di Ferruccio Cornicello
Lo scorso 20 novembre si è costituita a Roma, in un gremito Tempio di Adriano, con il supporto del Notariato italiano, l’Associazione Digital Champion. A guidarla e ad assumere la carica di Digital Champion per l’Italia, nominato per decreto a settembre scorso con funzione di consigliere del presidente del Consiglio, è il romano Riccardo Luna, giornalista e innovatore, promotore di numerose iniziative per lo sviluppo della società digitale.
Contestualmente sono stati nominati e presentati al pubblico i primi 100 Digital Champions italiani territoriali, fondatori dell’omonima associazione composta da soggetti di professionalità varie, espresse in persone fisiche e persone giuridiche, selezionate direttamente da Riccardo Luna in base alle loro storie esemplari ed ai risultati raggiunti dalle candidature aperte a tutti arrivate sull’apposito sito www.digitalchampions.it aperto il 27 ottobre. Piattaforma, questa, di riferimento continuo per inviare le candidature e le richieste di collaborazione. Tra le presenze all’evento quella di Alessandra Poggiani direttore generale di AgID – Agenzia per l’Italia Digitale – e Paolo Testa responsabile Smart City di Anci. A chiudere il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha portato i saluti dell’Esecutivo e ringraziato i nuovi Digital Champions.
La carica di Digital Champion è nata nell’ambito dell’Unione Europea nel 2012 e ad oggi conta 26 rappresentanti. La figura del Digital Champion è nominata da ciascun Stato membro e dalla Commissione Europea ed ha il compito di lavorare per l’attuazione e lo sviluppo dell’Agenda Digitale europea lanciata nel maggio del 2010.
I Digital Champions sono attivi per l’alfabetizzazione digitale e lavorano con i cittadini, le comunità, il mondo accademico, le imprese e tutti gli amministratori pubblici; svolgono un ruolo di stimolo del governo e di raccordo in sede europea; promuovono le competenze digitali in marteria di istruzione, incoraggiano l’e-governement e lo svuluppo delle reti wifi in ambito territoriale, sostengono le aziende nell’abbracciare le nuove tecnologie per essere più competitive, contribuiscono a creare innnovazione e stimolare la ricerca, segnalano le buone pratiche e i problemi da risolvere. In Europa il Digital Champion non è retribuito, non ha staff ne tantomeno budget. Attualmente è solo un ambasciatore dell’innovazione.
In Italia, prima di Riccardo Luna in due anni altri 3 nomi hanno ricoperto la carica di Digital Champions: Roberto Sambuco, Agostino Rosa e Francesco Caio. A differenza di questi predecessori e in linea con le raccomandazioni comunitarie, per dare impulso ed efficacia al processo di alfabetizzazione digitale in italia, si è deciso di declinare la carica sul territorio e nominare entro gennaio 2015 poco più di 8000 digital champion locali, uno in ogni comune, che faccia rete e dunque operi con maggiore forza. “Si tratta di un incarico fiduciario che ha valore soltanto nel rapporto fra loro e me – dice Riccardo Luna – in un certo senso mi rappresentano nei loro territori e mi aiutano a capire cosa si può fare per avanzare l’alfabetizzazione dei rispettivi comuni”. Un network di attivisti, volontari, appassionati di digitale con il compito di mobilitare il paese porta a porta, capaci di raccontare le opportunità di Internet e della rivoluzione digitale, promuovere la cultura digitale. “Non ha più senso parlare di agenda digitale – aggiunge Riccardo Luna – oggi l’agenda digitale coincide con l’agenda del paese perché da qui passa il nostro futuro”.
Tre sono gli obiettivi che dovrannno perseguire i Digital Champions italiani: il primo è quello di costituire una sorta di help desk per gli amministratori pubblici sui temi del digitale; come seconda cosa dovranno difendere il cittadino in caso di assenza di banda larga, wifi e altri diritti negati; da ultimo, dovranno promuovere, anche con il ricorso al crowdfunding, progetti di alfabettizzazione digitale che riguardino tutte le fascie di età.
L’Associazione Digital Champions, spiega Riccardo Luna, nasce anche dall’opportunità di avere “una soggettività giuridica necessaria per intraprendere qualsiasi tipo di azione. E perchè il volontariato non basta per sostenere una organizzazione tanto complessa e ambiziosa e perché chi ci lavora deve essere retribuito. E non volendo e potendo attivare fondi pubblici abbiamo deciso di farlo con la formula dell’autofinanziamento”.
