di Redazione FdS
Suonava con la Dee Dee Smith band ed era uno storico membro degli «Italian Dreamers», il fan club del gruppo statunitense Dream Theater. Parliamo di Giuseppe Girolamo, musicista trentenne di Alberobello (Bari) che il 13 gennaio 2012, data del naufragio della nave da crociera Costa Concordia lungo la costa dell’Isola del Giglio ha perso la vita – fu una delle 32 vittime – cedendo il suo posto a un bambino su una scialuppa di salvataggio. Lui, che non sapeva nuotare, tornò sulla nave per aiutare altri passeggeri in difficoltà. Per giorni si sperò che in qualche modo fosse sopravvissuto, ma il corpo esanime venne ritrovato due mesi dopo.
Giuseppe aveva un sogno, quello di poter possedere una bacchetta di Mike Portnoy, il batterista dei Dream Theater. Faceva di tutto per entrare fra i primi ai concerti della band di Boston in modo da avere più possibilità e una volta quella bacchettà gli sfuggì per un soffio. E pensare che lui suonava principalmente il basso. Aveva però accettato di suonare sulla Costa Concordia nella band dei Dee Dee Smith come batterista sapendo di cavarsela benissimo anche in questa veste. Certo fare il musicista da crociera non era la sua massima aspirazione, ma per lui riuscire a vivere suonando era già una bella conquista che lo aveva fatto sfuggire alla necessità di fare lavori non coerenti con le sue inclinazioni ed emigrando chissà dove. In questo modo riusciva invece almeno a mettere in pratica gli studi musicali che aveva svolto a Roma.
Ma alle nove di quella maledetta sera del 13 gennaio 2012 la Costa Concordia finì sugli scogli passando assurdamente a poche centinaia di metri dalla riva. La cena era in corso e i Dee Dee Smith stavano suonando. L’ultimo pezzo eseguito a bordo fu The Greatest Love of All, di Whitney Houston. Fu un attimo: l’urto e la velocità sostenuta trasformarono quel gigante del mare in una trappola mortale alla quale per fortuna riuscirono a sfuggire quasi tutti i 4000 passeggeri e l’equipaggio, tranne una trentina di sfortunati fra i quali Giuseppe Girolamo, il cui gesto di grande umanità e la cui giovane vita spezzata abbiamo voluto ricordare.