Taranto segreta | Choderlos de Laclos: è sepolto a Taranto lo ‘scandaloso’ autore de “Le relazioni pericolose”

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (Amiens, 18 ottobre 1741 – Taranto, 5 settembre 1803), in un ritratto attribuito all'artista Alexander Kucharski. A destra, Illustrazione di Georgies Barbier per 'Les Liaisons dangereuses', Paris, Levasseur et Cie, s. d. [1934]. 2 volumes in-4' brochés

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (Amiens, 18 ottobre 1741 – Taranto, 5 settembre 1803), in un ritratto attribuito all’artista Alexander Kucharski. A destra, Illustrazione di Georgies Barbier per ‘Les Liaisons dangereuses’, Paris, Levasseur et Cie, s. d. [1934]. 2 volumes in-4′ brochés | Photogallery a fondo pagina

di Redazione FdS

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos in un ritratto del pittore Joseph Ducreux, 1815

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos in un ritratto del pittore Joseph Ducreux, 1815

Lo hanno definito “scrittore di un solo libro”, ma quel libro è bastato a renderlo celebre e a consegnarlo alla storia della letteratura. E’ il francese Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos autore del romanzo epistolare “Le relazioni pericolose” (Les liaisons dangereuses), opera-scandalo comparsa nel 1782, considerata uno dei capolavori della letteratura francese. In tanti ricorderanno anche la versione cinematografica diretta nel 1988 da Stephen Frears. Ce ne occupiamo qui perchè un legame storico e ‘misterioso’, sconosciuto ai più, intercorre fra questo scrittore e la città di Taranto.

Generale dell’esercito napoleonico, de Laclos si ritrovò di stanza a Taranto al comando della Riserva di Artiglieria dell’Armata d’Italia; qui gli fu affidato il compito di proseguire la costruzione di un forte (già iniziata nel 1801) che avrebbe dovuto avere un ruolo determinante per la difesa di Taranto, quando l’Imperatore decise di farne il suo avamposto nel Mar Mediterraneo. In questa città de Laclos morì nel 1803 nel Convento di San Francesco d’Assisi. Fu quindi sepolto per suo volere nella piazza d’armi interna al Forte, tutt’ora esistente, fatto edificare alla fine del ‘700 da Napoleone sull’isola di S. Paolo, la più piccola delle Cheradi, nel golfo di Taranto.

Ma chi era questo militare-letterato che concluse a Taranto la sua avventura terrena? Laclos era nato ad Amiens nel 1741 e durante la Rivoluzione Francese divenne membro del circolo dei Giacobini. Arrestato nel 1793 e rimesso in libertà non molto tempo dopo, prese parte come generale di brigata alle campagne napoleoniche del Reno e d’Italia. E’ questo il motivo per cui lo ritroviamo a Taranto presso il Forte napoleonico dove governò la piazza militare di Taranto insieme al generale Gauvion Saint-Cyr. Come scrive monsignor Giuseppe Blandamura nel suo “Choerades Insulae” (1929), de Laclos nonostante come molti soldati napoleonici fosse minato nel fisico a causa delle febbri malariche contratte durante le campagne in zone torride e paludose, “nondimeno egli s’oprò in Taranto per mettere le cose del mare in perfetta efficienza bellica (…) sistemando fortilizi che sorgevano lungo le nostre coste”.

Il 15 settembre 1803 morì di dissenteria nell’ex convento di San Francesco nel borgo antico, dopo 54 giorni di altissime febbri. Si tramanda che abbia rifiutato i conforti religiosi per cui fu sepolto – pare per sua volontà – nella piazza d’armi del Forte. Il forte che porta il suo nome, attualmente in disuso, è una struttura che si estende per circa 6000 mq e, posto com’è al centro delle bocche d’accesso al Mar Grande, ricoprì un ruolo fondamentale nella difesa di Taranto, avamposto di Napoleone nel Mediterraneo. I francesi furono presenti nella città jonica a più riprese, la più lunga delle quali dal 1806 al 1815.