La distribuzione sul territorio italiano di questo primo network di digital champions risulta ancora disomogenea, a macchia di leopardo, ma non concentrata nelle sole aree metropolitane e urbane maggiori. Trentanove sono i digital champions delle regioni del Sud Italia, ad eccezione del Molise che non ha rappresentanti, che avranno il compito di operare sul territorio per promuovere la cultura digitale:
Per la Sardegna sono investiti Lucio Murru – Olbia (OT), Serena Orizi – Sassari (SS), Federica Ferrari -Nuoro (NU), Francesca Casula – Oristano (OR), Luigi Cocco – Ogliastra, Carlo Mancosu – Medio Campidano; Fabrizio Palazzari – Carbonia/Iglesias, Nicola Pirina – Cagliari. L’Abruzzo è rappresentato da Tommaso Spagnoli – Pescara. Giovanni Caturano – Benevento, Giovanni de Caro e Giorgio Ventre – Napoli, Alex Giordano – Cava de’ Tirreni (SA) e Raffaele Gaito – Salerno sono invece i rappresentanti della Campania. La Basilicata esprime Piersoft Paolicelli – Matera (MT), Michele Cignarale Melfi (PZ), Ida Leone Pignola (PZ), Ernesto Belisario e Caterina Policaro – Potenza. La Puglia partecipa con Salvatore Severo – Foggia, Giusy Ottonelli – Bari, Cosimo Palmisano – Taranto, Daniele Cassini – Ugento (LE), Antonio Scarnera e Gabriella Morelli – Lecce, Salvatore Giuliano e Daniele Galiffa – Brindisi. La Calabria è rappresentata da Giuseppe Naccarato – Cosenza, Paolo Mirabelli – Rende (CS), Francesco Vito Tassone – Serra San Bruno (VV), Aldo Pecora – Polistena (RC), Angelo Marra – Reggio Calabria. In Sicilia opereranno Viviana Cannizzo – Siracusa, Peppe Sirchia – Catania, Antonio Perdichizzi – San Gregorio di Catania (CT), Nino Galante – Patti (ME), Alessandro Cacciato – Favara ( AG), Eugenio Agnello – Agrigento e Umberto Di Maggio – Palermo.
Il contesto internazionale ha registrato negli ultimi decenni uno sviluppo vertiginoso di internet, facendo assumere un ruolo chiave come volano per la crescita economica e per la coesione sociale alla disponibilità di connessini veloci e superveloci, alla Banda Larga e alla Banda Ultra Larga.
Nell’ambito della strategia “Europa 2020” e dell’Agenda Digitale, dove si riconosce un ruolo cruciale e moltiplicatore all’Information and Communication Technology (ICT) per la promozione di una crescita duratura e sotenibile nonchè inclusiva per i paesi UE, la Commissione Europea ha fissato degli obiettivi molto ambiziosi che passano anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture di nuova generazione: garantire entro il 2020 una connessione a 30 Mbps per tutti i cittadini e almeno al 50% della popolazione la disponibilità di 100 Mbps. Rispetto ai dati attuali che registrano il 42% delle linee fisse con una connessione inferiore ai 10 Mbps, il 6,5% con una connessione che supera i 30 Mbps e solo l’1% con una connessione a 100 Mbps. Questi obiettivi richiedono nuovi strumenti di finanziamento e investimenti consistenti che la Commissione Europea stima compresi tra i 60 miliardi di euro, per la copertura di tutte le utenze con connesioni di 30 Mbps, e i 270 miliardi di euro per permettere al 50% delle famiglie europee l’accesso a servizi alla velocità di 100 Mbps. Secondo lo studio della Cassa Depositi e Prestiti dell’Agosto 2012 titolato “Banda Larga e Reti di Nuova Generazione. La Banda Larga in Italia: presuppostti per lo sviluppo di un’ifrastruttura strategica” per raggiungere questi ambiziosi target sarà necessario sviluppare un’infrastruttura di rete fissa in fibra ottica, combinata, ove possibile, con un’adeguata connettività wireless.
Se l’Europa sconta ritardi significativi rispetto alle aree più avanzate dal punto di vista tecnologico come ad esempio il Giappone, la Corea del Sud e Hong Kong, l’Italia, secondo il Rapporto Istat “Cittadini e nuove tecnologie del dicembre 2011” e dati elaborati dalla Commissione Europea, presenta complessivamente una situazione ancora più negativa e critica che la posiziona a livello europeo al 22° posto in termini di diffusione delle tecnologie digitali che riguarda non solo i cittadini ma anche il tessuto imprenditoriale e la Pubblica Amministrazione. Inoltre l’Italia occuperebbe l’80° posto a livello globale per la velocità media di download pari a 5,5 Mbps per le reti fisse a Banda Larga secondo le statistiche Netindex 2012, rispetto ai primi 20 della classifica che vedono primeggiare Hong Kong con 41,7 Mbps seguita da Corea del Sud con 34.0, Lituania 32.9, Singapore 30.1, Taiwan 29.1, Lettonia 28.9, Giappone 28.2, Paesi Bassi 27.1, Svezia 25.8, Belgio 22.7, Portogallo 22.4, Svizzera 20.6, Danimarca 18.3, Regno Unito 17.6, Norvegia 17.1, Finlandia 15.6, Germania 15.5, Ungheria 15.4, Russia 14.6 e Stati Uniti 14.1.
