di Carlo Picca
Cari Lettori, i nostri incontri con l’Autore proseguono con la scrittrice Chiara Sfregola, pugliese trapiantata a Roma, 29 anni, già curatrice di alcune rubriche per il portale Lezpop.it ed ora autrice del romanzo Camera Single, diventato in poco tempo un piccolo cult della comunità LGBT e di molti lettori attenti alle tematiche sociali e di costume. Il libro tratta dell’amore fra donne e lo fa nella chiave inconsueta di un arguto umorismo, senza peraltro sminuire il significato e il valore di rapporti e sentimenti. Sebbene tratto dalla omonima rubrica on line curata dall’autrice sul menzionato sito web, non è una raccolta di post ma un nuovo volume di circa trecento pagine pubblicato da Fanucci-Leggereditore. Il libro racconta le vicende di Clorinda Baronciani, detta Linda – ventisette anni, un buon lavoro e una fidanzata storica, Margherita – che improvvisamente si ritrova a dover affrontare la sua nuova condizione di single. Lo fa imbarcandosi in una serie di vicissitudini raccontate con travolgente ironia, sullo sfondo di una Roma fortemente suggestiva. Con Chiara Sfregola ho voluto scambiare alcune battute per scoprire qualcosa in più sulla sua vita e sulla sua attività di scrittura, oltre che naturalmente, su questo suo fortunatissimo romanzo d’esordio.
Camera Single è un romanzo fresco che descrive con ironia la vita sentimentale della protagonista, Clorinda Baronciani. In maniera scanzonata le sue disavventure amorose sono il filo di questo libro. Tre domande in una: quanto c’è di autobiografico in questo tuo romanzo, come sei arrivata a scriverlo e perché un lettore dovrebbe scegliere di leggerlo?
Camera Single nasce come rubrica su Lezpop.it nel settembre 2014 perché avevo il desiderio di raccontare un mondo, quello mio e delle mie amiche, che non trovavo rappresentato da nessuna parte. Con Camera Single credo di essere riuscita a raccontare le storie di tante donne, ognuna diversa a modo suo, ognuna con il suo percorso, i suoi desideri, le sue avventure. Quando poi ho deciso di trasformarlo in un romanzo avevo ben chiaro in mente che dovevo scrivere un romanzo rosa “arcobaleno”, una nuova declinazione della chick-lit: quella lesbica. Storie d’amore fra ragazze che per una volta non finiscono in tragedia. Le ragazze di Camera Single non hanno il problema del coming out, di scoprirsi lesbiche: lo sanno già. Essere gay non è un problema, essere mollate è un problema! Innamorarsi e non essere corrisposte è un problema! Innamorarsi di una stronza è un problema! Camera Single è un romanzo leggero in cui possano riconoscersi tutte e tutti, anche se parla di una “minoranza” perché anziché evadere dalla realtà ci ride su, la racconta con ironia. Ecco, se dovessi dire perché comprare Camera Single direi: leggetelo perché è divertente. E perché le lesbiche sono fighissime, andiamo.
Parlarci di te, se ti dovessi descrivere per i nostri lettori che aggettivi utilizzeresti?
Oddio parlare di sé è tanto difficile! Ci provo lo stesso: pugliese, giovane, lettrice, scrittrice, femminista, ironica, critica, libera. E lesbica, naturalmente.
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Casa dei miei genitori è praticamente una biblioteca e da ragazzina chiedevo soldi solo per comprarmi i libri, quindi più che autori e autrici di riferimento parlerei di una vera e propria costellazione! Sono cresciuta leggendo Bianca Pitzorno, scrittrice che rileggo volentieri anche oggi, poi Roal Dahl e Dino Buzzati: ho letto tutti i suoi racconti alle medie e credo di aver iniziato a scrivere proprio in quel periodo, dopo aver letto “Il colombre”. All’università, ho amato alla follia una serie di scrittori come Efraim Medina Reyes, Chuck Palahniuk, David Trueba, Pablo Tusset e fra gli italiani “La futura classe dirigente” di Peppe Fiore. Fra le autrici donne, venero Natalia Ginzburg, Virginia Woolf, Elena Ferrante, Banana Yoshimoto.
Questo romanzo pare sia diventato già un cult della comunità LGBT: a tal proposito come giudichi la recente legge italiana sulle unioni civili?
Insufficiente. La battaglia è per il matrimonio egualitario. Comunque, un piccolo passo avanti che non deve fermarci nella lotta per il pieno riconoscimento dei diritti civili.
Che progetti hai per l’immediato futuro?
Leggere “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati e imparare ad andare in motorino.
Il complimento più bello e la critica che più ti hanno colpito?
Arrivano quotidianamente lettere piene di affetto, ma ripenso da giorni a ciò che mi ha scritto una mia compagna delle medie: sua mamma si è appassionata al libro tanto da rubarglielo nelle pause sotto l’ombrellone. Le critiche più spietate me le faccio io quando mi rileggo perché ho la sindrome dell’editor. Vorrei riscrivere interi periodi, cambiare la punteggiatura, aggiungere e levare capitoli. Ancora non mi rassegno al fatto che con un libro di carta stampata, a differenza del blog, non basta accedere a wordpress per cambiare il testo! Fosse per me non finirei mai di riscrivere un testo. Si può sempre migliorare, ma è anche giusto che a un certo punto si smetta e si vada avanti.
Aggiungi quello che non hai detto e che avresti voluto dire…
Leggete! Magari non allunga la vita ma certamente ve la allarga.
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