Francesco Jerace: al via in Calabria il restauro aperto di una sua monumentale scultura in bronzo

Francesco Jerace, Monumento ai Caduti, bronzo, 1926, San Ferdinando (RC) - Ph. Pasquale Faenza

Francesco Jerace, Monumento ai Caduti, bronzo, 1926, San Ferdinando (RC) – Ph. Pasquale Faenza

L’opera in bronzo, raffigurante il sottotenente di vascello Vito Nunziante, appartiene all’ultimo periodo dell’artista, uno degli scultori italiani di maggior successo tra Otto e Novecento

di Redazione FdS

“Patisco d’amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell’abbandono in cui siamo caduti e tenuti…e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata”: onestà intellettuale e profondo amor patrio è ciò che emerge dalle parole di uno degli artisti italiani più apprezzati nel periodo tra gli ultimi due secoli, il calabrese Francesco Jerace. Un sentimento, il suo, ancora profondamente attuale per chi ama la Calabria, ne conosce le straordinarie bellezze naturali, la storia e la cultura plurimillenarie e soffre per le tante ferite ad essa inflitte dall’oblio e dall’indifferenza; negatività che hanno colpito lo stesso Jerace, solo in tempi recenti oggetto di una lodevole opera di riscoperta grazie soprattutto a una mostra tenutasi nel 2014-15 a Napoli, città in cui morì nel 1937. Nel 2015 l’artista è stato protagonista anche di un nostro ampio reportage al quale rimandiamo i lettori per un approfondimento della sua figura. Negli ultimi giorni i riflettori si sono riaccesi su questo talentuoso artista, ai suoi tempi assurto a fama internazionale, grazie ad un cantiere aperto di restauro che consentirà al pubblico di conoscere più da vicino il monumento simbolo di San Ferdinando, comune della Piana di Rosarno:  si tratta di una imponente scultura in bronzo al centro della piazza cittadina, realizzata nel 1926 da Francesco Jerace in ricordo del Marchese e Sottotenente di Vascello Vito Nunziante e dei caduti sanferdinandesi della Prima Guerra Mondiale.
 

Il cantiere aperto di restauro partirà da metà febbraio e resterà visitabile per circa tre mesi

Il cantiere aperto di restauro partirà a metà febbraio 2022 e resterà visitabile per circa tre mesi

Quello programmato non sarà un semplice intervento di restauro ma un vero e proprio progetto di tutela, valorizzazione e fruizione del monumento, che vedrà al termine dei lavori l’installazione di un pannello con QR code per accedere ad informazioni sull’opera del grande artista calabrese, nato a Polistena il 26 luglio del 1853. È questo l’obbiettivo che si propone l’amministrazione comunale di San Ferdinando che, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, ha organizzato un cantiere fruibile dal pubblico, consentendogli di assistere al lavoro dei restauratori mentre operano su una delle più preziose opere del patrimonio culturale calabrese. L’intervento di restauro sarà condotto dalla ditta Ars Novae di Emanuele Ioppolo, dell’Istituto Superiore del Restauro, con la consulenza dello storico dell’arte e conservatore dei beni culturali, Pasquale Faenza, e di tante altre fondamentali figure professionali, chiamate a partecipare a questo importante progetto.
 

Francesco Jerace, MOnumento a Vito Nunzionate e ai caduti di S. Ferdinando, 1926 - Ph. Pasquale Faenza

Francesco Jerace, Monumento a Vito Nunziante e ai caduti di S. Ferdinando, 1926 – Ph. Pasquale Faenza

Nei giorni scorsi il monumento è stato già oggetto di una attenta indagine conoscitiva, di rilievo e documentazione, coordinata dal prof Franco Prampolini, responsabile del laboratorio SuMMA – Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Seguirà una scrupolosa campagna diagnostica, da parte del Dipartimento MIFT (Scienze Matematiche ed Informatiche Scienze Fisiche e Scienze della Terra) dell’Università di Messina, grazie alla quale sarà possibile conoscere, nel dettaglio, la materia dell’opera d’arte ma anche l’origine del degrado e il suo effettivo stato di conservazione. Supportano il progetto anche il FAI delegazione della Locride e della Piana, l’Associazione Territorium e i ragazzi del servizio civile che operano nel comune di San Ferdinando. Tale collaborazione consentirà di fruire questo importante capolavoro attraverso visite guidate alla scoperta della figura di Francesco Jerace, dei committenti del monumento e del personaggio rappresentato.

