“A cosa serve una grande profondità di campo se non c’è un’adeguata profondità di sentimento?”
William Eugene Smith
di Enzo Garofalo
La fotografia assume un valore che travalica la semplice documentazione visiva quando si carica un forte significato emotivo e simbolico, quando cioè lo strumento smette appunto di essere solo un groviglio di parti meccaniche e diventa un ponte, un trait d’union fra l’occhio di chi scatta, il cervello e la sensibilità che guidano quell’occhio e la realtà che gli si para davanti. Ovviamente quella sensibilità attraversa diverse fasi di maturazione che vanno di pari passo col vissuto personale del fotografo, come credo possa riscontrarsi scorrendo la produzione di qualsiasi artista dell’obiettivo. E comunque tale sensibilità rimane sempre aperta a nuove sollecitazioni, come nuova può essere ogni volta la realtà con cui a un fotografo capita di confrontarsi. In tal senso credo che le immagini che qui vi presentiamo testimonino il passaggio del giovane fotografo barese Nicola Vigilanti* ad una fase di rinnovata e più matura sensibilità espressiva, nella quale l’elemento umano viene “indagato” con una più intensa e coinvolgente capacità di penetrazione. L’affinamento dei propri strumenti personali di lettura del mondo in Vigilanti si è senza dubbio giovato in questi anni del costante confronto con realtà socialmente multiformi, e non di rado difficili, come quelle che gli ha potuto offrire e gli offre quotidianamente la sua collaborazione con l’Interpol, organismo di polizia internazionale presente in teatri di crisi nelle più svariate parti del mondo. Un’esperienza di grande impatto interiore che unitamente al naturale temperamento dell’Autore sta producendo il risultato di scatti capaci di emozionare sempre di più.
I sei scatti che qui vi presentiamo sono stati realizzati in Costa D’Avorio, più precisamente a Soubre’, nella regione agricola di Nawa. La Repubblica della Costa d’Avorio è una delle realtà fra le più complesse del continente africano essendo la sua popolazione formata da un mosaico di ben 62 etnie diverse; circa il 70% degli abitanti sono impegnati nel settore agricolo, sebbene non manchino significative risorse minerarie e petrolifere. Un’economia abbastanza prospera ma al tempo stesso fragile e fluttuante che si regge soprattutto sulle esportazioni di prodotti agricoli e materie prime, delle cui variazioni di prezzo a livello internazionale risente in modo sensibile, così come risente di variazioni climatiche a volte estremamente penalizzanti. Le immagini di Vigilanti sono un piccolo spaccato di vita quotidiana in una delle zone più povere della città di Soubre’, uno di quei luoghi in cui il poco è tutto ciò che c’è, ma in quel poco c’è spazio anche per il sorriso e per una dignità davvero sorprendenti.
“Questi scatti – ci spiega Vigilanti – nascono come immagini singole nel senso che non vogliono raccontare una storia ben precisa. Ho voluto concentrarmi esclusivamente sulle persone che avevo di fronte. Inoltre ho volutamente realizzato un fotogramma singolo per ciascuna delle immagini che vedete. Inizialmente volevo infatti limitarmi semplicemente ad osservare il luogo e i suoi abitanti, ripromettendomi di tornare il giorno dopo, ma poi mi sono lasciato talmente coinvolgere dalla loro comunicativa che non ho potuto fare a meno di scattare. Ho ottenuto immagini di serena quotidianità in un contesto nel quale mi trovavo per motivi ben più gravi e cioè realizzare un reportage sul traffico di bambini in Africa Occidentale e sulle loro condizioni di schiavitù nei campi agricoli, soprattutto nelle piantagioni di cacao”.
Nicola Vigilanti ritrae così gesti semplici ed essenziali di persone alle prese con mansioni di prima necessità come lavare un bambino, frantumare dei cereali, cucinare qualcosa sul fuoco, ma capaci di raccontare quel “sentimento” primario – presente a qualsiasi latitudine e in quasiasi contesto socio-economico – che è la famiglia.
* Nicola Vigilanti è nato a Bari nel 1977. Vive in Francia ma viaggia costantemente per lavoro in diverse parti del mondo. Nel 2004 entra a far parte dell’agenzia SEA WAY, di base a Milano, con funzioni di coordinatore e fotografo. Lavorando in équipe, ha collaborato alle fasi di post-produzione, archiviazione e al supporto tecnico ai media ed ai clienti corporate. Nel 2006 si stabilisce a Parigi in qualità di fotografo indipendente e realizza campagne pubblicitarie e progetti editoriali per committenti corporate (Géo France, Elle France, Opéra de Paris, Grand Palais, Acqua di Parma, Divella, Blackshape, Mermec, Blockshaft, Banksails), Organizzazioni Internazionali (Interpol, Medici Senza Frontiere, Organizzazione Mondiale della Sanità, Internantional Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies), agenzie di comunicazione (Air Photo Agency Pictureplus, Gamma Rapho, Presswall, Johnright, Ohlala Paris, Photoslimited, Thereportage). Ad oggi, ha 15 anni d’esperienza come fotografo professionista con reportages in più di 50 paesi. Ha realizzato reportages come quelli sul traffico dei bambini in Africa, sulla catastrofe sociale e sanitaria ad Haiti in seguito al terremoto del 2010 e sulla “route” della contraffazione e del traffico illecito tra Europa, Asia, Africa e Centro-Sud America, nell’ambito della sua collaborazione con INTERPOL. É fotografo ufficiale in eventi politici con capi di stato e funzionari diplomatici nell’ambito della sua collaborazione con Interpol. Nel 2011, l’”Association National des Iconographers” (A.N.I.) ha esposto il suo lavoro “Vittime del traffico dei bambini in Burkina-Faso„ a Perpignan in occasione del Festival Internazionale del Fotogiornalismo “VISA pour l’image”. Nicola Vigilanti è in continuo aggiornamento sugli strumenti di lavoro: dalle attrezzature digitali ai software più adeguati per uso multimediale, post-produzione, archiviazione e presentazione del lavoro per i servizi di comunicazione.