Dune di Giovino: alla scoperta dell’ultima oasi naturalistica di Catanzaro

Scorcio dell'area costiera di Giovino, Catanzaro - Ph. © Walter Fratto

Scorcio dell’area costiera di Giovino, Catanzaro – Ph. © Walter Fratto

di Alessandro Novoli

Se si escludono gli abitanti di Catanzaro, e forse neppure tutti, sono davvero in pochi a conoscere l’area costiera delle dune di Giovino, l’ultimo tratto di costa non cementificata del capoluogo calabrese. Affacciata sull’azzurro e ventoso Mar Jonio, si trova fra i torrenti Castace e Alli, nei pressi di contrada Bellino, poco a nord di Catanzaro Lido. Si tratta di quasi 12 ettari di pineta e dune di sabbia chiara con una lunghezza fronte mare di oltre 600 metri e una larghezza di circa 190 metri fra battigia e interno. La spiaggia di questo luogo ha la peculiarità di modellarsi in ondulazioni sabbiose alte anche 3-4 metri che formano l’ecosistema dunale, un ambiente naturale di grande bellezza e fragilità che nei pochi luoghi d’Italia in cui ancora persiste è oggetto di attenzione e salvaguardia.
 

Paesaggio dunale con piante psammofile

Paesaggio dunale con piante psammofile

 
Una magia creata dal vento, dal moto ondoso e da una serie di piante psammofile che, oltre a superare le difficili condizioni ambientali presenti all’interno delle dune, riescono ad agevolare sedimentazione e accumulo della sabbia grazie alle loro radici profonde e pervasive. Fra depositi di alghe e conchiglie spiaggiate, a Giovino non è inoltre difficile incontrare rarità botaniche come lo splendido giglio marino (Pancratium maritimum), protetto con legge regionale e qui ridotto a pochissimi esemplari, o la Paronychia argentea Lam. presente in sole tre regioni italiane: Calabria, Sicilia e Sardegna; in Toscana e Campania si è infatti estinta, mentre in Calabria è presente in sole due stazioni note, a S. Ferdinando (RC) e, appunto, a Giovino.
 
Dune di Giovino, Catanzaro: delimitazione di alcuno esemplari di giglio marino (Pancratium maritimum) - Ph. © Walter Fratto

Dune di Giovino, Catanzaro: delimitazione di alcuni esemplari di giglio marino (Pancratium maritimum) – Ph. © Walter Fratto

Fioritura di Giglio di mare (Pancratium maritimum)

Fioritura di Giglio di mare (Pancratium maritimum)

 
Scomparsa in tutto il litorale catanzarese, fatta eccezione per i pochi esemplari presenti nel Canalone di Giovino, è infine la Ephedra distachya, detta anche Uva marina, che insieme alla Artemisia vulgaris L. subsp. variabilis (Ten.) Greuter, è la specie-guida dell’associazione Artemisio variabilis-Ephedretum distachyae endemica della Calabria.
 
Cespuglio di Ephedra distachya

Cespuglio di Ephedra distachyaImage source

 
Quanto alle presenze faunistiche, il principale elemento di pregio finora noto dell’area di Giovino, è la tartaruga marina comune (Caretta caretta L.), avvistata fra le dune. Si è trattato in realtà di tentativi di nidificazione senza successo molto probabilmente a causa dell’intensa frequentazione antropica, disturbante per le femmine che tentano di atterrare e deporre le uova. La Caretta caretta è una specie ad alto rischio di estinzione che ha bisogno di spiagge poco antropizzate per completare il suo ciclo riproduttivo. Fortemente minacciata in tutto il Mediterraneo dall’inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione, dalle collisioni con le imbarcazioni, e dagli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca, trova tuttavia sulla costa jonica della Calabria le più importanti stazioni italiane di nidificazione, per cui l’area di Giovino, se opportunamente gestita, potrebbe diventare un sito frequentato da questa specie a scopo riproduttivo.
 
Esemplari di tartaruga marina comune (Caretta caretta) dopo la schiusa delle uova

Esemplari di tartaruga marina comune (Caretta caretta) dopo la schiusa delle uova

 
E’ evidente a questo punto quanto l’area costiera di Giovino abbia urgente bisogno di essere protetta perché laddove non se ne prevedesse al più presto un utilizzo sostenibile, l’azione dell’uomo – attraverso l’edilizia, il passaggio indiscriminato, l’impianto di stabilimenti balneari, il rimboschimento litoraneo con specie arboree non native – finirebbe col risultare altamente e definitivamente distruttiva per un ecosistema come quello dunale assolutamente prezioso per la difesa della costa dall’erosione, in quanto costituisce una barriera fisica all’avanzamento del mare e un consistente deposito di sabbia che permette un ripascimento naturale della spiaggia dopo le mareggiate invernali.
 
