Da Capua a Reggio: la Via Popilia/Annia. Al Palazzo Arnone di Cosenza mostra fotografica dedicata all’antica strada romana

La Via Popilia, che andava da Reggio a Capua, permetteva i collegamenti tra Roma e Reggio con il suo importante porto - Ph. Public domain

La Via Popilia, che andava da Capua a Reggio, permetteva i collegamenti tra Roma e Reggio con il suo importante porto – Ph. Public domain

di Redazione FdS

Immagine di un pezzo di lastricato della via Popilia/Annia

Immagine di un pezzo di lastricato della via Popilia/Annia

A Cosenza, presso la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone, dal 1 al 30 giugno 2015 si terrà la mostra fotografica “Da Capua a Reggio: la Via Popilia/Annia”. L’evento prevede l’esposizione di una serie di immagini fotografiche della Via Popilia/Annia, l’antica strada romana che, staccandosi dalla Via Appia a Capua, conduceva attraverso la Lucania e il Bruzio fino a Reggio. Le immagini illustreranno alcuni tratti ancora esitenti della via lastricata e gli antichi ponti romani, mentre i relativi pannelli didattici racconteranno la storia di questa importante via di comunicazione e descriveranno il suo itinerario.

BREVE STORIA DI UNA ANTICA VIA DEL SUD

La Via Capua – Rhegium (Via ab Regio ad Capuam), nota anche come Via Popilia o Via Annia, è stata un’importante strada romana costruita nel 132 a.C. In quell’anno la magistratura romana decretò infatti la costruzione di una strada che congiungesse stabilmente Roma con la “Civitas foederata Regium”, estrema punta della penisola italica. Da sempre è stata controversa la questione del nome più appropriato per questa via: una corrente di pensiero, peraltro maggioritaria, sostiene la fondatezza del nome Via Popilia, individuando in Publio Popilio Lenate il console che l’avrebbe fatta costruire nel 132 a.C. Almeno questo si legge sul cosiddetto Cippo di Polla (Salerno) sul quale sono indicati i centri principali attraversati dalla Via ab Regio ad Capuam: Capua, Nocera, Morano, Vibo Valentia, Cannitello, Reggio.

Secondo la tesi minoritaria,  la via consolare si dovrebbe chiamare col nome di Via Annia, poiché sarebbe stata in realtà costruita dal console Tito Annio Lusco, secondo  quanto sembra suggerire un’iscrizione miliare ritrovata nel vibonese, recante il nome di un certo “Tito Annio, pretore, figlio di Tito” e la distanza da Vibo a Capua (255 miglia). Una terza posizione, volta a dirimere il contrasto,  tende a mettere d’accordo le due iscrizioni. La strada sarebbe cioè stata iniziata da Popilio ma completata l’anno successivo da Annio. Non si tratterebbe però di Tito Annio Lusco bensì di Tito Annio Rufo.

La strada si staccava dalla via Appia a Capua e raggiungeva Nola, Nuceria Alfaterna (Nocera Inferiore) e quindi Salernum (Salerno) sul mare Tirreno. Da qui si dirigeva verso la piana del Sele attraversando la città di Eburum, l’odierna Eboli. Dopo aver toccato la confluenza tra il fiume Sele e il Tanagro, la via Popilia puntava a sud risalendo il percorso di quest’ultimo fino a raggiungere il Vallo di Diano, un altopiano dove all’epoca erano situate le città romane di Atina (Atena Lucana), Tegianum, Consilinum (Padula), Sontia (Sanza) e i pagi di Marcellianum e Forum Anni, poi Forum Popilii. Molti di questi insediamenti furono devastati da Alarico nel 410 e solo alcuni sono stati ricostruiti in epoca medievale, come per esempio Forum Popilii ricostruita in posizione più sicura, con il nome moderno di Polla. Lasciato il Vallo di Diano, la strada si dirigeva a sud verso la antica città, ora scomparsa, di Nerulum e da qui Muranum, l’odierna Morano Calabro.

Nel percorso fino a Rhegium (Reggio), la strada attraversava il territorio di Interamnium (San Lorenzo del Vallo) e le città di Caprasia, individuata nella posizione della moderna Tarsia, Consentia (Cosenza) e Mamertum, la città oggi conosciuta come Martirano e nota nelle cronache romane per la resistenza dei suoi abitanti alleati di Roma contro Pirro e per aver dato origine al nome di Mamertini, soldati mercenari celebri soprattutto per aver giocato un ruolo di primo piano nello scoppio della Prima guerra punica. Da Mamertum, la via Popilia continuava verso sud, raggiungendo l’importante nodo fluviale di Ad Sabatum Flumen, un passaggio obbligato e di importanza strategica per i collegamenti nella zona e per raggiungere l’antica Vibona, oggi Vibo Valentia. Proseguendo lungo l’antica strada romana, si raggiungeva Hipponium, città ribattezzata dopo le guerre pirriche Valentia e unita con Vibo nel comune moderno di Vibo Valentia. Prima di raggiungere la destinazione finale, Reggio, la via Capua-Rhegium toccava Nicotera e l’importante porto di Scyllaeum (Scilla).

Galleria Nazionale di Palazzo Arnone, Cosenza
Via Gianvincenzo Gravina
Orario: tutti i giorni dalle ore 9,00 alle ore 17,00
Ingresso libero
Tel.: 0984 75905

IL LUOGO

Rispondi

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono segnalati *

*

Torna su