Il Rapporto Istat “Cittadini e nuove tecnologie” del dicembre 2013, fornisce uno spaccato sullo stato della società digitale italiana. Di seguito si riporta una selezione di dati con luci e ombre. Sulla base dei campioni intervistati, permangono ancora squilibri territoriali tra le varie macroaree del paese, differenze di genere e generazione e differenze sociali nell’accesso ai beni e servizi tecnologici. Dati positivi si registrano nell’aumento rispetto all’anno precedente della dotazione tecnologica delle famiglie: la quota di famiglie che dispone di un personal computer passa dal 59,3% al 62,8%, e quella che dispone di un accesso internet da casa passa dal 55,5% al 60,7%. Sono tecnologicamente più avanzate le famiglie con minorenni dove il personal computer e l’accesso ad internet da casa sono disponibili, rispettivamente, nell‘87,8% e nell‘85,7% de casi. All’opposto le famiglie costituite esclusivamente da over 65 anni: appena il 14% possiede un computer e soltanto il 12,7% dispone da casa di una connesione internet. Utilizza il personal computer il 59,7% degli uomini a fronte del 49,3% delle donne; naviga su internet il 60,2% degli uomini contro il 49,7% delle donne. I maggiori utilizzatori di internet e di personal computer restano i giovani compresi tra i 15 e i 19 anni, rispettivamente con l’89% e oltre l’88%.
Il personal computer è disponibile nel 65,4% delle famiglile del Centro-nord e solo nel 57,6% delle famiglie residenti nelle regioni del Sud e nel 56,3% delle Isole. Al Centro-nord è la quota più elevata di famiglie con accesso ad internet da casa: 63,3% contro il 55,1% del Sud e 54,7% delle Isole. Nel Mezzogiorno il possesso del cellulare abilitato alla connesione internet registra il dato del 36,1% contro il 47,6% del Centro-nord. E’ più che triplicata la quota di chi si connette da casa usando un cellulare con tecnologia almeno 3G: si passa dal 2,3% del 2012 al 7,9% del 2013. La quota delle famiglie che possiedono un cellulare abilitato alla connesione internet aumenta di quasi 10 punti percentuali passando dal 34,7% al 43,9%.
Considerando il numero dei residenti, nei comuni fino a 2000 abitanti la quota di coloro che utilizzano il computer è pari al 47,7%, mentre nei comuni centro e periferia dell’area metropolitana è superiore al 56%. La quota degli internauti raggiunge solo il 47% nei comuni fino ai 2000 abitanti, mentre supera il 57% nei comuni centro e periferia dell’area metropolitana. Rispetto alle attività svolte, internet è un importante strumento di comunicazione e di partecipazione. Nel Paese, passa dal 48,1% al 53,2%, la quota di persone che partecipano a social network come Facebook e Twitter. A livello territoriale invece l’uso dei social network è più diffuso al Sud e nelle Isole. Rispetto al 18,1% di quelli del Nord-ovest, i residenti al Sud esprimono opinioni su temi sociali o politici registrando un 24,6%.
La disponibilità di tecnologie telematiche accresce la possibilità di accesso alla cultura e cambia la modalità della fruizione. Cresce la centralità del web come mezzo per soddisfare il crescente bisogno di ottenere notizie aggiornate. Nel 2013 oltre la metà degli utenti di internet, 63% contro il 50,5% dell’anno precedente, si documenta via web sui temi di attualità, legge giornali, cerca informazioni o riviste on-line. Nel 2013 si è registrata anche una crescita nell’e-commerce, dal 28,2% al 31,5%, di utenti che hanno ordinato e/o comprato merci e/o servizi per uso privato (all’incirca 9 milioni di persone). Pur restando il personal computer il mezzo principale per la fruizione di internet, sempre più sono gli individui collegati al web con tablet e smartphone in luoghi diversi da casa o dal posto di lavoro. I cittadini italiani che usano di più il web si collocano nella fascia d’età compresa tra i 16 e i 24 anni, dato di poco inferiore alla media europea, 81% contro 84%.
Secondo il succitato rapporto della Cassa Depositi e Prestiti che utilizza dati Eurostat 2012 e dati della Commisione Europea sempre del medesimo anno la diffusione delle conessioni internet nelle famiglie colloca l’Italia al 22° posto tra i Paesi UE rappresentando una indicidenza del 62%, di 11 punti percentuali inferiore alla media europea. Più negativo il dato della penetrazione delle connesioni in Banda Larga dove la quota raggiunge il 52% ponendo il nostro Paese al 24° posto a livelo europeo davanti a Grecia, Bulgaria e Romania. Il tessuto imprenditoriale registra un contesto più favorevole sebbene sempre al di sotto della media europea.