Le ultime notizie della sepoltura del romanziere Laclos risalgono al 1814, allorchè il cavaliere Cataldo Galeota nel preventivo per il restauro del forte stimò in duecento ducati la cifra necessaria per sistemare la tomba. Ma la caduta di Napoleone non favorì certo la pietosa operazione: scrive sempre il Blandamura che le spoglie del francese non ebbero “il riposo del sepolcro nell’acre solitudine dell’isoletta”, e che “soldatesche indisciplinate ed incoscienti poco dopo, infranta la tomba, le dispersero vandalicamente”. Secondo invece una leggenda popolare sarebbero stati i pescatori tarantini a trafugare la salma del francese e a gettarla in mare quale punizione postuma per aver rifiutato in punto di morte i conforti religiosi in quanto ateo. Chiunque sia stato a compierlo, è a tale gesto sacrilego che la tradizione ricollega la leggenda del fantasma di Laclos: i pescatori della zona raccontano infatti che nelle notti di mare in tempesta sia possibile vedere una spettro che vaga inquieto per l’isola. I più superstiziosi di loro addirittura si rifiutano di costeggiare l’isolotto, sebbene le sue acque siano frequentate da ricchi banchi di pesci. Alla maledizione del fantasma di Laclos vengono ricondotte anche molte disgrazie avvenute nel mare del Golfo di Taranto.

Immagine satellitare delle Isole Cheradi (l'isolotto di S. Paolo, sede del forte Laclos, è quello a destra) - Ph. GoogleEarth

Immagine satellitare delle Isole Cheradi (l’isolotto di S. Paolo, sede del forte Laclos, è quello a destra) – Ph. GoogleEarth

Le due isole Cheradi (S. Pietro e S. Paolo, rispettivamente di 118 e 5 ettari) dalla storia millenaria (sono già citate da Tucidide nel 391 a.C.) e dalla ricca fauna marina, fanno parte del demanio militare e conservano anche installazioni utilizzate durante la difesa della città di Taranto nella Seconda guerra mondiale, ma ormai in abbandono. Il Forte Laclos sull’isola di S.Paolo è interessante oltre che come testimonianza della architettura militare del ‘700, anche da un punto di vista naturalistico poichè presenta blocchi di calcare della zona nei quali si osservano i resti fossili di un organismo bivalve che viveva circa 100 milioni di anni fa e ormai estinto. Ciò potrebbe rendere tutta l’Isola di San Paolo un’area naturale protetta, oltre che la testimonianza storica di un periodo decisivo per l’Europa.

Nel 2003 in occasione del bicentenario della morte di Choderlos de Laclos, l’Alliance Française di Bari, di concerto con l’Università di Bari e La Sorbonne di Parigi, organizzò un Seminario tutto incentrato sull’autore delle “Liaisons dangereuses”, romanzo epistolare tradotto in moltissime lingue. L’Alliance Française si è inoltre fatta promotrice della proposta di creazione di un itinerario letterario dedicato al grande scrittore francese, nella speranza di dare all’Isola il rilievo culturale che merita. L’impegno per salvare da speculazioni questo luogo è diventato particolarmente strenuo da parte di associazioni e singoli cittadini soprattutto da quando si è diffusa la spiacevole notizia della possibile dismissione dell’Isola di San Paolo e della sua probabile vendita con gara pubblica su iniziativa del Ministero della Difesa.

UNA LETTERA DI LACLOS INVIATA DA TARANTO ALLA MOGLIE

Ritratto della signora de Laclos, ossia Marie-Soulange Duperré, attribuito ad Alexandre Kucharski (1786)

Ritratto della signora de Laclos, ossia Marie-Soulange Duperré, attribuito ad Alexandre Kucharski (1786)

Uomo eclettico, Laclos fu anche uomo molto sfortunato, come si evince dalle numerose lettere scritte da Taranto alla sua amata sposa, in Francia. I testi di queste lettere, pervenuti in Puglia grazie ad un suo nipote, sono custoditi nella
Biblioteca “Acclavio” di Taranto. Vi proponiamo qui una toccante lettera da Taranto tradotta dalla Prof.ssa Teresa Bosco della Alliance Française, sede di Taranto, e tratta dalle ‘Lettere inedite di Choderlos de Laclos’ pubblicate a Parigi nel 1904 da M. Louis De Chauvigny per la Sociétè du Mercure de France (dodici sono le missive da Taranto).

