“…per un tratto lunghissimo, fino laggiù in fondo…era un seguirsi digradante di monticelli, di buche, di coni di erosione rigati dall’acqua, di grotte naturali, di piagge, di fossi e collinette di argilla uniformemente bianca, come se la terra intera fosse morta, e ne fosse rimasto al sole il solo scheletro imbiancato e lavato dalle acque (…) da ogni parte non c’erano che precipizi di argilla bianca, su cui le case stavano come librate nell’aria; e d’ognintorno altra argilla bianca senz’alberi e senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare..”
Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli, 1945