“Cerco la pace andando verso la campagna
adorna di girasoli
contemplando il glorioso ondeggiare del grano
e gli infiniti viaggi delle nuvole
che vanno a piangere per noi.”
Jorge Teillier
Vitalità e ottimismo hanno il colore brillante dei girasoli, ma anche la loro stessa delicata fragilità, che è poi quella di tutti i fiori. Lo sapeva bene il malinconico Van Gogh che durante un’estate ad Arles si lasciò talmente ispirare da queste creature platealmente luminose, ma altrettanto labili, da realizzare una serie di dipinti diventati icona della sua vibrante pittura; opere a cui lavorava “ogni mattina, dall’alba in avanti, in quanto i fiori avvizziscono così rapidamente”. Pur nella loro effimera esistenza, i fiori fanno tuttavia parte di quella bellezza del mondo che – come ha scritto qualcuno – sola rende tollerabile la vita, sicché tale fragilità non impedisce loro di figurare tra gli emblemi preferiti dall’uomo nel corso della sua storia per celebrare i momenti felici dell’esistenza, e per incarnare un sentimento di gioia, anche il più volatile.
Ed è proprio pensando a una ”festa” che celebrasse un rinnovato rapporto con la Natura, che il giovane imprenditore agricolo calabrese Stefano Caccavari ha lanciato nel luglio dello scorso anno il primo flash mob di raccolta dei girasoli seminati pochi mesi prima su una collinetta nei terreni di famiglia. Stefano Caccavari, per i pochi che ancora non lo conoscessero, è colui che in Calabria ha ridato vigore alla coltivazione biologica dei grani antichi, creando nello stesso luogo – la splendida campagna di San Floro, piccolo borgo in provincia di Catanzaro – una filiera cortissima che dal campo di grano arriva al pane e alla pizza passando per un mulino a pietra sorto grazie a un sorprendente crowdfunding lanciato su Facebook. E’ questa in breve la storia della sua Mulinum, che da startup agricola è diventata un modello esportato anche in altre regioni. Ed è stata proprio la visione di un grande campo di girasoli, durante un viaggio in Toscana, a suggerire a Stefano l’idea di riproporre quel paesaggio in Calabria seminando i grandi fiori gialli su una collina di fronte al suo mulino. Il risultato? Un campo da 15 mila fiori su un ettaro e mezzo di terreno, con in più il vantaggio di alternarli alla coltura del grano andando a migliorare la fertilità del suolo. Inutile dire che l’iniziativa ha avuto un’enorme successo affermandosi come un festoso momento di socialità al punto da decidere di riproporlo anche quest’anno, con qualche novità.
Dal 3 al 5 luglio scorsi il raduno di raccolta dei girasoli ha infatti avuto nuovamente luogo a San Floro, ma stavolta i fiori disponibili sono stati ben 85 mila e due premi sono stati messi in palio per chi avesse raccolto il più alto e il più grande. La partecipazione ha inoltre previsto un piccolo ticket utile a raccogliere fondi per sostenere la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e la Caritas, finalità certificate e garantite dalla solenne presenza di un notaio. Anche questa volta la risposta del pubblico è stata straordinaria, oltre che nel pieno rispetto delle distanze di sicurezza anti-Covid garantite dalla vastità degli spazi.
La bellezza del paesaggio, le brillanti sfumature di colore che lo caratterizzano e la morbida luce del tardo pomeriggio estivo in cui ha luogo la raccolta, sono presto diventati motivo di richiamo per professionisti e appassionati di fotografia come Pierluigi Ciambra autore della serie di splendide immagini che qui vi presentiamo, nelle quali il fotografo si diverte a giocare a rimpiattino con le figlie tra i filari di girasoli senza rinunciare alla sapiente ricerca sulla luce che caratterizza i suoi lavori. Sono scatti nei quali la semplicità del momento assume il fascino di un gioco d’altri tempi, un gioco che invita a guardare alla natura con lo stesso sguardo innocente e meravigliato dei bambini. Nato a Palermo, Ciambra vive a Cosenza dal 2007. Si è laureato a Roma presso l’Istituto Europeo di Design e in Antropologia Culturale all’Università “La Sapienza”. Ha al suo attivo reportage fotografici in Angola e Amazzonia e alcuni suoi scatti della grande foresta sono state selezionate dal National Geographic nell’ambito di un contest fotografico internazionale. Nel 2019 ha fondato l’associazione fotografica “Nitida” che raccoglie numerosi cultori dell’obiettivo fotografico.
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