Dalla Fondazione Veronesi prestigioso riconoscimento alla ricercatrice calabrese Lia Asteriti

La dott.ssa Lia Asteriti

La d.ssa Lia Asteriti – Image edited from picture by Milosz1 | CCBY2.0

di Redazione FdS

Nell’Italia dei “cervelli” in fuga, dei talenti e delle competenze non riconosciute, per fortuna ci sono delle eccezioni che fanno sperare in un possibile cambiamento di rotta. E’ il caso della giovane ricercatrice calabrese Lia Asteriti, originaria di Isola Capo Rizzuto (Crotone), alla quale la Fondazione Umberto Veronesi ha riconosciuto l’assegnazione di una Borsa di Ricerca includendola fra i 75 ricercatori italiani premiati per essersi distinti con progetti di conclamata importanza nel campo dell’oncologia.

Nonostante la giovane età, 33 anni, Lia Astariti vanta già un curriculum di livello internazionale, grazie ad un percorso di studi e di ricerca fatto di impegno e profonda dedizione alla propria disciplina. Dopo il Liceo Scientifico a Crotone, la sceltà dell’Università l’ha portata a Roma presso la facoltà di Scienze Biologiche dell’Università La Sapienza, dove si è laureata in Biologia Applicata alla Ricerca Biomedica. Dopo un triennio alla Scuola di Dottorato, a cui è stata ammessa ancor prima della laurea, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Genetica e Biologia Molecolare. Già nel corso della stesura della tesi di laurea ha svolto un internato di ricerca presso i Laboratori di Genetica dell’Istituto di Biologia e Patologia Molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma, portando avanti anche gli studi intrapresi alla Scuola di Dottorato.

Nel frattempo ha pubblicato 6 lavori su riviste scientifiche di livello internazionale, tra i più recenti dei quali figura “The Aurora-A inhibitor MLN8237 affects multiple mitotic processes and induces dose-dependent mitotic abnormalities and aneuploidy”, pubblicato ad agosto scorso 2014 sulla rivista americana Oncotargete, ed altri lavori sono in corso di elaborazione. Le esigenze di ricerca l’hanno portata a specializzarsi anche in tecniche di microscopia al punto da collaborare con lo staff di Nikon Italia.

Un suo progetto selezionato nell’ambito del consorzio europeo “Eurobioimaging”, l’ha portata a svolgere due stage di ricerca presso lo European Molecular Biology Laboratory, ad Heidelberg in Germania; un’esperienza che ha notevolmente arricchito la sua formazione permettendole di confrontarsi con nuovi approcci sperimentali. Dopo una borsa di studio conferitale da un’importante organizzazione europea (EMBO) impegnata a promuovere le eccellenze in ambito scientifico, Lia Asteriti è stata inserita fra i 39 candidati all’assegnazione del “Premio Galeno 2014”, riservato a giovani ricercatori sotto i 40 anni che nell’ultimo anno abbiano pubblicato almeno un lavoro su una importante rivista scientifica internazionale. Infine è arrivata l’assegnazione della Borsa di Ricerca da parte della Fondazione “Umberto Veronesi”, dovuta ai suoi studi sulla proteina Aurora-A; uno studio sul controllo della mitosi (il processo che porta alla divisione di una cellula madre in due cellule figlie) effettuato su cellule di mammifero e focalizzato su due proteine (Aurora-A e TPX2) che formano un complesso svolgendo un ruolo importante nella regolazione dello stesso processo di mitosi. L’arresto della divisione cellulare è infatti una strategia terapeutica per eliminare certi tipi di cellule tumorali. Lo studio della dott.ssa Asteriti mira proprio a comprendere il ruolo del complesso Aurora-A/TPX2 nella formazione di cellule tumorali in quanto questa combinazione di proteine potrebbe diventare un nuovo bersaglio nella terapia contro il cancro.

Nelle recentissime interviste rilasciate alla stampa, la giovane scienziata ha raccontato come vivere la ricerca in Italia sia fatto di una continua alternanza fra momenti di grande entusiasmo e momenti di scoramento soprattutto di fronte ai troppi intoppi burocratici e alla cronica mancanza di fondi statali riservati alla ricerca. Dalle sue parole emerge tuttavia la speranza di poter continuare a lavorare in Italia e l’auspicio che nelle istituzioni aumenti la consapevolezza intorno all’importanza della ricerca quale base primaria del progresso scientifico e quindi anche della qualità della vita. Soprattutto nel campo dell’oncologia – spiega Asteriti – la speranza dei malati di cancro è riposta unicamente nei ricercatori, affinchè la lotta contro una delle malattie più temibili possa avere sempre piu chance di successo.

 

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