di Redazione FdS
Prendete un celebre progetto sulla realtà aumentata (ossia l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni manipolate e convogliate elettronicamente, normalmente non percepibili con i cinque sensi), come gli occhialini Google Glass, e una delle più ricche collezioni italiane di arte contemporanea, il MAB di Cosenza, cioè il Museo all’Aperto “Bilotti” che nel capoluogo calabrese si dipana lungo l’asse pedonale di Corso Mazzini fra Piazza Bilotti (già Piazza Fera) e Piazza dei Bruzi: otterrete Glassware MAB Experience l’applicazione che permetterà di fruire in modo innovativo dell’intero percorso espositivo costellato dai lavori di artisti di fama internazionale, grandi maestri dell’arte del XX secolo.
Del progetto “MAB Experience” – vale a dire della nuova applicazione per Google Glass approvata dal team di Google – l’Amministrazione comunale di Cosenza aveva già dato comunicazione lo scorso novembre. La app, realizzata dall’azienda TSC Consulting di Rende, impresa da tempo impegnata nella ricerca e nell’innovazione (con sedi a Cagliari, Roma e Milano), è un prodotto tutto italiano e inaugura un nuovo modello di fruizione dei contenuti culturali. La Glassware, una delle prime italiane ad essere messe sul mercato, è stata realizzata nell’ambito del progetto di ricerca INMOTO, che ha visto l’azienda rendese tra i partner di progetto insieme ad altri soggetti pubblici e privati, tra i quali l’Università della Calabria.
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In virtù di ciò, la Giunta municipale, presieduta dal sindaco Mario Occhiuto, ha deliberato nella seduta di ieri il Protocollo di collaborazione tra il Comune e la TSC Consulting Srl proprio per la realizzazione dell’applicazione Glassware MAB Experience dedicata appunto al Museo all’Aperto Bilotti.
Il progetto è coerente con l’obiettivo di studiare e realizzare modelli, processi e strumenti innovativi per lo sviluppo sostenibile di un territorio intelligente attraverso la valorizzazione delle sue risorse, turistiche, ambientali e culturali per la creazione, promozione e commercializzazione dell’offerta turistica, in linea con gli orientamenti comunitari sul tema “Smart Cities” e le politiche di innovazione della direttiva “Europe 2020”. Vengono così adottate le più innovative tecnologie del cosiddetto Internet del futuro e i paradigmi dei Social network per realizzare un ecosistema in cui convivono aziende, pubblica amministrazione, cittadini e turisti.
Lo scopo della Glassware MAB Experience è quello di offrire servizi ai viaggiatori e di raccogliere e diffondere informazioni locali di qualità create da viaggiatori, istituzioni, imprese, operatori del settore e cittadini. Si tratta di uno di quegli strumenti pensati per il viaggiatore smart che, grazie alle tecnologie più innovative, si trova immerso nella natura venendo coinvolto nel mondo dell’Internet Everythings. Dal 19 novembre scorso l’applicazione è scaricabile gratuitamente, inizialmente era fruibile solo dal pubblico dei paesi anglosassoni, visto che i Google Glass vengono diffusi in Europa nell’anno in corso. L’applicazione mostra le opere d’arte del MAB, la loro descrizione e una breve biografia dell’autore.
Cosenza, dunque, è protagonista di una novità che racchiude tecnologia e innovazione, proponendosi come un nuovo e stimolante modo per ammirare un patrimonio artistico alla portata di tutti. I Google Glass, come già detto, aprono infatti nuovi scenari di fruizione dei contenuti culturali, rappresentando l’ultima frontiera, ancora tutta da esplorare, dei dispositivi “wearable”, le cosiddette tecnologie indossabili sulle quali TSC ha puntato, giungendo ad essere una delle prime aziende in Italia a mettere sul mercato un’applicazione pensata appositamente per i Glass. Tecnologia e cultura dunque. Un binomio che negli “occhialini” di Google trova una strada ancora da percorrere, ma che certamente porterà ad interessantissimi sviluppi.
MAB, MUSEO ALL’APERTO BILOTTI: UNO SCRIGNO DI CAPOLAVORI ‘EN PLEIN AIR’
Grazie a Carlo Bilotti, facoltoso collezionista di origine cosentina, all’inizio degli anni Duemila corso Mazzini, storico baricentro della vita sociale cittadina, in seguito alla sua trasformazione in una tranquilla e frequentata isola pedonale, si è arricchito di una straordinaria collezione di sculture di artisti di fama internazionale. Ogni scultura è posta su un piedistallo luminoso di plexiglas.
Lungo il percorso del M.A.B. – che si estende da piazza Bilotti (già Piazza Fera) fino a piazza dei Bruzi – è possibile ammirare, tra gli altri, i Bronzi di Riace di Sacha Sosno, la Grande Bagnante di Emilio Greco, San Giorgio e il Drago di Salvador Dalí, Ettore e Andromaca di Giorgio De Chirico, Il cardinale di Giacomo Manzù, quattro Paracarri e la Bifrontale di Pietro Consagra, nonché da dicembre 2007 anche il Lupo della Sila di Mimmo Rotella (nella foto). Nel mese di novembre 2008 sono state collocate nel tratto sud dell’area pedonale Le Tre Colonne doriche ritagliate in lastre di marmo bianco di Sacha Sosno, mentre a dicembre dello stesso anno è stata inaugurata la tredicesima scultura del Museo all’aperto donata dalla famiglia Bilotti ai cosentini, la Testa di Medusa di Giacomo Manzù.
Il 2009 ha regalato alla città dei Bruzi l’opera Gli Archeologi, la seconda di Giorgio De Chirico presente nel MAB, mentre nel mese di luglio la è stata la volta de Il Grande Metafisico, terza opera di Giorgio de Chirico definita “la più bella ed elegante” da Enzo Bilotti, che va ad impreziosire il museo all’aperto cosentino. Il 2010 è stato l’anno del Ferro Rosso, sesta opera di Pietro Consagra donata e presentata da Enzo Bilotti ai cosentini. La scultura collocata in prossimità di Piazza Kennedy nella zona nord dell’isola pedonale, è una bifrontale in lastra in ferro tagliata e dipinta a vernice poliuretanica la cui base è stata realizzata con pietra di granito della Sila. Con l’inaugurazione del Sette di cuori di Sacha Sosno avvenuta nel mese di gennaio del 2011 si è suggellato definitivamente il percorso culturale inaugurato nel 2005 da Carlo Bilotti. La scultura che richiama i sette colli della città di Cosenza è in marmo bianco con base in granito della Sila ed è la terza realizzata dall’artista francese presente nel museo all’aperto.