di Redazione FdS
Il braccio di ferro fra il critico d’arte Vittorio Sgarbi, fautore della trasferta dei Bronzi di Riace all’Expo di Milano 2015, e i tanti oppositori dell’iniziativa (non ultimo il premier Matteo Renzi) finisce ora davanti alla Procura di Milano dopo l’iniziativa del Presidente della Commissione di Vigilanza e Controllo presso il Consiglio regionale della Calabria avv. Aurelio Chizzoniti che lo scorso 29 agosto ha presentato presso la Procura della Repubblica di Milano un dossier 7 pagine, integrato da 14 allegati, col quale il consigliere regionale denuncia alla Procura milanese: 1) il Prof. Vittorio Sgarbi “per il sistematico tentativo di violenza privata consumato ai danni della Dott.ssa Simonetta Bonomi (Responsabile della Soprintendenza dei Beni Archeologici della Regione Calabria), minacciando di deferirla all’Autorità Giudiziaria per la reiterata e documentata opposizione avverso l’asfissiante richiesta di trasferimento dei Bonzi all’Expo 15 nonostante la scientificamente conclamata intransportabilità degli stessi”;
2) il Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini “per abuso in atti d’ufficio poiché sebbene in possesso di congrua documentazione che conferma l’inamovibilità dei Bronzi, preannuncia la costituzione di una strumentale commissione preposta alla verifica della trasferibilità degli stessi, speciosamente suggerita dal Prof. Sgarbi che impone quale componente il Prof. Bruno Zanardi definito ‘la Cassazione della situazione’, perseguendo l’evidente tentativo di eludere irresponsabilmente i numerosissimi pareri e relazioni tecniche di tenore diametralmente opposto, peraltro, da tempo giacenti presso lo stesso Ministero”; 3) “turbativa d’asta con riferimento alle performances della Net-booking – società neo costituita riconducibile al Sig. Stefano Ceci, segretario dell’On.le Franceschini – che fulmineamente si aggiudica un importantissimo appalto presso Expo 2015 che potrebbe non risultare neutro rispetto alla logica cultural-affaristica che ispira il trasferimento, a prescindere, delle famose statue”; 4) “conflitto d’interessi – quantomeno Franceschini-Ceci – la cui rilevanza penale va esplorata anche con riferimento ai protagonisti della vicenda Bronzi che scandisce il ruolo di un trio prettamente romagnolo (Sgarbi – Franceschini – Ceci)”.
Chizzoniti invoca inoltre una serie di pareri, relazioni tecniche, studi scientifici, indagini radiogammagrafiche, interventi di restauro, accertamenti microanalitici, micrografici e microclimatici, a sostegno delle sue tesi accusatorie. In virtù di queste argomentazioni, ne deduce che la Commissione annunciata da Franceschini “appare per un verso il prepotente ultimo rifugio di chi persegue fini utilitaristi reconditi ma non tanto, per un altro il corollario di un crescendo di astuzie volpine volte all’arrogante umiliazione di fior di professionisti che da quarant’anni hanno documentalmente certificato, senza contestazione alcuna, l’assoluta intransportabilità dei due guerrieri”.
L’esposto, richiama una serie di richieste istruttorie, fra le quali spicca: a) il sequestro ex art. 253 c.p.p. di tutta la documentazione afferente il bando della gara poi aggiudicata alla ditta Net-booking nonché quello dei pareri, studi, relazioni, approfondimenti che negano la trasportabilità dei Bronzi e da sempre acquisiti agli atti del Ministero dei Beni Culturali; b) l’escussione ex art. 377 c.p.p. dei titolari delle ditte partecipanti alla gara assegnata al braccio destro di uno dei Ministri (Franceschini) che gestiscono l’Expo 2015 che, secondo le visure camerali, al 40% è proprietà del Governo Italiano per il quale Ceci lavora”.
Infine Chizzoniti diffida il Ministro Franceschini “dal procedere alla costituzione della famigerata commissione – chiaramente ispirata da Sgarbi per sfuggenti finalità – invitandolo, ove dovesse costituirla, ancorché pleonastica ed inutile, a rispettare le statuizioni di ben due sentenze pronunciate dal TAR di Reggio Calabria e dal Consiglio di Stato che concludono per il doveroso coinvolgimento degli Enti autarchici Calabresi in qualsivoglia operazione di promozione e valorizzazione dei due guerrieri”.
Di fronte a questo attacco sferrato a colpi di carte bollate non si è fatta attendere la risposta di Vittorio Sgarbi che a carico di Chizzoniti ha annunciato “una querela per diffamazione”. “Ma quale violenza privata? – ha replicato Sgarbi – Io ho soltanto espresso la mia opinione, e ho anche inoltrato la mia domanda al ministro Franceschini sulla fattibilità o meno del trasferimento dei Bronzi di Riace. Ipotesi che nei giorni scorsi ha avuto illustri pareri positivi”. Ed ha definito la denuncia di Chizzoniti “un’insensatezza logica. Lui parla di irregolarità che non esistono mentre le mie affermazioni sono tutte argomentate”. La soap opera “Bronzi a Milano” continua. Alla prossima puntata…