Scorcio dell'area costiera di Giovino, Catanzaro - Ph. © Walter Fratto

Scorcio dell’area costiera di Giovino, Catanzaro – Ph. © Walter Fratto

 
Proprio allo scopo di salvaguardare l’ultima oasi di dune costiere catanzaresi, attraverso l’istituzione di una riserva naturale costiera, si è costituito un gruppo di cittadini formato da due architetti (Walter Fratto e Antonio Campisano), un agronomo (Giovanni Miliè), un botanico (Giuseppe Caruso), una guardia ambientale (Ronald Marra), un’insegnante (Carmen Riga) e un geometra (Raffaele Viscomi).  La scorsa promavera questo sodalizio di professionisti ha presentato a Comune e Regione un dettagliato dossier tecnico-scientifico che si è soffermato in particolare sulle emergenze botaniche e faunistiche del luogo, così come sulle sue caratteristiche storico-antropologiche, sottolineando i fattori di rischio, le ragioni che rendono necessaria l’istituzione della riserva e l’opportunità che questa diventi un centro di formazione ambientale con sistema naturale annesso, e ciò nell’interesse di cittadini e turisti e affinché le generazioni future possano conoscere l’ecosistema dunale nelle sue condizioni naturali. Nel dossier è stata prevista anche la possibilità di creare, fra le strutture complementari alla Riserva, un Centro di Ricerche Floristiche Regionali visto che, a differenza di altre regioni italiane, la Calabria ne è ancora priva. “Quando parliamo di ecosistemi dunali  – affermano i promotori del progetto – ci riferiemo ad ambienti oggi in gran parte alterati se non definitivamente compromessiper cui la conservazione dei pochi esempi rimasti costituisce una priorità, dal punto di vista ambientale e culturale”.
 
Fioritura di Paronychia argentea

Fioritura di Paronychia argenteaImage source

VERSO LA RISERVA NATURALE

Lanciato sotto la voce “SOS Dune” ed evolutosi come “Riserva Naturale delle Dune di Giovino”,  il progetto ha trovato un primo riscontro positivo da parte del sindaco di Catanzaro, da alcuni consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, e da un consigliere regionale che sta interloquendo con l’Ufficio Parchi e Riserve della Regione per tentare di centrare l’obiettivo. Il progetto, nato come iniziativa popolare, gode anche del supporto di altri soggetti della società civile quali l’Istituto Tecnico Agrario “Vittorio Emanuele II” di Catanzaro e le associazioni Terra di Mezzo, Asd Minami, Le Vie, Aps Facit, Guardie Ambientali d’Italia, Legambiente Calabria, WWF Soverato, Calabriando, Club Alpino Italiano e Caretta Calabria Conservation.
 

A Giovino dopo la pubblicazione della nuova ordinanza - Ph. © Walter Fratto

A Giovino dopo la pubblicazione della nuova ordinanza – Ph. © Walter Fratto

 
Intanto, col trascorrere dei mesi, cominciano a prodursi i primi effetti: si è infatti appreso che il Comune ha dal canto suo rinunciato a realizzare nell’area quattro stabilimenti balneari e alcune infrastrutture, avendo condiviso l’idea che il sito, preservato nelle sue condizioni naturali, possa diventare un importante attrattore non vincolato alla sola stagione estiva, con ricadute positive anche per le strutture già esistenti nei dintorni. Da ultimo – notizia dell’8 agosto 2018 – il Comune di Catanzaro ha provveduto a delimitare l’area e a comunicare alla cittadinanza, attraverso appositi cartelli affissi sul posto, che l’area è oggetto di attenzione per la sua importanza ecologica e che a breve l’accesso sarà interdetto ai mezzi motorizzati tramite installazione di una apposita sbarra sulla strada e relativa segnaletica di divieto (esisteva già un’ordinanza di semplice divieto, finora mai rispettata).
 
Foce del torrente Corace, Catanzaro

Foce del torrente Corace, Catanzaro

 
I promotori del progetto hanno sottolineato come il suo avanzamento non debba far perdere di vista la necessità che esso si inquadri in una più ampia pianificazione territoriale volta alla salvaguardia ed alla conservazione dell’ambiente (a tal proposito molto interessanti da un punto di vista ecologico risultano anche le vicine foci dei torrenti Alli e Corace), obiettivo che richiede la necessaria collaborazione degli Enti preposti alla gestione e tutela del territorio e del paesaggio, quest’ultimo inteso quale insieme delle componenti fisiche, antropiche, biologiche ed etniche che determinano la specifica fisionomia del territorio. E della tutela del paesaggio è utile sottolineare le valenze ecologico e socio-culturali, così come quelle economiche perché il “capitale naturale” può e deve essere considerato un fattore di sviluppo, a condizione però che si limiti al massimo il consumo del suolo, in un’ottica di pianificazione territoriale degli interventi antropici che ha come presupposto imprescindibile la conoscenza dei luoghi e del paesaggio medesimi.

Chi volesse unirsi al gruppo di lavoro che sta promuovendo il progetto “Riserva Naturale delle Dune di Giovino”, può inviare una email all’indirizzo dunegiovino@gmail.com. E’ possibile ricevere aggiornamenti via Whatsapp ai numeri 338.3097969 e 3348557009 oppure seguendo la pagina Facebook Dune Giovino.

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