Fra meraviglie e ferite al territorio Silvio Gatto continua a comporre il suo mosaico della Calabria. Quinta giornata

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di Redazione FdS

Quinta giornata per Calabria Grand Tour l’iniziativa che per 30 giorni sta portando in giro per la Calabria il giovane reporter Silvio GattoIl tour è partito dalla stazione di Palizzi Marina, lido dell’omonimo borgo aspromontano di poco più di duemila abitanti in provincia di Reggio Calabria,. Per un mese Silvio attraverserà la sua regione alla scoperta dei tesori nascosti, ma anche delle tante ferite inflitte al territorio soprattutto nell’ultimo cinquantennio.

Il percorso di Silvio si sviluppa per tappe, non troppo definite, lasciando così spazio anche all’inatteso. Si concentrerà sui singoli territori provinciali, portando il giovane viaggiatore a visitare i luoghi più suggestivi e le maggiori opere, interrogandosi sulla loro fruibilità e sulle loro condizioni. Silvio racconterà ed illustrerà parti importanti del suo viaggio con immagini e testi condivisi sui social network Facebook e Instagram, sul suo Blog personale e anche su Fame di Sud che darà gli aggiornamenti in tempo reale. Un modo per tentare di infrangere i tanti ed inveterati stereotipi su una regione che solo in pochi conoscono davvero e che Silvio intende raccontare con gli occhi di chi ne vive la quotidianità nei suoi aspetti positivi e negativi. Lo farà percorrendola a piedi, in macchina o in treno a seconda della situazione e della meta da raggiungere. Pernotterà a casa di amici lì dove gli sarà possibile, oppure ricorrerà a B&B situati in punti strategici lungo il suo percorso.

> rivedi la quarta giornata (19 giugno)

CALABRIA GRAND TOUR – 20 GIUGNO

Il parco archeologico di San Pasquale, accoglie un quartiere ebraico tardo antico scoperto in occasione dell’ammodernamento della Statale 106. Di grande importanza storica è il ritrovamento del mosaico nella stanza centrale della Sinagoga (IV secolo d. C.). Il sito non è conservato adeguatamente, tanti sono gli scavi iniziati e mai portati a termine.

Presso Bova Marina (RC)

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Il mosaico, asportato dal sito, è oggi custodito nel museo del Parco. Sono raffigurati simboli importanti per la civiltà ebraica, in foto la Menorah: lampada ad olio a sette bracci utilizzata nei luoghi di culto e di preghiera. Nell’antichità veniva accesa all’interno del Tempio di Gerusalemme. Il mosaico è danneggiato, ed è possibile vedere, sul disegno, le impronte di un aratro in movimento.

Parco archeologico di San Pasquale, Bova Marina (RC)

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Mi spostavo velocemente attraverso viottoli interminabili delimitati da fichi d’India e aloe, inoltrandomi in profumati aranceti, incontrando via via tanti alberi di dolcissimi fichi. Reggio è davvero un immenso giardino e, senza dubbio, un luogo di tali delizie, come credo ne esistano pochi altri sulla terra. Un castello mezzo diroccato, ma suggestivo per i pittoreschi colori, domina l’intera città e, all’orizzonte, si scorge al di là dell’ampio stretto, il Mongibello, maestoso e incoronato di neve. Sotto le mura del castello si estendono le ampie coltivazioni di aranci, limoni, cedri, bergamotto, ed ogni genere di frutta che gli italiani chiamano agrumi. La fitta vegetazione si allunga dalle alture alla spiaggia – finché l’occhio può abbracciare l’una e l’altra parte – interrotta soltanto dalle linee bianche dei tetti mutevoli dei torrenti.

Edward Lear, Diario di un viaggio a piedi, 1847

L’Anfiteatro “Senatore Ciccio Franco” con la statua di Athena Promachos.

Inizialmente la statua della Dea, “protettrice” di Reggio, era rivolta verso il mare, ma terminati i lavori di ristrutturazione del lungomare nel 2001, Italo Falcomatà (sindaco) volle ruotarla verso la città.

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Gli scavi archeologici in Piazza Italia hanno riportato alla luce elementi e costruzioni risalenti a diverse epoche storiche (dal VII secolo a.C al IX d.C.). Il sito è stato coperto, e vi si può accedere solo tramite scale che portano in una zona sotterranea scarsamente illuminata. Lo spazio è ristretto, buio e sprovvisto di informazioni utili.

Piazza Italia, Reggio Calabria

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Ciò che rimpiangevamo di più, era di non aver potuto disegnare che da lontano la roccia di Scilla; tuttavia, come eravamo curiosi di riportare almeno un’idea di questo scoglio celebre, uno dei nostri disegnatori ne prese prima di tutto una veduta dell’altro lato dello Stretto, e tal quale si vede dal faro stesso di Messina. L’altra veduta è molto più dettagliata, essendo disegnata il più vicino che ci fu possibile approssimarci; perché indipendentemente dal timore che noi avevamo d’essere trascinati dalle correnti, avevamo ancora quello dei colpi di fucile dei guarda coste, ciò che ci obbligò di tenerci sempre a qualche distanza.

Jean Claude Richard de Saint-Non, Viaggio Pittoresco, 1778

Scilla (RC)

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Il castello Ruffo, la cui costruzione risale a tempi antichissimi, rimase gravemente danneggiato, prima dal sisma del 1783, poi da quello del 1908. Per anni rimase chiuso e inagibile, anche per la presenza del faro, posizionato nella parte superiore della struttura. Recentemente è stato restaurato e aperto al pubblico.

Scilla (RC)

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…WORK IN PROGRESS > segui la sesta giornata

 

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