di Redazione FdS
Fanno parte dello straordinario sito archeologico di Cuma, fra tutte le colonie elleniche della Magna Grecia una delle più antiche e lontane dalla madrepatria, nota per essere stata la sede della misteriosa Sibilla, sacerdotessa del dio Apollo ricordata da Virgilio nell’Eneide. Sono le antiche “Terme Centrali” conosciute anche come “piccole terme”, già note ai viaggiatori del Grand Tour che spesso le fecero raffigurare in suggestive incisioni con la denominazione di “Sepolcro della Sibilla”. Finalmente, dopo anni di abbandono, a causa del quale erano state invase dalle sterpaglie e dai rifiuti, sono ora tornate visibili e visitabili. A provvedere alla bonifica è stato il Comune di Pozzuoli.
Il complesso, collocato a ridosso di via Cuma-Licola, a poca distanza dalla celebre acropoli, è stato edificato tra il III e il II secolo a.C. Nonostante sia una importante testimonianza della presenza romana in un’area che ha conosciuto gli splendori di Cuma e di Baia, essa è rimasta per anni dimenticata dalla Soprintendenza, il che ha favorito – secondo la testimonianza dei residenti – la crescita di rovi oltre che il suo utilizzo come rifugio per tossicomani e clochard. Persino alcune reti di protezione erano state rimosse, lasciando così la struttura in balia di chiunque. Un vero peccato per la mancata fruizione di un sito di notevole interesse storico che – come già aveva spiegato nel 2011 alla stampa Filomena Costigliola, archeologa impegnata nelle campagne di scavo per conto del Centro Jean Berard di Napoli – ha fra l’altro restituito una base marmorea con incisa una dedica in lingua osca che sembrerebbe collocare l’edificio addirittura ad un’epoca precedente, quale sede della palestra (gymnasium) della città osco/sannita.