” TARANTO, II Termidoro anno XI
Mia buona, cara amica, quando ci siamo promessi una assoluta sincerità abbiamo sentito che essa solamente poteva fondare una assoluta fiducia; poichè da parte mia ho mantenuto totalmente questa promessa, ho il diritto di esigere che la mantenga anche tu, così, quando ti dirò tutto, ti scongiuro di contenere la tua immaginazione e di credere a ciò che ti dico, a tutto ciò che ti dico, a nient’altro che ciò che ti dico. Il giorno stesso in cui ti scrivevo, mi sentivo un pò indisposto. La sera stavo proprio male e lo sono stato per tre giorni. Dal quarto giorno, la malattia è cessata, mi resta ancora un certo malessere, ma è assolutamente senza pericolo. Per un vero miracolo, ho qui tutto ciò che può desiderare un malato. Sono ospitato da persone che passano la metà della giornata ad informarsi, da me e dal moi medico, di tutto ciò di cui ho bisogno o desidero, e l’altra metà del giorno a procurarmelo, cioè a darmelo. In più, ho un medico del posto che parla francese e che conosce bene questo genere di malattia; poi ho un’infermiera superiore alle migliori infermiere delle partorienti, a Parigi. Questo infermiere è Lespagnol. Dal momento in cui mi sono ammalato, ha messo il suo letto accanto al mio, e, appena mi sposto, egli è in piedi per darmi ciò di cui ho bisogno. Non basta dire che non mi lascia mai, ma che non mi perde di vista un momento. Il figlio più tenero, il più intelligente, il più attento, non farebbe di più per suo padre. Non posso dirti quanto ciò mi abbia commosso. Addio, mia buona cara amica, chiudo qui la mia pagina, per non stancarmi troppo; sii certa che ti scriverò presto e che sarò sincero e sii certa che la mia più grande sofferenza è l’inquietudine che ti procuro. Ti amo e ti abbraccio con tutto il cuore e tu abbraccia i nostri figli da parte mia.”

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Quando M.me de Laclos morì, il 6 aprile 1832, vittima del colera, i manoscritti di suo marito, la sua corrispondenza e la maggior parte dei ritratti di famiglia passarono a suo figlio Charles e, dopo di lui, alla sua vedova. Da lei si andava quasi in pellegrinaggio per conoscere qualche aneddoto del Generale. Alla sua morte, sopraggiunta nel 1878, M.me de Wangen e M.me d’Avène, raccoglievano questo prezioso documento epistolare del loro nonno. Il citato libro di lettere, pubblicato a Parigi da M. Louis De Chauvigny, nel 1904, è particolarmente utile per far luce sulla personalità di Laclos: un uomo così diverso dal Valmont a cui si continuava ad assimilarlo, un uomo fedele, tenero, appassionato, un padre indulgente e fermo, un politico attento, non un patriota acceso ed assetato di gloria, ma un uomo assetato di conoscenza.

IL SUO CAPOLAVORO LETTERARIO

“Le relazioni pericolose” è un classico conosciuto per la sua esplorazione della seduzione, vendetta e malizia umana, ma a dire il vero l’autore lo aveva concepito soprattutto per far riflettere, tramite i personaggi principali, sul biasimevole stato dell’educazione femminile e sulle sue conseguenze per la morale nella Francia del XVIII secolo. Un racconto moraleggiante sulla corruzione e lo squallore della nobiltà della Francia dei Borbone.

