di Redazione di FdS
Quando lui nasceva in Sardegna, in Inghilterra stavano innalzando i menhir di Stonehenge, nel Mediterraneo spopolava la potenza cretese, dal nord giungevano gli Achei nel Peloponneso e in Mesopotamia il re amurrita Subu-Abum fondava la città di Babilonia. Se potesse parlare chissà quali segreti saprebbe raccontarci sulla misteriosa civiltà nuragica con cui convisse quando aveva già circa tre secoli di vita oppure sui dolmen di cui è disseminato il territorio che lo ospita! Parliamo dell’ulivo selvatico di Luras, un comune di 2.715 abitanti della provincia di Olbia-Tempio nella regione storica della Gallura. E’ un giovane – si fa per dire – virgulto di olivastro (Olea europaea L. var. sylvestris Brot.) di appena quasi 4000 anni. E’ un esemplare della varietà selvatica dell’Olivo, quella spontanea in natura e originaria del Medio Oriente, dalla quale nei secoli sono state selezionate le diverse varietà di Olivo da olio; per questo motivo l’olivastro mostra una maggiore resistenza e vigoria delle varietà più selezionate, ed ha foglie molto più piccole dell’Olivo, come pure gli internodi e i frutti.
Per la precisione “su grandhe donnumannu” (il grande nonno), che gli abitanti del luogo chiamano confidenzialmente “S’ozzastru” (ossia l’olivastro, per antonomasia) si trova nella località Santu Baltolu di Carana, presso la chiesetta di campagna dedicata a San Bartolomeo, dove in verità non è solo. A fargli compagnia ci sono altri esemplari ma molto più giovani di lui che vanta il primato di essere il più anziano d’Europa fra quelli della sua specie. Gli olivastri millenari di Santu Baltolu di Carana sono inseriti in un incantevole contesto naturale, sulle sponde del Lago Liscia, dove il contrasto tra la montagna granitica e lo stesso lago dà luogo a un’unità paesaggistica di assoluto valore. Il più vecchio, ossia l’olivastro di cui vi parliamo, presenta una circonferenza di circa 12 metri per un’altezza di 8 metri. Questo grande “patriarca della natura”, dichiarato nel 1991 Monumento naturale ed ormai inserito con grande risalto nelle più importanti guide naturalistiche, rientra oggi nella lista dei “Venti alberi secolari”, uno per ogni Regione italiana, da tutelare e dichiarare Monumento Nazionale con decreto ministeriale.
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