Il restauro sarà anche una importante occasione di riflessione per ricordare sia i caduti di San Ferdinando morti durante il Primo Conflitto Mondiale sia i fatti e le vicende che ruotano intorno all’importante monumento di Jerace, a cominciare dalla fondazione stessa di San Ferdinando da parte dell’antenato del Sottotenente di Vascello, Marchese Vito Nicola Nunziante (1775 – 1836), Generale dell’Esercito borbonico, testimone diretto della cattura e dell’esecuzione di Gioacchino Murat, imprenditore lungimirante, tra i più dinamici che il Meridione ricordi. A questa poco nota figura dell’Ottocento calabrese si lega l’intera vita della Piana di Rosarno, bonificata grazie alla sua intuizione, così come la fondazione del borgo di San Ferdinando, così chiamato in onore al Re, Ferdinando I di Borbone, a cui lo stesso Nunziante aveva consigliato di concedere al popolo la Costituzione.

FRANCESCO JERACE, ARTISTA INTERNAZIONALE

Di Francesco Jerace scrisse il saggista Alfonso Frangipane: “l’opera di Francesco Jerace non è di proporzioni tali da potersi rapidamente conoscere e considerare. Si tratta di oltre un centinaio di opere monumentali in marmo ed in bronzo, gruppi e statue, e di circa duecento busti, fra ritratti e figure idealizzate, che si trovano sparsi per il mondo, tra Napoli e Londra, Madrid, Bombay e Monaco di Baviera, Berlino e Varsavia, Odessa ed Atene e la Calabria, oltre a numerosissimi lavori d’arte decorativa, anche in argento ed in oro, e statue sacre lignee, e medaglie, e targhe, e pitture, e disegni. È una folla di creazioni originali, di visioni sentite profondamente e modellate, scolpite, cesellate, intagliate sempre dalle mani dell’artista, quasi senza alcun aiuto; e tutte, sotto il riflesso della vita, di lui potrebbero rivelare il loro esatto significato, potrebbero parlare di fatiche, di gioie e di dolori, se potessero ritornare d’un tratto nel suo studio, o comunque dinanzi a noi.”

VITO NUNZIANTE: TRAGEDIA DI UN GIOVANE UFFICIALE

Vito Nunziante era nato a Napoli il 15 luglio del 1894. Quell’anno fu funesto per il villaggio di San Ferdinando, sconvolto in autunno da un violento terremoto e ancor prima da un imponente incendio, che distrusse decine di abitazioni, senza tuttavia fare vittime. Quel giorno, infatti, i sanferdinandesi si erano recati in massa presso il Monte Poro, per i festeggiamenti della Madonna del Carmelo. Per la ricostruzione del villaggio il Governo inviò un sussidio di Lire 1.000, mentre il Comune stanziò 500 Lire per aiutare le famiglie più colpite, in un primo momento ospitate nel palazzo dei marchesi Nunziante. Le difficoltà che seguirono furono causa di feroci disordini, terminati con l’allontanamento di un gruppo di contadini, che nel 1896 decise di fondare, pochi chilometri più a sud, un piccolo villaggio, battezzato Eranova a significare l’inizio di una epoca nuova, lontana dal dominio dei marchesi di San Ferdinando. Trascorsa l’infanzia a San Ferdinando, Vito Nunziante abbracciò da giovane la carriera di ufficiale di Marina, entrando nel 1911 all’Accademia Navale di Livorno, con il titolo di studio della licenza liceale, dopo aver frequentato per qualche mese i corsi universitari della facoltà di legge a Napoli. A Livorno conseguirà il grado di sottotenente di vascello il 31 novembre del 1915. Scomparirà in mare la notte dell’11 dicembre 1916, a soli 22 anni, nelle acque di Valona, in Albania. “L’11 dicembre scorso la Regia Nave Regina Margherita urtava in navigazione contro due mine ed affondava. Delle 945 persone che erano a bordo la maggior parte fu trascinata a fondo e scomparve con la nave”. Così, con sobrietà militare – raccontò suo padre Ferdinando nel 1917 -, comunica il Ministero della Marina. Fra le persone scomparse, vi era anche il nostro unico figlio Vito. Era robusto, sano, arditissimo, e non lo rivedremo più. Era buono, intelligente, allegro e non lo rivedremo più. Egli avrebbe dovuto dormire il suo ultimo sonno in pace, accanto ai suoi Maggiori, nella piccola Cappella, a San Ferdinando, dove aveva trascorso lieti gli anni della fanciullezza: ha invece per tomba l’ampia distesa del mare, dove si è inabissato con la sua nave, coi suoi compagni, coi suoi marinai”. 
 

