Carlo Arancio, l’urbexer siciliano che da tempo cattura la bellezza di edifici abbandonati dell’isola, ha visitato in esclusiva la prima casa palermitana dei Florio rivelandone gli interni
di Redazione FdS
L’enorme successo (oltre 35 edizioni e traduzioni in oltre 30 Paesi) della saga in due volumi di Stefania Auci dedicata ai “Leoni di Sicilia”, ovvero i Florio, ha di recente riportato in auge le vicende di una famiglia che nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento ha fatto la storia industriale, sociale e culturale della Sicilia. Originari di Bagnara Calabra, lasciarono la cittadina calabrese affacciata sul Tirreno meridionale dopo il disastroso terremoto del 1783. Il primo a partire per la Sicilia fu Paolo Florio (1772 – 1807) che nel 1797, insieme al cognato Paolo Barbaro, rilevò a Palermo, in via dei Materassai, un negozio di spezie, prodotti coloniali e chinino per curare la malaria; un esercizio commerciale ubicato nei pressi dell’abitazione, che in breve tempo divenne uno dei più fiorenti di Palermo.
Alla morte di Paolo sarebbe succeduto nella gestione degli affari il fratello minore Ignazio (1776-1828) e quindi il figlio Vincenzo (1799-1868) che, deceduto lo zio, subentrò nelle attività di famiglia intraprendendo numerose iniziative industriali, tra cui quelle dei vini Marsala, del tabacco, del cotone, del tonno e dei battelli a vapore, oltre a diventare senatore del Regno d’Italia. Alla morte di Vincenzo l’industria paterna passò al figlio Ignazio (1838-1891), anch’egli futuro senatore, che potenziò ulteriormente l’impero dei Florio, successivamente passato al figlio Ignazio jr. (1869-1957) che aggiunse nuove attività come il sanatorio di Villa Igiea, luogo destinato ai malati di tubercolosi, e il quotidiano L’Ora. Da bottegai arricchiti a “regnanti senza corona” con licenza di accesso agli ambienti più aristocratici dell’isola, il passo fu breve. Fu infatti questo il picco dell’età aurea dei Florio che, grazie al mecenatismo di Ignanzio jr. e della bella e volitiva moglie Franca Jacona della Motta di San Giuliano (1873-1950), fecero di Palermo un importante punto di riferimento del jet set internazionale dell’epoca. Figura di spicco in questo stesso periodo fu quella di Vincenzo Florio jr. (1883-1959), fratello minore di Ignazio jr., abile negli affari nonché grande sportivo e organizzatore di eventi come la celebre corsa automobilistica “Targa Florio” istituita nel 1906. Il mutamento delle condizioni politico-economiche nazionali avrebbe però progressivamente portato al declino dell’impero di una famiglia che riuscì tuttavia ad uscire dignitosamente di scena dopo aver appianato tutti i propri debiti.
CASA FLORIO IN VIA MATERASSAI
Proprietari di diversi edifici nei quartieri più affascinanti di Palermo – come lo splendido Villino Florio e il complesso residenziale di famiglia (Case Florio) nel rione dell’Olivuzza, la Villa Igiea all’Acquasanta e il Palazzo dei Quattro Pizzi all’Arenella – i Florio avevano iniziato la loro storia siciliana nella casa al 53 di via Materassai, una piccola strada a pochi passi da Piazza San Domenico e dal porto della Cala.
Fu in questo semplice edificio, immerso in una dimensione commerciale e popolare, che iniziò la fortuna imprenditoriale della dinastia nata dalla drogheria gestita da Paolo Florio e presto diventata una delle attività di maggior successo della città. Di recente, grazie agli attuali proprietari della casa, è stato possibile scorgerne alcuni interni attraverso le foto di Carlo Arancio, giovane fotografo e laureando in architettura con la passione dell’urban exploration, ideatore del progetto Sicily in Decay attraverso il quale sta rivelando la bellezza nascosta dei tanti edifici abbandonati dell’isola.
La famiglia Iraci – come ha rivelato di recente il magazine Balarm.it – ha voluto immortalare la decadente bellezza dell’originaria residenza dei Florio prima di procedere con i restauri di ambienti risalenti a oltre duecento anni fa. Da qui la scelta di invitare Carlo Arancio affinché documentasse visivamente lo stato dei luoghi. Il fotografo – che in questo periodo sta preparando il suo primo evento espositivo col materiale fotografico raccolto nell’arco dei mesi in vari luoghi della Sicilia – ha avuto così modo di accedere a una residenza la cui impronta storica è degna di essere tramandata, ragion per cui ha deciso di dedicare alle immagini realizzate in casa Florio uno spazio speciale all’interno dell’allestimento.
Come ben emerge dalle immagini, l’ingresso dell’abitazione è già stato oggetto di ristrutturazione mentre la parte restante tradisce la sua veneranda età ma lascia trasparire, attraverso la dignitosa decadenza dei suoi stucchi dorati, gli albori della prestigiosa ascesa sociale dei Florio. In particolare spiccano le immagini della camera da letto i cui spazi sono cadenzati da colonne libere mentre le pareti sono decorate con cornici e lesene sovrastate da capitelli corinzi dorati, elementi talvolta mancanti perché in passato staccati e rubati; così come assenti risultano un crocifisso, quadri e ovali con probabili ritratti di famiglia di cui restano solo gli aloni chiari sulle pareti. Sono scorci e dettagli ormai ridotti all’essenziale ma sufficienti a popolare di benevoli fantasmi un ambiente intimo e familiare in cui è stata scritta una importante pagina di storia della Sicilia.
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