Expo 2015: presentata ad Alghero la strategia di promozione della Sardegna all’esposizione universale: «apertura al mondo e difesa dell’identità territoriale»

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di Redazione FdS

Da una nota della Regione Sardegna si apprende che è stata presentata ad Alghero (Sassari) la strategia che l’isola – regione coordinatrice sul tema della qualità della vita per Expo Milano 2015 – intende adottare per la propria promozione all’esposizione universale. “C’è in gioco il modello di sviluppo, questa è la vera sfida – ha detto l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Francesco Morandinoi concentreremo gli sforzi per portare a Milano un’idea chiara della nostra regione, lanciando l’iniziativa a partire dal valore delle imprese che si presenteranno in forma aggregata davanti al mondo ma che dovranno salvaguardare e difendere la propria identità radicata nel territorio. Dare un senso alla presenza della Sardegna a Expo significa scegliere un tema forte, su cui abbiamo molto da dire: la qualità della vita rappresenta l’isola e la riempie di contenuti. “Dimostreremo – ha aggiunto Morandi – che siamo la terra dove non solo si può fare un’esperienza di viaggio, ma dove è desiderabile fare crescere i propri figli”.

L’obiettivo è dunque quello di riposizionare l’immagine della Sardegna sui mercati internazionali e nel mondo attorno ad una nuova visione “che è in piena sintonia con il tema centrale di Expo, con il valore del cibo e con l’esigenza di nutrire il pianeta. Per noi – ha continuato l’assessore – l’appuntamento milanese sarà un grandissimo network in cui darci una prospettiva stabile”.

All’appuntamento di Alghero erano presenti anche il responsabile dei progetti regionali per Expo, Aldo Bonomi, il coordinatore delle Regioni per l’esposizione universale milanese, Raimondo Orsetti, e l’imprenditrice Daniela Ducato“Il progetto con cui la Sardegna partecipa a Expo 2015 è la strategia giusta per affrontare la contemporaneità” – ha detto il sociologo Aldo Bonomi nel suo intervento evidenziando come quello della Sardegna sia un esempio virtuoso, un progetto di lungo respiro che va oltre concezioni semplicistiche e riduttive. “Expo non è la fiera dei cuochi migliori del mondo – ha precisato – ma rappresenta più profondamente la discontinuità dalla lunga deriva del ‘900 e dell’inizio del nuovo secolo, in cui le esposizioni universali erano il momento in cui veniva ostentata la potenza dell’industria pesante, del fordismo in continua evoluzione. L’epoca dell’industrializzazione importata sul territorio è finita e occorre ragionare su nuovi modelli di sviluppo – ha aggiunto – Expo è un grande momento di riflessione per i territori e la Sardegna ha dimostrato di capire appieno lo spirito con cui cogliere questa grande occasione, con un progetto senza fuochi d’artificio ma proiettato al futuro attraverso un lavoro lungo con un obiettivo chiaro da perseguire, coinvolgendo le eccellenze del territorio come l’Università”.

“Noi portiamo all’Expo l’eccellenza delle qualità agroalimentari sarde. Lo facciamo con le 140mila imprese di cui 90mila individuali, che non è facile mettere insieme” – ha specificato l’assessore al Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi. “A Milano racconteremo le storie dei territori dove vengono prodotti i nostri alimenti e lo faremo portando a Expo i percorsi della qualità della vita che inviteremo a conoscere e visitare in Sardegna”.

“Trovate un altro posto al mondo così ricco di lana di pecora, di fibre di legno, di fibre di mare, di colori”, ha osservato Daniela Ducato – testimone della Sardegna a Expo 2015 insieme a Paolo Fresu, Pinuccio Sciola e Luca Ruiu  – nel suo intervento alla conferenza di Alghero sulla “Qualità della Vita”. “Posidonia, cannonau, grano, lana: dalla natura e dalle eccellenze della nostra agricoltura ricaviamo le fibre e i colori per un’architettura di pace, per costruire senza petrolio”, ha aggiunto l’imprenditrice sarda recentemente nominata Cavaliere dal Presidente della Repubblica Mattarella. “Come testimone della Sardegna a Expo, mi è stato chiesto di portare un oggetto. Io porto un nido, perché rappresenta l’architettura perfetta. Un animale non può mettere a rischio il prosieguo della specie: ha bisogno di creare il clima migliore per i suoi piccoli. Con che cosa è fatto un nido? Con le fibre che ci riportano alle filiere del cibo. Raspi del cannonau, grano, lana, terra che consolida tutto. L’edilizia – ha aggiunto Daniela Ducato – è il settore al mondo che usa più petrolio: è quindi la prima causa di inquinamento e di guerre. Usare fibre naturali e non petrolchimiche per costruire, come si fa con un nido, vuol dire fare prodotti che non contengono guerra”.

 

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