Il Parco Nazionale del Pollino, diviso tra Calabria e Basilicata, con i suoi 192.565 ettari è l’area protetta più estesa d’Italia, dal 2015 entrata a far parte del Patrimonio Unesco. Al suo interno sono presenti ambienti molto diversificati che vanno da quote vicine al livello del mare fino a raggiungere i 2267 metri della Serra Dolcedorme. La conformazione orografica e la vicinanza con due mari comportano la presenza di molti microclimi diversi, con un settore ionico più arido e quello tirrenico umido e piovoso. A questa varietà di ambienti corrisponde altrettanta varietà di specie vegetali e all’interno del parco sopravvivono veri e propri patriarchi arborei: dall’Ulivo alla Roverella, dal Faggio al Castagno, dall’Abete bianco al raro Pino loricato, specie arborea di cui sopravvive un esemplare di circa 1000 anni, il più vecchio di tutto il parco, noto appunto con il nome di “Patriarca del Pollino”. Di seguito vi propongo alcune mie fotografie che ritraggono alcuni di questi alberi centenari, che rappresentano una grande ricchezza di biodiversità da conservare, oltre ad essere un elemento di grande bellezza poco conosciuta e considerata. Dei veri e propri monumenti viventi in continuo cambiamento ed evoluzione, ricchi di fascino anche dopo il compimento del loro lunghissimo ciclo biologico. Essi rappresentano, a mio avviso, parte di quella ricchezza che ci circonda e che troppo spesso non riusciamo a vedere e ad apprezzare.
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