Pur all’interno di questo quadro generale caratterizzato da luci ed ombre, l’Italia è quarta tra i Peasi UE, dopo Germania, Francia, e Regno Unito per abbonamenti a internet a Banda Larga da rete fissa con 13,4 milioni di sottoscrizioni (Fonte Commisione Europea 2012). Secondo i dati Istat 2013 sono 15 milioni e 138 mila le famiglie che possiedono un collegamento alla rete fissa di cui ben 14 milioni e 893 mila sono le sottoscrizioni con la connessione a Banda Larga. Sempre su dati della Commissione Europea relativi al 2012, in Europa, il numero degli abbonamenti alla Banda Larga da rete fissa è cresciuto negli ultimi anni sino ad un livello pari a 28 abbonati per 100 abitanti. In Italia il dato è di 22 abbonati per 100 abitanti. Dati inferiori ma sempre in crescita registrano in Europa gli abbonamenti a internet a Banda Larga da rete mobile attestandosi gli attuali ad 8 abbonati per 100 abitanti rispetto alla media di 3 ogni 100 nel 2008. Dati in crescita anche in Italia che si trova al di sopra della media europea con 10 abbonati ogni 100 abitanti.
In un contesto come quello italiano caretterizzato ancora dalla modesta penetrazione delle infrastrutture in fibra ottica, risulta estremamente elevato il potenziale di sviluppo del mercato realativo alla realizzazione delle Next Generation Network (NGN), le Reti di Nuova Generazione. Con ricadute positive per l’industria delle comunicazioni e l’intero ecosistema digitale che nella catena del valore comprende 5 attori fondamentali rappresentati dagli operatori di rete, dai fornitori di servizi, dagli operatori di piattaforma, ai produttori dei dispositici ICT per finire con i fornitori di contenuti.
Sempre secondo lo studio della Cassa Depositi e Prestiti succitato è bene “evidenziare come i ritardi dello sviluppo infrastrutturale italiano siano riconducibili non solo alle incertezze manifestate dal lato dell’offerta, ma anche da carenze o ritardi dal lato della domanda, che manifesta un certo grado di immaturità con riferimento all’utilizzo dei servizi a più alto valore aggiunto. In questo contesto, se è vero che servono azioni incisive per promuovere l’alfabetizzazione digitale, la diffusione delle teconologie e la fornitura di contenuti e servizi digitali, è altrettanto vero che solo la disponibilità di infrastrutture efficienti sarà in grado di far emergere o stimolare una domanda strutturale di connessioni ad alta velocità”.
Sempre il 20 novembre scorso è partita la consultazione pubblica, che durerà sino al 20 dicembre prossimo, sui nuovi piani nazionali del Governo per la diffusione della Banda Ultra-Larga e la Crescita Digitale del Paese. Entro il 2020 la Strategia Italiana per la Banda Larga, data l’inesistenza sino ad oggi di un piano nazionale unitario e i precedenti fallimenti del Piano Caio e del Piano Romani, prevede investimenti per 6 miliardi di euro pubblici, per lo più programmi europei, e 2 miliardi provenienti dai privati per garantire la copertura per l’85% della popolazione con connettività di almeno 100 mbps e per il restante 15% almeno 30 mbps.
* Riccardo Luna. Giornalista romano, inizia la sua carriera collaborando con il Messaggero. Dagli iniziali interessi legati al mondo del calcio passa ad occuparsi di nuove tecnologie. Nel 2008 diviene direttore di Wired la nascente rivista che si occupa di tecnologia, omonima della versione americana. Oggi è editore delle testate che sostengono l’innovazione in Italia Chefuturo! e StartupItalia!. E’ stato co-ideatore e conduttore della prima Repubblica delle Idee e di Next, un Festival sull’innovazione italiana itinerante in collaborazione con il quotidiano La Repubblica. E’ inoltre autore della fortunata pubblicazione Cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori e co-curatore della Maker Faire Rome – The european Edition, edizione europea del più grande evento di innovazione al mondo, giunta quest’anno alla sua seconda edizione. Dal settembre 2014 ricopre anche la carica di Digital Champion per l’Italia.
Sitografia per approfondimenti
Digital Champions Italia
Profili dei Digital Champions italiani
Studio della Cassa Deposiiti e Prestiti – Banda Larga e Reti di Nuova Generazione
Strategia Italiana per la Banda Ultralarga
Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020
Agenda Digitale europea
Digital Agenda for Europe (DAE). A Europe 2020 Initiative
Digital Champions european Members State
StartupItalia!
Che Futuro!