra gli invertebrati marini, la specie a più alto rischio di estinzione del Mar Mediterraneo: è quindi protetta dalla legislazione comunitaria ed internazionale (Direttiva Habitat, Convenzioni di Berna e Barcellona)”.
Le attività di censimento di tale specie si affiancano agli studi in corso sulle altre specie protette della Posidonia oceanica e della Pinna nobilis, presenti anch’esse nella Direttiva Habitat (92/43/CEE). Come evidenzia il Dott. Emilio Cellini, direttore del Centro Regionale Strategia Marina dell’Arpacal di Crotone, “l’impegno crescente, gli sforzi operativi e l’implementazione delle competenze specialistiche stanno producendo ottimi risultati sia in termini di performance agenziale che di capacità di mole di dati scientifici trasmessi alla Regione Calabria ed al Ministero dell’Ambiente”.
Tale ritrovamento ricade nell’ambito delle attività previste dal POA (Piano Operativo delle Attività 2019) in corso di svolgimento. Tutti i biologi del Centro Regionale Strategia Marina dell’Arpacal coinvolti nel monitoraggio ( Dott. Francesco Cicero, Dott.ssa Stefania Giglio, Dott. Fabrizio Fabroni, Dott.ssa Laura Pirrera, Dott. Gianluca Pizzonia, Dott.ssa Rossella Stocco) stanno accertando la presenza di entrambe le varietà della P. ferruginea, cioè i due morfotipi, lamarcki e rouxi. Ulteriori attività di campo saranno previste nella prossima programmazione per altre aree della costa calabrese, sia ionica che tirrenica.
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