Francesco Jerace, Part. del monumento a Vito Nunziante e ai caduti di S. Ferdinando, 1926 - Ph. Pasquale Faenza

Francesco Jerace, Part. del monumento a Vito Nunziante e ai caduti di S. Ferdinando, 1926 – Ph. Pasquale Faenza

Un tenente di vascello superstite, che per l’oscurità della notte non poteva veder Vito, ritirandosi a poppa mano mano che la nave affondava, udì chiaramente gli ordini che, con la sua calma abituale, Vito impartiva per ammainare la bandiera. Sino agli ultimi istanti dell’agonia della sua nave, egli è stato sorretto dal nobilissimo spirito del dovere e del sacrificio. Nunziante fu l’ultimo ad imbarcarsi. Ma l’imbarcazione troppo carica affondò. Rimase in acqua per più di mezz’ora con un gruppo di marinai. Era sempre calmo e si sforzava di incoraggiare i suoi compagni di sventura mostrandosi allegro. Poi un’onda li divise. La sua salma non è stata mai ritrovata.

Delle persone a bordo della nave si salvarono solo in 270. Un disatro annunciato. Quel giorno l’Adriatico era in tempesta, il mare grosso, la visibilità scarsa, ma la corazzata italiana Regina Margherita – celebre per aver partecipato alle operazioni di soccorso alle popolazioni calabro-sicule colpite dal disastroso terremoto di Messina del 28 dicembre 1908 – era salpata lo stesso dalle coste albanesi, affrontando una rotta rischiosa. Il relitto, ritrovato nel 2005, conservava ancora i resti degli oltre 670 morti.

Alla memoria di Vito Nunziante, con Decreto del 25 febbraio 1917, è stata concessa la Medaglia d’Argento al valore militare, con la seguente motivazione: “Mentre la sua Nave stava affondando rincorava la gente al grido di Viva il Re, e dimentico di se stesso pensava e provvedeva alla salvezza degli altri, impartendo disposizioni e porgendo aiuti. Gettatosi in mare, nobilissima Vittima del dovere, vi trovava la morte”.

UN MONUMENTO IN MEMORIA

Il monumento a Vito Nunziante ed ai caduti della Prima Guerra Mondiale fu inaugurato il 23 gennaio del 1926. Per la ricorrenza il Consiglio Comunale di San Ferdinando propose il conferimento della cittadinanza onoraria di tutti i Comuni della Piana di Gioia Tauro. All’imponente cerimonia parteciparono le più alte Autorità politiche e militari della Calabria, compresi diversi gerarchi fascisti convenuti da tutto il circondario. Tra i presenti anche l’autore del monumento, Francesco Jerace, “il primo, e forse il solo, degli scultori del Mezzogiorno che, dopo oltre un secolo di gelida timidità e di magrezza compositiva, ridiede pregio alla scultura sacra, decorativa e monumentale”.

Ubicato in un primo momento davanti al sacrato dell’ottocentesca chiesa Matrice di San Ferdinando, il monumento in bronzo, oggi al centro di piazza Nunziante, onora sia la scomparsa del giovane Vito Nunziante sia quella dei sanferdinandesi morti durante il Primo Conflitto Mondiale nella battaglia di Gorizia, a Caporetto, sul Monte San Michele e sull’altipiano della Bainsizza. Per i soldati mandati al fronte, il comune di San Ferdinando aveva istituito sin dal 1915 il “Comitato di assistenza e preparazione civile” ed un “Segretariato del popolo”, per facilitare la corrispondenza con “le famiglie dei nostri eroici combattenti” al fine di sollevarne “lo spirito”. L’iniziativa era stata affidata ad un gruppo di impiegati comunali e di giovani studenti che a turno prestavano gratuitamente la loro opera tutti i giorni della settimana. Un apposito ufficio comunale coordinava inoltre “i servizi inerenti ai soccorsi a favore delle famiglie dei militari richiamati o trattenuti alle armi”. Oggi quel monumento è chiamato a rinnovare la memoria di quei prodi combattenti, e con essa anche la memoria di un grande artista meritevole di essere celebrato.

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PER PRENOTAZIONI VISITE: www.territoriumitalia@gmail.com

Il cantiere aperto di restauro partirà a metà febbraio e resterà visitabile per circa tre mesi

Visite consentite nel rispetto del DECRETO-LEGGE 24 DICEMBRE 2021, N. 221

La disposizione non si applica ai bambini di età inferiore ai 12 anni ed ai soggetti in possesso di apposita certificazione di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-COV-2

 

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