Grande successo a Bari per il ‘rito’ domenicale dei Concerti del Mattino. Emozioni in musica con Mozart e Schumann

Il pianista australiano David Fung

Il pianista australiano David Fung

di Enzo Garofalo

Il successo crescente che sta riportando la rassegna barese de ‘I Concerti del Mattino’in programma al Teatro Petruzzelli a settimane alterne e con cadenza domenicale fino al prossimo novembre – è la dimostrazione di come talune formule di programmazione musicale (ma lo stesso discorso vale anche per altre iniziative artistico-culturali) talora ritenute impraticabili a certe latitudini risultino invece graditissime al pubblico per il quale alla lunga finiscono col diventare un vero e proprio ‘rito’. Tutto sta a proporle, senza insensati timori. E’ quanto ha senz’altro pensato Massimo Biscardi, Sovrintendente della Fondazione Petruzzelli e direttore artistico del Teatro, nell’ideare una rassegna che sta incontrando il gradimento di un pubblico davvero trasversale (in sala si sono viste intere famiglie con bambini al seguito, capaci di seguire la musica in religioso silenzio). Veriegati i programmi proposti, che puntano principalmente sul repertorio classico e romantico ma senza rinunciare a quello contemporaneo.

Il clarinettista Michele Naglieri

Il clarinettista Michele Naglieri

Nell’appuntamento della scorsa domenica 22 febbraio hanno dominato la scena due giganti della musica di ogni tempo: Wolfgang Amadeus Mozart del quale è stato proposto il Quintetto per fiati e pianoforte in mi bemolle maggiore, e Robert Schumann di cui è stato eseguito il Quintetto op. 44 per pianoforte e quartetto d’archi. Ad eseguirli un gruppo di giovani strumentisti d’eccezione, alcuni dei quali dotati di una consolidata esperienza solistica: Klidi Brahimi (oboe), Michele Naglieri (clarinetto), Matteo Morfini (fagotto), Francesca Bonazzoli (corno), Paolo Manzionna e Giacomo Bianchi (violini), Jonathan Cutrona (viola) e Andrea Waccher (violoncello), tutti provenienti dall’Orchestra del Teatro Petruzzelli. Ad essi si è aggiunto per l’occasione il pianista australiano David Fung, noto al pubblico internazionale e, da qualche anno, anche a quello barese grazie alle sue straordinarie performance nell’ambito del BIMF (Bari International Music Festival) di cui è direttore artistico.

Il concerto si è dunque aperto con il Quintetto per fiati e pianoforte in mi bemolle maggiore di Mozart, risalente ai primi anni viennesi in cui il genio di Salisburgo dedicò ampia parte dei suoi sforzi ad affermarsi come vistuoso della tastiera, partecipando ad accademie in cui era chiamato a cimentarsi soprattutto come improvvisatore e compositore di Concerti per pianoforte e orchestra. Composto alla fine del mese di marzo 178, il Quintetto contempla uno straordinario trattamento del pianoforte, che sfoggia tutte le sue potenzialità espressive mantenendo un mirabile equilibrio con gli altri strumenti, con i quali instaura un dialogo di grande limpidezza e distensione che, nella dimensione cameristica dell’organico, conferisce al brano un’atmosfera intima e raccolta.Un lavoro che lasciò parecchio soddisfatto il giovane Mozart convinto di aver scritto una delle sue opere più riuscite, come del resto confermato dall’interesse suscitato in Beethoven che intravide in questa composizione una fonte di ispirazione per il suo Quintetto per pianoforte e archi in mi bemolle maggiore. Eccellente il contributo al piano di David Fung, come sempre preciso ed espressivo al massimo grado, capace di restituire all’orecchio e alla sensibilità dell’ascoltatore attento i risvolti più profondi della musica di Mozart, in ciò coadiuvato dai fiati che hanno delineato con efficacia la ricca trama di questa straordinaria pagina.

Balzo in avanti di oltre mezzo secolo con il Quintetto op. 44 per pianoforte e quartetto d’archi di Robert Schumann che ha caratterizzato la seconda parte del programma. Composto nel 1842, questo lavoro è espressione altissima della sensibilità poetica di gusto romantico, fra slanci improvvisi e più morbidi ripiegamenti delineati dall’autore con cifra personalissima. Il pianoforte ha in quest’opera un ruolo da protagonista che dialoga elegantemente con gli archi sviluppando un discorso modulato secondo i più svariati accenti psicologici fino a raggiungere vette di intenso lirismo: ora festoso e brillante, ora dolente con picchi di tensione drammatica. Il pianista David Fung ha ulteriormente incantato l’uditorio questa volta spiccando decisamente sugli archi – pur precisi e rispettosi della partitura – grazie ad una maggiore maturità ed intensità di espressione messa in campo nell’esecuzione di questo piccolo capolavoro.

Scroscianti e prolungati applausi a fine concerto hanno concluso la mattinata lasciando ben sperare in un futuro barese sempre più ricco di musica.

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