di Redazione FdS
Da sostenitore del fronte contrario all’iniziativa di protesta dei cittadini alla aperta condivisione delle loro ragioni . E’ questa la metamorfosi che nelle ultime ore ha caratterizzato l’atteggiamento del Primo Cittadino di Crotone, Peppino Vallone, avvicato e militante del Partito Democratico. Vallone si è recato oggi in vista – la prima dopo giorni di polemica a distanza mediata dai mezzi di comunicazione – sul promontorio di Capo Colonna per un confronto con i rappresentanti del Comitato #SalviamoCapoColonna. Qui ha incontrato Procolo Guida e Andrea Correggia che gli hanno illustrato da ogni angolazione gli effetti dell’intervento messo in opera sui resti del Foro Romano emersi pochi mesi fa nei pressi del piccolo Santuario della Vergine di Capocolonna.
Il Sindaco che, come molti ricorderanno, nei giorni scorsi aveva difeso l’opportunità se non la necessità della scelta della Soprintendenza, messo oggi di fronte alla realtà dell’intervento finora compiuto, ha prima tentato di giustificare l’infelice decisione della Soprintendenza alla luce dello scarso budget disponibile che, a suo dire, non avrebbe consentito di attrezzare l’area archeologica del Foro ai fini della fruizione pubblica, ma poi – di fronte al secco quesito di un cittadino che lo invitava ad esprimere un’opinione netta sulla validità o meno di quell’intervento – si è lasciato andare ad un clamoroso “No, non mi piace…è uno scempio!”. Come può immaginarsi, tra la folla presente si è levato un brusio di legittimo stupore al quale ha fatto seguito la ragionevole aspettativa di sentirsi dire dal sindaco anche qualcos’altro. In altri termini è ora necessario che alla presa di coscienza del primo cittadino seguano dei fatti concreti che possano portare ad uno sblocco della situazione, cosa che può e deve avvenire in un’unica direzione: quella della salvaguardia di un patrimonio storico-culturale la cui importanza non ammette mezze misure.
Ecco che allora, al cospetto di numerosi cittadini e di vari organi di stampa, Vallone si è impegnato innanzitutto ad emettere una ordinanza di sopsensione dei lavori, provvedimento che però – ha spiegato – deve necessariamente essere preceduto da un contatto con il Ministero dei Beni Culturali che invierà i suoi ispettori. Il Comune potrà allora sospendere i lavori almeno fino all’esito dell’ispezione. Ha quindi promesso che si farà promotore di una rimodulazione del progetto o, se possibile, di un progetto alternativo, sempre però nei margini di spesa disponibili. Prima di andar via ha ringraziato il Comitato #SalviamoCapoColonna per essere riuscito a catalizzare l’attenzione del pubblico sulla città di Crotone, della quale si è parlato in questi giorni in tutta Italia.
Un risultato tutto sommato inaspettato che ha lasciato soddisfatti i presenti, pronti peraltro a non abbassare la guardia sul prosieguo della vicenda. I rappresentanti del Comitato, anche sulla base dell’esito positivo dell’incontro, hanno voluto ancora una volta sottolineare la natura pacifica, civile e non violenta di questo sodalizio di cittadini pronti a battersi con gli strumenti della proposta e del dialogo per la difesa di un territorio già martoriato in varie forme ed oltre ogni limite.
Non rimane a questo punto da augurarsi che il Comitato di Capo Colonna possa diventare un modello per tutti quei cittadini che in una regione “difficile” come la Calabria non hanno ancora trovato la forza e il coraggio di reagire contro i soprusi di quanti considerano il territorio come un campo di conquista e di saccheggio piuttosto che un elemento fondamentale della stessa identità di un popolo. L’intera città di Crotone – al di là dei ristretti confini di Capo Colonna – può trarre spunto da questa vicenda per ripensare a tante altre criticità che la affliggono, decidendo finalmente di presentare il “conto” a quanti fino ad oggi hanno preferito tenere gli occhi chiusi.
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