di Roberto Sottile*
Una pittura astratta capace di raccontare un significato. In gioco non c’è solo la relazione tra luce, spazio, materia e colore, ma Michele Di Costanzo attraverso queste forze ci racconta una storia. Non utilizza la pittura astratta come priva di significato tangibile, rimandandoci a significati immateriali, ma attraverso la sua pittura, smaterializza le immagini rendendole riconoscibili attraverso il colore e la luce che ci restituiscono una “traccia” di ciò che è stato, di ciò che sta per succedere.
Classe 1990, Michele vive e lavora sull’Isola d’Ischia (Napoli), dopo l’Istituto tecnico statale di Geometra frequenta l’Università Federico II a Napoli. Non soddisfatto dal percorso di studi intrapreso, si accosta alla pittura in un primo momento da autodidatta e successivamente si iscrive presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove consegue, nell’anno accademico 2016/2017, il titolo di Diploma di I livello e nel 2020 il Diploma di II livello in Pittura.
Scrive della sua ricerca: “attraverso il colore e il gesto, che nel suo ritmo si rivela in un immaginario danzante, i miei dipinti sono composti da elementi che attingono dal vissuto nel quotidiano, viaggiando dalla memoria alla tela.”
Un viaggio alla scoperta della città che ogni uomo possiede diventa nella pittura di Michele, gesto dopo gesto, un rituale che l’artista tramanda o, per utilizzare ancora le sue parole, “la traslitterazione di sensazioni provate, di viste fugaci, metabolizzate e rigettate sulla tela in pennellate rapide e decise; è la tensione che ribalta esaltando ciò che risiede fino nelle viscere; è l’uso del colore puro, la corporeità connaturata nei soggetti osservati e ricordati.”
La sua ultima serie, “Cromatiche Tensioni”, esposta al Museo del Presente di Rende (Cosenza), all’interno dalla rassegna d’arte contemporanea “Intrecci Contemporanei” si sviluppa attorno questo racconto di storie e suggestioni che l’artista scompone e ricompone attraverso l’utilizzo della pittura dominata da una tavolozza cromatica di colore rosa. Colore insolito, difficile da utilizzare, che diventa per Michele collegamento con il mondo reale e il mondo che ci restituisce attraverso i suoi occhi e la sua sensibilità.
Per comprendere meglio tutto ciò, non ci resta che percorrere il sentiero delle “Cromatiche Tensioni” di Michele Di Costanzo e leggere attraverso i nostri occhi le sue storie animate da passioni, da danze, da riconciliazioni e lotte.
1. L’abbraccio (Padre e figlio), 2022 – 40×40 cm – olio su tela
Un lavoro profondamente evocativo che diventa l’opera più complessa dell’intera serie, seppure di piccola dimensione (solo 40×40 cm). L’abbraccio (Padre e figlio), segue il ritmo visivo che contraddistingue anche le altre opere. L’artista occupa tutto lo spazio lavorando con l’utilizzo di una tavolozza cromatica che diventa “memoria”, “testimonianza” di questo incontro. Da una parte il padre, dall’altra il figlio che diventano un unicum che emerge dalla superficie pittorica. Un lavoro che diventa una carezza visiva di forte impatto. Il colore da teso diventa allungato, morbido, disteso sulla superficie senza mai rinunciare alla sua forza estetica. L’abbraccio diventa una priorità, che induce lo spettatore a restare in silenzio e contemplare questa “icona contemporanea” dove un padre non nega mai lo sguardo al proprio figlio e viceversa. Un lavoro che va oltre la stessa superficie pittorica per diventare presenza concreta e tangibile.