Il romanzo suscitò notevole scalpore sin dalla sua prima pubblicazione e continuò ad essere pubblicato in numerose edizioni. In esso, sfruttando la tecnica narrativa dello scambio epistolare, Laclos fa una analisi realistica, spietata e a tratti cinica del decadimento della morale femminile e, partendo da essa fornisce un quadro desolante della nobiltà cortigiana francese del tempo. La vicenda vede protagonisti la perfida Mme de Marteuil che guiderà le ciniche azioni del libertino ed ex amante Marchese di Valmont. Costui conquisterà l’ambita ed austera Mme de Tourvel, sebbene si dedichi anche con successo alla seduzione della timida Cécile de Volanges, a sua volta innamorata del giovane Danceny che, scoperta la relazione, uccide Valmont in duello. A muovere i fili di tutto è la Marchesa de Merteuil, prima maestra e poi nemica di Valmont finchè, sfigurata dal vaiolo, si isolerà dalla società, mentre le altre due donne si ritireranno in convento.

Questo romanzo ha ispirato celebri opere cinematografiche: la più famosa è “Le relazioni pericolose” diretto nel 1988 da Stephen Frears, con Glenn Close (Mme de Merteuil), John Malkovich (Valmont), Michelle Pfeiffer (Mme de Tourvel), Uma Thurman (Cécile de Volanges) e Keanu Reeves (Danceny), del quale su You Tube trovate un breve ma significativo frammento. La clip mostra una scena centrale del citato film ‘Le relazioni pericolose’, diretto nel 1988 da Stephen Frears. Protagonisti sono la perfida e libertina Mme de Merteuil (Glenn Close) che espone la sua spregiudicata filosofia di vita al cinico seduttore Marchese di Valmont, suo ex amante (John Malkovich) . Un’altra versione nota è quella del film “Valmont” di Milos Forman (1989), mentre un’interpretazione in chiave moderna e statunitense è rappresentata da “Cruel Intentions”, un film del 1999 diretto da Roger Kumble.

DISSERO DI LACLOS:

M. Louis De Chauvigny nel pubblicare le ‘Lettere inedite di Choderlos de Laclos’ – nelle quali si avverte l’intensità emotiva del militare dall’etica ferrea, del padre e marito esemplare, del letterato di grande levatura – scrive: “uno sposo fedele, tenero, appassionato; un padre indulgente ma fermo; un maestro paziente, attento a nascondere le sue doti sotto il sentimento dell’amicizia; un patriota ardente, assetato di gloria per il suo paese; uno spirito curioso di sapere, sino alla fine; un moralista severo e delicato, un uomo di ingegno e insieme sincero; un uomo di lettere e di scienza.” Sulla presenza di Laclos a Taranto, oltre alle citate lettere del romanziere pubblicate dal De Chauvigny, esiste un romanzo epistolare di Hélène Claude Frances – ‘Il Fantasma di Laclos – Lettere da Taranto’ (Editrice Edit@ – Taranto, 2006).

Choderlos de Laclos: è sepolto a Taranto lo ‘scandaloso’ autore de “Le relazioni pericolose”

Illustrazione di Jean-Honoré Fragonard per la prima edizione (1782) di 'Les liasons dangereuses' di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos

Choderlos de Laclos: è sepolto a Taranto lo ‘scandaloso’ autore de “Le relazioni pericolose”

Les Liaisons dangereuses. Paris, Levasseur et Cie, s. d. [1934]. 2 volumes in-4' brochés, con le illustrazioni di Georgies Barbier

Choderlos de Laclos: è sepolto a Taranto lo ‘scandaloso’ autore de “Le relazioni pericolose”

Illustrazioni di Georgies Barbier per 'Les Liaisons dangereuses', Paris, Levasseur et Cie, s. d. [1934]. 2 volumes in-4' brochés

Choderlos de Laclos: è sepolto a Taranto lo ‘scandaloso’ autore de “Le relazioni pericolose”

Illustrazione di Georgies Barbier per 'Les Liaisons dangereuses', Paris, Levasseur et Cie, s. d. [1934]. 2 volumes in-4' brochés

 

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