Partita dalla Calabria, l’iniziativa coinvolge anche Basilicata e Sicilia. Il tracciato sarà di circa 1000 km e potrebbe integrarsi con la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. Al vaglio anche la realizzazione di un’altra pista sulla dorsale appenninica calabrese con sbocco sullo Stretto di Messina
di Alessandro Novoli
La Calabria punta sul turismo ecosostenibile e progetta la ciclovia più grande d’Europa ponendosi come ente capofila di una iniziativa che coinvolge anche Basilicata e Sicilia: il tratto calabrese partirà da Rocca Imperiale, sul versante jonico nord, per approdare a Tortora sull’opposto versante tirrenico, passando per Reggio Calabria. Un lungo tragitto che include anche le lucane Metaponto, Maratea e Lagonegro, mentre in Sicilia andrà da Messina fino a Pozzallo (Ragusa), toccando Catania, Siracusa e Pachino, interessando pertanto l’intera costa orientale. Il tratto siciliano ricalca integralmente il percorso dell’Eurovelo 7 – delineato dall’Unione europea e compreso tra le infrastrutture strategiche a livello continentale – che attraversa l’Europa da Nord a Sud, dalla Norvegia a Malta. Nel progetto è inclusa la possibilità di un collegamento con la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese e la realizzazione in Calabria anche di un’altra pista sulla dorsale appenninica con sbocco sullo Stretto che, entro il 2020 e al costo di 10 milioni di euro, andrebbe a collegare i tre parchi nazionali (Pollino, Sila e Aspromonte, passando per le Serre). Tutta questa rete, lunga circa 1000 km, è la Ciclovia della Magna Grecia, così denominata perchè attraverserà le principali località teatro di quella straordinaria stagione della civiltà e della cultura iniziata con la fondazione delle colonie greche nel sud Italia intorno all’VIII sec. a.C. Lo scorso agosto il progetto lanciato dalla Calabria ha ottenuto il via libera del Ministero delle Infrastrutture, per cui la Ciclovia della Magna Grecia è stata inclusa nell’elenco delle dieci piste ciclabili programmate per l’intero Paese.
Complessivamente sono stati stanziati 370 milioni di euro che, con il cofinanziamento delle Regioni superano i 700. La Calabria dal canto suo ne ha messi in preventivo 150. Una spesa non indifferente per un comparto, quello del cicloturismo che, stando a uno studio di Legambiente, in Italia genera un fatturato di circa 6,2 miliardi l’anno (basti pensare che solo i cicloturisti stranieri nel 2016 sono stati 1,8 milioni), mentre a livello europeo muove un indotto di 44 miliardi di euro. La cifra globale prevista per le 10 ciclovie italiane, spalmata fino al 2024, è stata inserita nelle leggi di stabilità 2016 e 2017: quattro sono le ciclovie previste nella Stabilità 2016 – Ciclovia del Sole, Ven-To, Acquedotto Pugliese e Grab di Roma – giunte allo step della progettazione. La copertura economica delle altre sei – Ciclovia del Garda, Ciclovia della Magna Grecia, Ciclovia della Sardegna, Ciclovia Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia, Ciclovia Tirrenica e Ciclovia Adriatica – risulta inserita nell’ultima manovra. Per questo secondo gruppo di ciclovie, il denaro disponibile attende di essere speso sulla base dei progetti di fattibilità che gli enti capofila dovranno presentare.
Per la Ciclovia della Magna Grecia, spetterà ora alla politica definire il percorso migliore per dar vita al relativo tracciato: “Daremo priorità alle strade con minor traffico o a traffico nullo – ha dichiarato Francesco Russo, assessore calabrese al Sistema della Logistica – mentre con l’ultimazione del protocollo d’intesa con Mit e Mibact sarà possibile procedere al progetto di fattibilità. Al tempo stesso – ha proseguito – definiremo anche un bonus da usare per l’acquisto delle biciclette poiché sarà necessario far crescere l’utenza”. Riferendosi infine alla ricaduta economica di questo grande progetto, Russo ha concluso dicendo che “al momento nessuna infrastruttura ha un rapporto costi-benefici migliore di quello delle piste ciclabili, visto che per un euro che si investono ne tornano cinque in benefici”. Il tracciato dovrà rispondere a requisiti di intermodalità con altri sistemi di trasporto, in particolare con il sistema ferroviario e marittimo, interconnessione con altri itinerari cicloturistici, valorizzazione del patrimonio storico artistico e naturalistico, valorizzazione del patrimonio agricolo, enogastronomico e delle tradizioni popolari, sviluppo di ricettività turistica ecosostenibile, generazione di occupazione a partire dalle aree interne.
Ai fini del successo dell’intera operazione avrà un ruolo importante il coinvolgimento delle associazioni locali di cicloescursionisti e ciclisti urbani come la Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e altre piccole ma importanti realtà associative che già tracciano itinerari in entrata e in uscita rispetto ai borghi dell’entroterra che sono a forte rischio di spopolamento. Proprio la Fiab ha proposto di estendere la Ciclovia della Magna Grecia fino a Taranto ed ha invitato Comune, Provincia e Regione ad attivarsi immediatamente affinché venga colta questa irripetibile opportunità: il capoluogo jonico – è stato fatto notare – non può perdere un’occasione del genere essendo Taranto stata una delle città più importanti della Magna Grecia, oltre ad avere il MARTA, uno fra i più importanti musei archeologici d’Italia e d’Europa.
Dopoil primo ok del Ministero al progetto, il passo successivo è la stesura del progetto di fattibilità affinchè quello che inizialmente è un tragitto su una mappa possa diventare una concreta infrastruttura. Nel caso della Ciclovia della Magna Grecia il compito spetterà alla Calabria che, come ogni ente capofila, – fa sapere il Ministero – “dovrà coordinare i lavori degli enti coinvolti e presentare al Mit la stima economica del progetto di fattibilità tecnica ed economica e del fabbisogno per la realizzazione, indicando le priorità. Ricevuti l’ok alla stima e le risorse per la progettazione, l’ente coordinatore dovrà inviare i progetti che saranno finanziati con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo.
I progetti dovranno essere redatti sulla base del rapporto costo/benefici, della maggiore ed immediata fruibilità e, soprattutto, dell’intermodalità con le altre reti di trasporto; non ultimo, i progetti dovranno dare la possibilità ai ciclisti inesperti, ai disabili ed ai nuclei familiari di percorrere la ciclovia al pari degli altri utenti della ciclabilità”. In altre parole la Calabria dovrà vigilare affinchè Sicilia e Basilicata presentino ciascuna il loro progetto di fattibilità, in modo che l’iniziativa sia portata avanti in modo sinergico. Tuttavia ogni regione è responsabile del proprio tratto, per cui alla fine il finanziamento andrà soltanto a quelle regioni che avranno saputo attivarsi nei modi e nei tempi giusti.
Oltre alla Ciclovia della Magna Grecia, sempre in Calabria, presso l’Unical, è in cantiere il progetto Byciclescapes ideato dal giovane ingegnere Eleonora Sarlo che prevede un circuito interno, una serie di percorsi costieri su entrambi i versanti e degli itinerari trasversali per un totale di 2.179,07 km di “vie verdi” che attraverserebbero in ogni direzione la Calabria, al costo complessivo di 2,4 miliardi di euro. Il nome del progetto nasce dall’unione delle parole bicycle e landscape e si ispira alle esigenze di quella nuova categoria di turisti che usano la bicicletta come mezzo per scoprire, con impatto zero sull’ambiente, quello che un territorio ha da offrire.
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