2. Cromatiche Tensioni, 2022 – 120×110 cm – olio su tela (vedi prima foto in alto)
L’opera da cui prende il titolo tutta la serie, rappresenta la summa di tutte le sperimentazioni cromatiche e le tensioni pittoriche che l’artista ha utilizzato. I rosa utilizzati diventano tessere visive di un mosaico astratto che danno forza a tutta la scena. Una pittura materica di forte impatto visivo, che induce lo spettatore ad “aspettare”, a cogliere i movimenti, in attesa di qualcosa che sta per compiersi. Una pittura in divenire, che scorre sulla superficie in attesa di un cambiamento. Il colore bianco che diventa luce, l’utilizzo del nero che cerca di sopraffare il colore rosa, rende visivamente eccitante tutta la composizione astratta.
3. Pink Eros, 2022 – 120×110 cm – olio su tela
Pink Eros è l’opera più emblematica della serie “Cromatiche Tensioni”, l’artista rende immateriale la passione di corpi nudi per restituirci un significato dell’immagine che attraverso la pittura astratta ci racconta il senso più segreto di questa passione che diventa istinto e ragione, corpi che si fondono e diventano confine, dove il colore diventa groviglio, punto di unione tra cielo e terra, tra pace e guerra. Un lavoro erotico che riesce a non diventare volgare grazie ad una pittura che si impossessa della superficie in modo raffinato e sublime.
4. Danza Tribale 1, 2022 – 120×110 cm – olio su tela
Piani paralleli che si inseguono, segni che si intersecano, generando sulla superficie pittorica una “Danza Tribale” che ci restituisce sulla superficie pittorica la percezione del movimento che diventa pura poesia. Una scena che viene concepita come l’incontro e la variazione di una tavolozza cromatica costruita attraverso l’utilizzo e la scelta del colore rosa. Sono corpi che si placano e portano in scena un rituale, una passione che diventa movimento attraverso una pittura capace di avvolgere tutta la scena. Il risultato di questo movimento è una scena che imprigiona e nello stesso tempo restituisce la libertà a corpi perfetti che si spiritualizzano.
5. Danza Tribale 2, 2022 – 120×110 cm – olio su tela
Nello spazio pittorico domina il rosa e variazioni della sua tavolozza cromatica che dialogano con percezioni cromatiche di colori differenti che diventano il registro visivo della scena, una danza tribale, che l’artista ferma sulla superficie come un frame fotografico, riuscendo a cogliere tutta la potenza ritmica dei corpi in movimento che si fondono nel colore generando un linguaggio visivo-astratto di forte impatto emotivo. Corpo e anima che si incontrano e diventano un tutt’uno con lo spazio. È una pittura compiuta, potente e nello stesso tempo spirituale che annulla l’immagine e ci restituisce le più intime e personali percezioni.
6. I Lottatori, 2022 – 120×110 cm – olio su tela
Dinamismo, velocità, forza che si incontrano e si scontrano in un lavoro pittorico di forte impatto visivo. Le cromatiche tensioni di rosa esaltano il movimento dei lottatori che mettono in scena tutta la loro fisicità che l’artista racconta attraverso l’intreccio di colore che sulla superficie pittorica genera pathos. L’opera, che fa parte del ciclo pittorico “Cromatiche Tensioni” rappresenta un tassello fondamentale della ricerca dell’artista, poiché attraverso l’utilizzo di pochi segni pittorici ci restituisce una pittura netta, autorevole che emerge dalla superficie per generare su altri piani una lotta senza via d’uscita, tra corpi che si bagnano di luce e di pittura.
7. L’abbraccio (Madre e figlio), 2022 – 40×40 cm – olio su tela
L’opera di piccola dimensione (solo 40×40 cm) diventa una contemporanea icona dove l’artista esprime tutta la sua potenza visiva. I corpi sono appena accennati, grazie a pennellate che trovano una giusta dimensione; lo spazio è conquistato totalmente da questo abbraccio che diventa la metafora della ricerca dell’artista. Le “cromatiche tensioni” diventano sentimenti preziosi, che ci vengono raccontati attraverso un gesto semplice, che ci viene restituito attraverso una visione diversa, dove i corpi vengono superati dall’essenza stessa delle emozioni.
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Info Michele Di Costanzo: Instagram
*Critico d’arte e curatore