di Redazione FdS
Il respiro della storia aleggia ancora a Mottola (Taranto) fra gli effluvi della macchia mediterranea che rigogliosa popola le impervie pareti di lame e gravine in uno degli angoli più suggestivi di Puglia. Un saliscendi di piccoli gradini tagliati nella roccia evoca i passi lenti ed accorti di quanti abitarono le numerose cavità di cui è costellato il territorio, o ne fecero solitari luoghi di preghiera, spesso vere e proprie chiese affrescate. Cavità che s’aprono oggi allo stupore del visitatore fra echi di arcaiche forme abitative, di culti arrivati dall’Oriente e di civiltà stratificatesi nei secoli col passaggio di Bizantini, Longobardi, Normanni e Saraceni. Oggi una parte di questo patrimonio storico-culturale – il villaggio rupestre di Petruscio – incontra la tecnologia più avanzata grazie ad un progetto multimediale che attraverso l’utilizzo della realtà virtuale e della realtà aumentata punta a garantirne la visita ad ogni tipo di utente.
Il villaggio rupestre di Petruscio è un insediamento situato all’interno dell’omonima gravina, un canyon lungo 4 km che si distingue per bellezza e maestosità fra quelli presenti lungo l’Arco Ionico. Immerso in una lussureggiante macchia mediterranea, si trova a sud-est dell’abitato di Mottola ed ha dato riparo all’uomo dal VII al XIV secolo. In questo lungo arco di tempo è venuto a crearsi un incredibile scenario di chiese rupestri ricche di graffiti e di grotte scavate a mano, spesso comunicanti fra loro, persino in verticale, e tali da formare veri e propri edifici. Un contesto denso di fascino che non ha mancato di attrarre anche il mondo del cinema: qui è stato infatti girato uno degli episodi del recente film Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, tratto dal seicentesco Pentamerone dello scrittore campano Giambattista Basile. Dopo la Settima Arte, a interessarsi di Petruscio è ora il mondo dell’innovazione tecnologica applicata ai beni culturali in una sfida che magari potrebbe presto allargarsi all’intero parco naturale regionale Terra delle Gravine, area di straordinario valore dal punto di vista del paesaggio e della biodiversità.
Sulla parte centrale del villaggio è stato effettuato un rilevamento con laser scanner 3D e si è proceduto alla ricostruzione fisica degli arredi storici di legno (alcova, cucina, ricoveri per gli animali). Il tutto si è tradotto nella creazione di un innovativo prodotto multimediale interattivo che consente al visitatore di esplorare virtualmente le case-grotta. Il sistema si avvale anche dell’utilizzo della realtà aumentata, ossia della grafica interattiva che, tramite un’apposita applicazione, consente di integrare il campo visivo reale con contenuti ed animazioni virtuali. L’idea è nata da un gruppo di professionisti, in collaborazione con i dipartimenti di Ingegneria civile-Architettura e di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università degli studi di Bari e di Archeologia e Storia Antica dell’Università di Lund (Svezia). Autore dell’applicazione di realtà aumentata è Dario Cianciarulo di Darteq, mentre per l’allestimento della casa grotta i vasi sono stati realizzati da Franco Fasano di Grottaglie.
La proposta di creare un prodotto digitale su questo sito, è nata dalle oggettive difficoltà di fruizione e di gestione che esso presenta e si inserisce nel più ampio progetto ministeriale “People For Forest” dedicato al villaggio rupestre, alla gravina di Petruscio e al bosco di Sant’Antuono, con l’obiettivo generale di tutelare e valorizzare gli aspetti ambientali-culturali di tali contesti e al tempo stesso generare occupazione per i giovani. I due ambienti scelti per il progetto sono di enorme valore geologico, naturalistico e archeologico: la gravina di Petruscio è uno degli esempi più spettacolari del fenomeno geologico prodotto dall’azione del mare fra i due e i dieci milioni di anni fa con la creazione di ampie fratture in strati compatti di calcare, oltre che un prezioso ambiente floro-faunistico ricco di tracce insediative. Il bosco di Sant’Antuono, scrigno di biodiversità, è di proprietà comunale ed ha un’estensione di circa 520 ettari snodandosi su un vasto altopiano del gradino murgiano tra Mottola e Martina Franca intorno ai 450-400 m per poi degradare rapidamente verso i 300 metri di quota in territorio di Massafra.
I concetti chiave sui quali è improntato il loro piano di gestione, il cui sviluppo è previsto nell’arco di due anni, sono innovazione, apertura, partecipazione, responsabilità. Un ruolo centrale hanno attività di studio, progettazione, formazione, sensibilizzazione e fruizione affinchè il bosco e la gravina vedano finalmente riconosciuto il loro ruolo di ecosistemi essenziali per gli equilibri vitali dell’uomo. Più nel dettaglio, il progetto People For Forest punta a promuovere la conoscenza di questi beni ambientali e culturali di eccezionale rilevanza, a informare e sensibilizzare il pubblico riguardo le emergenze e criticità con cui essi devono misurarsi, a coinvolgere i giovani in una loro gestione e valorizzazione eco-sostenibile, a migliorarne, nel breve e medio periodo, la sicurezza, fruibilità e attrattività, e a combatterne il degrado. Di seguito, il video che nel 2016 ha inaugurato il progetto ed è stato realizzato con il sostegno di Puglia Promozione, Wwf e Iat di Mottola: 3,14 minuti di suggestive riprese realizzate da HD Media con drone e camera a terra nella gravina di Petruscio, dalle quali emerge tutto il fascino e l’attrattività del luogo.
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