Orba della sua cupola ellissoidale, s’erge imponente a Grottole (Matera) la chiesa diruta dei SS. Luca e Giuliano (patroni del borgo fino al 1815), drammatica nella sua scabra incompiutezza. Eppure il fascino che trasmette ha la potenza di un mistero irrisolto, come ci mostra la splendida immagine scattata dal fotografo lucano Francesco La Centra.
Risalente al XIV secolo, alta 30 metri e larga 20 metri, la chiesa, mai ultimata, ha un impianto a croce latina con abside poligonale e una navata centrale delimitata sui lati da tre nicchioni con arco a tutto sesto, che si innesta nel transetto attraverso un ampio arco trionfale. Fondamenta, struttura a croce latina e muri perimetrali risalgono alla fase più antica, mentre il riferimento ad una successiva fase risalente al 1595 è riportato sull’architrave del portale realizzato da Giulio Carrara della Padula. Nel ‘600 furono completate la croce latina, la facciata esterna e la foggia cimiteriale, ma nel 1694 l’imponente fabbricato subì danni notevoli per un terremoto; i danni furono fronteggiati con spese ingenti ma un’improvvisa lesione longitudinale fece temere il crollo della navata centrale. Nel 1767 fu costruito un corpo laterale per contenere l’azione della struttura centrale, ma l’edificio non giunse mai a definitivo compimento. In un documento Capitolare si legge: “Questa Collegiata Chiesa, sotto il titolo dei SS. Luca e Giuliano in Grottole, archidiocesi di Acerenza e Matera, vanta il Suo Collegio da rimotissime ed immemorabili tempi, così che il Sommo Pontefice Giulio II nel 1509 afferma essere detta Chiesa antica Collegiata”.